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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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ma...Buettino, è detto bene?

15/12/2019 - 19:16


 Nata nel 2001 da un’intesa tra il Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Accademia della Crusca, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Settimana si è sviluppata di edizione in edizione, coinvolgendo, oltre agli Istituti Italiani di Cultura, anche Ambasciate e Consolati.

La XIX Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo si è svolta dal 21 al 27 ottobre 2019 e presentata ai cittadini con diversi momenti di incontri televisivi con scrittori ed attori. Ogni volta gli intervistati hanno sottolineata la mancanza della purezza nel parlare comune, nello scrivere e maggiormente nei ragazzi, di ogni ordine di studi, che, abbagliati e rintontiti dalle tastiere dei telefonini, portano la nostra lingua ad un livello molto basso.

Vi è di contro un altro momento, giornata questa, la Giornata internazionale della Lingua Madre, proclamata dalla Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel novembre del 1999.

Dal 2000 essa viene celebrata ogni anno per promuovere la diversità linguistica e culturale ed il poliglottismo.

La data intende commemorare il 21 febbraio 1952, in cui alcuni studenti furono colpiti e uccisi dalla polizia a Dacca, la capitale dell’attuale Bangladesh, mentre manifestavano per il riconoscimento della loro lingua, il bengalese, come una delle due lingue nazionali dell’allora Pakistan.

Il 16 maggio 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione A/RES/61/266 chiamò gli Stati Membri a “promuovere la conservazione e la salvaguardia di tutte le lingue usate dalle popolazioni del mondo”. Nella stessa Risoluzione, l’Assemblea Generale proclamò il 2008 come Anno Internazionale delle Lingue per promuovere l’unità nella diversità e la comprensione universale attraverso il poliglottismo e il multiculturalismo. L’Anno Internazionale delle Lingue giunse in un momento in cui la diversità linguistica era incredibilmente minacciata.

Il linguaggio è essenziale per la comunicazione di ogni tipo; è proprio la comunicazione a rendere il cambiamento e lo sviluppo possibili nella società umana. Oggi usare — o non usare — taluni linguaggi può aprire una porta, o chiuderla, in diversi segmenti della società e in molte parti del mondo.

Con questo lungo preambolo voglio arrivare a dire che i dialetti sono la vera Lingua madre e per questo andrebbero valorizzati e non visti come un “cattivo italiano” o perlomeno “lingua matrigna”.

Non mi sembra che il vernacolo, nostro dialetto, abbastanza comprensibile anche alle altre regioni, sia motivo di studio nelle scuole.  

I ragazzi delle scuole medie in Garfagnana: Piazza al Serchio, Minucciano, Sillano e Giuncugnano, hanno avuto come compito la rivalorizzazione del dialetto garfagnino lavorando sul tema “Le fole di Garfagnana”. (classe terza, sez. C an. scol. 1990-1991)

Ecco il testo della “fola” Pumpicin:

 

C'era una volta un bimbin de nom Pumpicin e disse alla so ma’ che andaa a prende du fichini nell’orto, arivat muntò sopra al fic, ma arivò l’0rc ch gl dis: ”O Pumpicin damm un fichin con le to sant manin” "No ch me magni”, gliene tirò uno che cascò nell’urtica e l’0rc avea paura de bucars ei gl dis se gliene tirava un’altr, Pumpicin allungò le mani per darglielo ma lui le chiappò e lo mis nel sac e partì per Nipoiana. Arivat gridava "O moiera metta su la caldaiera ch'i ho chiapp al Pumpicin".
Arivò in ca e gl dis l’0rc: ”Caviti i calzoni” e Pumpicin:”Cavitili prima te” e cusì fecer guera, alla fin Pumpicin diede una spinta all’0rc che cad in tel’acqua a bollor e murì, e Pumpicin se ne tornò a ca.


La fola è tratta da Fole di Garfagnana, a cura di Umberto Bertolini,  Comune di Piazza al Serchio gen. 1996
 
 

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