Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
La vicenda di Renzi è esemplare.
L’ondata di perquisizioni alla ricerca di niente ha prodotto una campagna di stampa contro di lui. Renzi non è neppure indiziato di alcun reato, però è stato processato sui giornali e in Tv. In televisione non solo è stato sottoposto a un interrogatorio di tipo stalinista.
Ma è stata mostrata la sua casa, quella nella quale abita con i figli e la moglie, e sono stati passati al setaccio i suoi conti correnti. Perché dico interrogatorio stalinista? Perché i magistrati, quando ti interrogano come imputato, devono contestarti un reato.
In Tv invece ti dicono subito: «D’accordo, nelle tue azioni non c’è nulla di penalmente rilevante», però ora ti friggo. È questa la formula che annuncia l’interrogatorio stalinista (o fascista, o della Santa Inquisizione, fate voi…) perché da quel momento chi accusa non ha più bisogno di contestare un reato, può contestarti quel che vuole: buon gusto, senso dell’opportunità, simpatia, eventualmente ricchezza o povertà eccessive, scarso senso estetico, poco rispetto per le autorità… assolutamente quello che vuole. Renzi non solo è stato sottoposto a un interrogatorio stalinista, a “Piazza Pulita”; ma dopo l’interrogatorio (che lui ha superato, perché è piuttosto bravo; ma molti altri, in quelle condizioni di palese inferiorità rispetto allo strapotere mediatico del Pm-giudice-giornalista, avrebbero finito per essere asfaltati) c’è stata la seconda parte del linciaggio: siccome nei giorni successivi alla trasmissione alcuni simpatizzanti di Renzi hanno messo sui social commenti duri verso Formigli, e hanno descritto la sua casa, Renzi è stato processato di nuovo come capo di “squadristi”. Squadristi? Sì, Formigli li ha definiti così, perché se l’erano presa con lui, cioè con un giornalista. Qual è la regola? Semplice, imparatela una buona volta: se critichi un giornalista stai criticando la democrazia, e sei fascista. Se critichi un politico stai facendo il tuo lavoro. Santo lavoro.
Perciò se manganelli (mediaticamente) un politico – peraltro senza motivo, ma perché così vogliono i Pm, o così vogliono i lettori, o così vuole qualche editore – sempre “santo lavoro” stai svolgendo, con quello che le canzoni di una volta chiamavano “il santo manganello”.
E infatti tutti a difendere Formigli. Nessuno tra i suoi colleghi gli ha fatto notare che più che il giornalista stava facendo l’inquisitore. E che protestare perché qualcuno viola la tua privacy è un po’ ridicolo se sei tu che hai clamorosamente violato la sua. Cercando di essere il più educati possibile, mi limito a porre una domanda: ma è logico, ha una qualche spiegazione razionale, che uno che della privacy delle persone (e persino dei colleghi) si fa beffe, poi dia dello squadrista a qualcun altro perché ha violato la sua privacy? E se la prenda con Renzi che con i post sui social contro Formigli non c’entra nulla? Qual è il “logos” (uso pure il greco per cercare di non essere volgare…) del formiglismo (molto simile al travaglismo)? Forse l’idea del santo giornalista e del santo manganello.
Cos’è il santo manganello?
Era il protagonista di una canzoncina degli anni Venti che diceva così:
Oh tu santo Manganello / tu patrono saggio e austero / più che bomba e che coltello / coi nemici sei severo / Manganello, Manganello,/ che rischiari ogni cervello / sempre tu, sarai sol quello / che il Fascista adorerà.
MALE NON FARE PAURA NON AVERE COME DICE MATTEO RENZI IL TEMPO È GALANTUOMO