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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Enzo Puro
I VERI MOTIVI PER CUI RENZI ANDAVA ABBATTUTO

22/12/2019 - 12:43


        I VERI MOTIVI PER CUI RENZI ANDAVA ABBATTUTO

 

Mi sono sempre domandato perchè una persona giovane, efficiente, brillante, che ha portato risultati positivi per il nostro paese sia stato oggetto di una demolizione scientifica come quella subita da Matteo Renzi.

Lasciate perdere le stupidaggini dello Jobs act, del non essere di sinistra e tante altre menate. Lasciate perdere anche l'antipatia (sentimento creato dai media nei suoi confronti).

Provo a spiegarvi la vera ragione di questo odio viscerale che porta l'intero establishment (di destra e di sinistra) a voler annichilire questo giovane uomo anche ora che è a capo di un piccolo Partito.

E ve lo spiego con due semplici esempi.

PRIMO ESEMPIO.

Il primo esempio ce lo fornisce la cronaca di questi giorni.
Parlo delle Banche Popolari e della sua Riforma. Come funzionavano le banche popolari? Con il voto capitario. Mi spiego con parole semplici. Se voi avevate soltanto una azione in una banca popolare il vostro voto contava come quello di chi di azioni ne aveva un milione. Democratico, direte voi! Ma una banca non è il Parlamento e per gestire i soldi degli altri quello che conta è l'efficienza non la democrazia, nessuna azienda può funzionare così. Ed in effetti non funzionava. Perchè quel sistema capitario comportava un intreccio velenoso con la politica locale e con gli interessi locali.

Ed i manager si sceglievano non sulla base delle loro capacità ma solo sulla base di alleanze di potere e della loro accondiscenza agli interessi locali. Non è difficile immaginare che l'erogazione di finanziamenti avvenisse in maniera clientelare e non rispondente a logiche di impresa finanziaria. E a godere di tutto ciò erano i politici locali e la rete dell'economia territoriale che, incuranti degli effetti nefasti che potevano provocare e che in effetti provocarono, succhiavano risorse a queste banche senza le garanzie necessarie.

Venti anni fa questo sistema era entrato nel mirino di due grandi personaggi della nostra storia recente, Carlo Azeglio Ciampi Ministro della Economia e Mario Draghi, all'epoca Direttore Generale del Ministero del Tesoro. La loro riforma delle popolari però rimase nel cassetto per 16 anni, i governi di centrosinistra prodiani non ebbero la forza (e forse la volontà) di approvarla, troppi e diffusi gli interessi toccati. Fino a che un giovane trentottenne Presidente del Consiglio decise di tirarla fuori dalla naftalina e la fece approvare.

Con quella Riforma il sistema capitario (per le grandi banche popolari) veniva abolito, c'era l'obbligo di trasformazione in Spa, finiva quell'intreccio perverso e clientelare tra stakeholters, banchieri e politica che era stata la causa prima della crisi delle popolari come Etruria e le banche venete.

E' evidente che la reazione, sotterranea e potente, di un sistema ramificato in tutto il territorio nazionale non poteva farsi attendere. Da qui la guerra diffusa a Renzi, a tutti i livelli. Era un potere economico molecolare messo in discussione alla radice che si ribellava e contribuiva a costruire l'immagine negativa del ragazzo di Rignano.

SECONDO ESEMPIO:

sapete cosa erano e come funzionavano i Patti Territoriali che il governo Renzi firmò con Regioni ed Enti locali? Era un sistema centralizzato per far si che le grandi opere finanziate si facessero davvero e soprattutto che una volta iniziate i lavori non durassero 20 anni. Il governo Renzi era partito da un censimento di centinaia di opere importanti che le Regioni (soprattutto meridionali ma non solo) ed i Comuni, malgrado i finanziamenti, non riuscivano a far partire e che spesso una volta partite non finivano mai.

L'inefficienza amministrativa si univa al Sud ad una forte presenza mafiosa e ad un sistema di tangenti che restavano appicciate alle dite della classe politica, tecnica e d amministrativa decentrata.

Per sbloccare tutto questo cosa fece il governo Renzi? Creò una cabina di regia centralizzata, con dentro anche l'ANAC di Raffaele Cantone, il coraggioso magistrato che aveva sconfitto i Casalesi non a chiacchiere con articoli di giornale ma portandoli a processo e facendoli condannare.

La cabina di regia monitorava l'andamento dei finanziamenti ed il Patto Territoriale prevedeva i poteri sostituivi del ministero se le cose non andavano.In pratica la "politica locale" non poteva più fare, in tema di grandi opere pubbliche, come gli pareva ed in cambio dei finanziamenti doveva accettare il ruolo della cabina di regia e permettere ad Anac di vigilare.

Grazie anche alla bravura di un ministro come Del Rio (altro che Toninelli o quella ignorantona della De Micheli) quel sistema cominciava a funzionare e Renzi stesso (come fece ad esempio con la Salerno Reggio Calabria) poteva darsi degli obiettivi temporali e poi rispettarli.

Riuscite ad immaginare la reazioni dei politici e dei burocrati locali a questo protagonismo dello Stato centrale in questioni che fino ad allora erano lasciate alla loro inefficienza e spesso corruzione? Vi immaginate la disperazione di chi, soprattutto al Sud, si vedeva sottrarre il controllo esclusivo di una torta di finanziamenti che aveva arricchito l'economia illegale (corruzione, mafia)?

Potete semplicemente immaginare il livello virulento della reazione a questa procedura? Ed immaginate anche la sua diffusione sull'intero territorio nazionale.

Quel giovane premier andava fermato. Usando tutti i mezzi.

Potrei fare tanti altri esempi (la rete potentissima dei caporali al sud e non solo, quegli imprenditori disonesti che facevano firmare le dimissioni in bianco alle dipendenti donne, quei vescovi conservatori che si sono visti rispondere sulle unioni civili che lui aveva giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo, quei dirigenti e quei giornalisti della RAI che si sono visti imporre il tetto ai loro emolumenti e tanto altro ancora).

Ma questi due sono sufficienti a spiegare la rete di vero e proprio odio politico che l'allora premier Matteo Renzi ha scatenato contro la sua persona, scatenato da quella infinita rete di interessi colpita dai due provvedimenti che ho citato.

Se capissimo questo saremmo già a metà dell'opera.

 

Fonte: (da un post di Enzo Puro)
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23/12/2019 - 20:35

AUTORE:
Pino Vincenzo

....Gruppi parlamentari, leadership, social, rappresentanze locali, iscritti, formazione.

Si può convenire che Italia Viva abbia superato una prova decisiva per la sua stessa esistenza in quest’ultimo mese.
I tentativi di uccidere la creatura al suo nascere si erano fatti tambureggianti con il bombardamento mediatico dei mesi di Settembre Ottobre orchestrato dal coro Carta Bianca, l’Espresso, Huffington Post.
Gli annunci erano da tregenda. “Fallimento della Leopolda”, “Cesare senza legioni”. Squittiva il duo Annuziata, De Angelis.
Sondaggi farlocchi cercavano di rafforzare il mantra ed in questo si distingueva il duo Cartabianca-Repubblica, che davano Italia Viva vicino alla soglia di sbarramento.
Sul piano politico ogni proposta di Italia Viva veniva massacrata come attentato alla stabilità di governo. Ed in questo si é distinto Andrea Orlando che arrivò a paragonare il papeete alla Leopolda come suggerito dalla copertina dell’Espresso a proposito dei due Mattei.

E c’è voluto Bonaccini a vidimare la giustezza del ridimensionamento della plastic e sugar tax, nonché l’abolizione di quelle sulle auto aziendali.
Insomma la campagna era miseramente fallita ed a metà novembre, Italia Viva godeva di discreta salute fino a superare il 6% nei sondaggi. Con una forte tendenza alla crescita.
E la crescita di Italia Viva non era soltanto a livello di opinione ma anche della propria rappresentanza istituzionale nazionale, regionale e locale.
Si pensi alla Sicilia per avere l’idea di cosa si era determinato nel panorama politico del paese.
Per questo scrivevo nella seconda decade di Novembre su Manrico Social “Perchè Italia Viva é destinata a crescere”
L’incursione giudiziaria
Poi d’improvviso vi fu lo scoppio. Una retata mattutina di 300 finanzieri a cercare prove di un reato non formalizzato, e perciò stesso inesistente. Sequestrando cellulari, tablet, pc, per trovare indizi di qualcosa. Mentre quello che cercavano poteva benissimo essere richiesto alla Fondazione Open e riscontrato dai movimenti bancari tutti rintracciabili e pubblici.
Ma non era questa certamente la finalità della operazione quanto forse quella di creare un nuovo capo Consip. Veicolando materiale coperto dal segreto istruttorio e bancario affinchè la stampa ne costruisse una narrazione fantasiosa.
Dalla casa, all’attività di conferenziere, al documentario su Firenze. Su tutto questo doveva aleggiare l’ombra del sospetto e del marcio. E del malaffare privatistico.
E si sa che una calunnia non dimostrata e provata eccita ed incuriosisce fantasie perverse più di un reato vero.
Stavolta però l’operazione non é andata a buon fine per i gazzettieri “creativi” delle veline da procura.
Che sono stati immediatamente querelati da Matteo Renzi per cui alcuni di questi sono corsi sui social a scusarsi delle loro intemerate.
Anche Formigli ha cercato di approfittare dell’occasione costruendo un processo in tre atti contro Renzi nel suo Piazza Pulita.
Lui che aveva giocato tutto sulla lussuosa casa di Renzi per scoprire sui social la foto della sua, ad opera forse del vecchio proprietario.
Ma a Formigli Renzi ha combinato uno scherzo notevole. Si é fatto intervistare da Del Bebbio su Rete 4 in contemporanea a Piazza Pulita, potendo offrire in quella occasione la rappresentazione di un leader di governo con programmi precisi, lasciando Piazza Pulita ad occuparsi di pettegolezzi e meschinità varie.Con la solidarietà di Zingaretti. Unico tra gli esponenti politici. Che pena.
Ma lui si sa che si innamora sempre delle persone sbagliate e sempre in maniera fuggevole.
A metà Settembre parlava bene di Di Maio Le parole dette oggi da Di Maio sono un segnale importante. Era il 16 Settembre si sa come finì l’idillio, in soli quindici giorni. Per cui consiglieremmo a Conte una certa prudenza. Lui che finora si é saputo barcamenare benissimo tra marosi di segno opposto e restare a galla, ondeggiando alla grande.
La risposta in Parlamento
Ma dal punto di vista politico e comunicativo Renzi ha realizzato un capolavoro. Quello di richiedere un dibattito sul tema in Parlamento. Invece di farlo diventare oggetto da talk show ha investito l’unica istituzione che poteva discutere con cognizione di causa dell’argomento e cioè la sede solenne della volontà popolare, come da Costituzione.
Sì perchè Italia Viva ha un gruppo parlamentare, a differenza di Toti, Calenda e può esprimere al meglio le proprie posizioni, a differenza di quando stava nel Pd e gli veniva impedito di parlare o di avviare iniziative.
E qui Renzi ha ammutolito tutte le forze politiche. Dai leghisti dei 49 milioni, ai cinque stelle col loro rapporto molto opaco con la Casaleggio Srl, al Pd che ha una storia nebbiosa di fondazioni che non hanno certo contribuito alla nascita ed allo sviluppo del Pd.
Tacitando per questa via Zanda che non ha avuto il coraggio di intervenire a ribadire le accuse moralistiche nei confronti di Renzi. Lui che ha fruito di contributi elettorali personali dall’editore di Repubblica.
Nè tanto meno Bersani con la sua associazione Nens che collaborava con Italiani Europei di D’Alema . Insomma Renzi ha rappresentato una modalità del far politica trasparente e rispettosa delle regole, a differenza degli altri. E su cui certa magistratura avrebbe il dovere di riflettere e, magari, di agire. E non solo sull’unico reato finora acclarato quello di diffusione del segreto istruttorio di cui all’articolo 326 del codice penale.
L’interesse sulla vicenda è stato notevole, comunque.
Non a caso l’intervento di Renzi al Senato é stato visualizzato più di un milione di volte, ed ha rappresentato uno degli eventi politici più seguiti nei social degli ultimi anni.
I social e la bestia di Renzi
Ma la presenza di Italia Viva sui social é stata incessante e fortissima in questa fase ed ha rappresentato il controcanto della narrazione sulla vicenda fatta dai talk show. Giornalisti che credevano di avere il monopolio del “verbo” in politica si sono trovati a fronteggiare decine di migliaia di persone che sui loro profili social li investivano di critiche e ribaltavano le loro accuse.
E così é scattata la “fatwa” contro questo strumento. Al grido di Renzi (come Salvini) ha la bestia. Forse occorre dire che sono loro ad essere andati in bestia ed hanno pensato che gli interventi di diffusione di Italia Viva fossero analoghi a quelli di Morici. Con bot orchestrati centralmente per amplificare la diffusione dei messaggi, ovvero con la messaggistica rivolta a tutti i soggetti profilati, dal “vinci salvini” e operazioni di questo genere. Su cui vi é una inchiesta del garante della privacy.
Niente di tutto questo. L’attività social dei gruppi renziani non è per nulla organizzata o diretta centralmente come ha spiegato recentemente De Giorgi sul riformista.
Nasce dalla iniziativa di soggetti che si ritrovano ora su Italia Viva.
Gli iscritti
Che sono per la gran parte ora iscritti al nuovo soggetto politico. E che frequentano in maniera organizzata alle attività dei gruppi di sostegno a Italia Viva. Un patrimonio in carne ed ossa che dedica tempo, impegno e passione alla causa liberale, democratica e riformista rappresentata da Italia Viva.
Sono stati più di venticinque mila gli iscritti, realizzati tutti on line nel giro di un mese. E sono stati circa settemila nei giorni della bufera mediatica di fine Novembre a versare piccoli contributi per sostenerne l’iniziativa politica.
Ecco perchè Italia Viva ora può veleggiare verso la doppia cifra. Non é una bestemmia per un partito che comincia a radicarsi nel territorio, che domina nei social, che ha un leader prestigioso ed un gruppo dirigente all’altezza del difficile compito intrapreso.
E da Gennaio insisterà sul tema fondamentale dello sblocco degli investimenti pubblici in Italia.
La formazione di una nuova classe dirigente
E poi c’è la formazione e non solo quella nazionale.
Che in Sicilia procede con la terza sessione del programma di formazione ”Futura” e che si occuperà del rapporto tra politica ed economia in questa fase di crisi del paese. Nei giorni 11 e 12 Gennaio a Palermo.

Scuola di formazione Sicilia
Si comincia forse a comprendere da tutto quanto detto che Italia Viva non é certo un soggetto fluido, sottoposto alla mutevolezza della pubblica opinione o alle incursioni dei talk show. E’ una casa di solide fondamenta.
A differenza di Calenda che non ha iscritti, un solo parlamentare, scarsa rappresentanza territoriale.
E che é sondato al 2% circa grazie alla fortissima esposizione mediatica concessagli dai talk show. Dove ha segnalato la seconda presenza dopo Salvini. Una esposizione che non si spiega in base alla rappresentatività di Azione. Ma chissà forse faceva parte di quel disegno per massacrare Renzi e lanciare Calenda su quello spazio di Italia Viva. Per onestà devo aggiungere che Calenda non si é mai prestato al gioco di attaccare Renzi sulle sue vicende personali. E questo gli fa onore a differenza di Zingaretti, Zanda e Orlando.

23/12/2019 - 9:34

AUTORE:
BdB simpatizzante di Enzo Rametti

Il gioco politico non è poi tanto diverso da tutti i giochi olimpici che...l'importante è non la partecipazione ma vincere e Montella&Pioli in questo fine settimana ne son la dimostrazione.
Omar Sivori e Maradona era piccoli ma battaglieri ed erano apprezzati, si per i loro risultati "maanche" per i loro dribling che mettevano "a sedè" avversari all'apparenza molto più forti di loro.
Se vediamo Nadal ed altri campioni di palle grosse o piccine che siano, sia per farci divertire noi "tifosi" e per la loro gloria; cercano sempre di mettere le loro palle nell'angolino e...anche il "cucchiaio" di Totti non è malaccio per la soddisfazione di chi è dalla sua parte e la fregatura dell'avversario è lampante.

Così come il giorno dopo dell'editto del Papeete che fu "un cucchiaio" all'inverso.
"Movete ir culo e vienite in Parlamento per darmi pieni poteri".
Ma in porta c'era Matteo Renzi che rimase in piedi e con un piccolo saltarello prese la palla velenosa che cambiò l'esito della partita. Ad alcuni non sarà "sempatio" (come lo era per me quando non lo conoscevo e alle primarie votai e feci votare Pierluigi Bersani).
Il Bersani che ormai avevo deciso di votare e con il ma ed il se non si fa la storia e se i pentimenti fossero camicie, ne avrei un armadio pieno zibillo.
Il Bersani; colui che tirava sempre la palla nel petto del portiere.
Non voglio vincere le elezioni altrimenti debbo governare sulle ceneri di Berlusconi e scelse Monti /Fornero per levar le castagne dal foo.
Non voglio l'Italicum (la legge elettorale maggioritaria alle francese e come per i nostri sindaci) perché si potrebbe anche perdere ed il solito realista Renzi rispose: se si perde da lorolì è giusto andare a casa.
Poi non gli bastava al solito abitante di Bettola e ne fece un'altra peggiore.
Lui ed altri due ex segretari PDS/PD, D'Alema, Epifani si dissociarono dal loro partito a pochi giorni dalle elezioni politiche per dar vita ad altri due partiti ConSenso di Massimo D'Alema che prese il 2,07 nel suo collegio vinto da Barbara Lezzi e Articolo Uno/LeU fatti apposta per rimanere in Parlamento perchè il segretario del loro ex partito non li avrebbe ricandidati...'nsenò che rottamatore era!

Hanno la faccia come il c... i vari Roberto Speranza che prima liquidano il "povero" Enrico Letta dando la colpa a Renzo Mattei e poi lo stesso Enzo Rametti lo porta al governo della Nazione.

22/12/2019 - 18:56

AUTORE:
XXXL

Questo lo dice lei.

Sbraitare*
Parlare a voce alta e con tono concitato e irato SIN gridare, strepitare

22/12/2019 - 17:16

AUTORE:
Pinuccio

I renziani stanno diventando una consorteria, una loggia. Sono pochi ma sbraitano molto e si avvalgono di mezzi di informazione piccoli ma battaglieri come questo giornale.
Non so quanti non amino Renzi per i motivi esposti, quanti abbiano vantaggi dalle banche o necessità di tangenti mafiose per la loro attività. Credo pochi, i più non amano Renzi perchè è Renzi. Punto.