Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA NUOVA CONTEMPORANEITA'
Spesso sento domande anche un po' preoccupate su cosa significa, o su cosa dovrebbe significare, oggi, essere un'artista contemporaneo. Essere considerato o considerarsi artista contemporaneo ha spesso coinciso con il vivere la sperimentazione, la ricerca, anche spasmodica ed estrema, attraverso la quasi disperata ricerca dell'“originalità”, giustificando qualsiasi mezzo e perseguita attraverso l'utilizzo di nuovi materiali, nuovi concetti di proposte estetiche e concettuali.
Spesso l'atto provocatorio anche fine a se stesso, pur di creare “shock” nel pubblico, ha fatto parte di questo processo, di questa condizione di ricercatore contemporaneo, pur di distinguersi e distaccarsi dal “già fatto”. dal “già visto”, tentando di esprimere “novità per la novità”.
Dall'800 in poi la figurazione è stata sottoposta ad infinite soluzioni di trasformazione, interpretazione e sintesi estreme, sia formali che cromatiche, per poi arrivare allo stesso annullamento della stessa, ed iniziando le ricerche nell'astrazione, anch'essa poi vissuta in tutte le possibili varianti, geometriche, gestuali, materiche, concettuali e fino alla dissoluzione della linea e della forma, con l'“informale”.
Dagli anni '60, hanno poi preso vita vari ritorni alla figurazione sotto nuove forme ed al contempo il “concettuale” ha permesso aperture fuori dalle tradizionali superfici utilizzate nell'arte, come tele, tavole, carte o tradizionali materiali scultorei, aprendo alle istallazioni, ai video, ed all'utilizzo defgli spazi chiusi ed aperti del territorio naturale (vedi la “Land Art”) per infinite tipologie di performance.
Oggi chi continua a vivere la creazione artistica con certi concetti di sperimentazione, persegue l'utilizzo di video, di istallazioni e della performance, spesso considerando tutto ciò che viene espresso attraverso le antiche tecniche espressive del disegnare, del dipingere e dello scolpire o modellare, come desueto, fuori dal tempo attuale, superato, anacronistico, addirittura improponibile.
Ma da pochissimi anni, invece, si vanno delineando, ed in modo sempre più naturale, spontaneo, sincero, determinato ed incisivo, nuovi valori dell'artista contemporaneo, nuovi concetti di “contemporaneità”. In questi ultimi anni molti di noi artisti hanno sentito e sentono il piacere/bisogno naturale e spontaneo di un recupero di veri valori fondanti, i più "oggettivi" possibile, come bisogno di solidi punti di riferimento e di ricostruzione di un processo creativo, intellettuale, espressivo, che da alcuni viene inteso come un ciclico “ritorno all'ordine”, ma che io avverto anche come più profondamente esistenziale e “laicamente spirituale”. Un processo interiore capace di esprimere nuova contemporaneità. I valori della “nuova contemporaneità” non sono più nella ricerca della provocazione o dell'ostentazione dei linguaggi delle istallazioni, dei video o delle performance, come unici linguaggi ancora praticabili, ma risiedono nel dirigere la propria ricerca all'interno, e non più all'esterno di se stessi. La nuova contemporaneità è ricerca sincera ed onesta per il recupero della più intima identità personale, è ricerca "spirituale", intesa come indagine alla scoperta del più profondo "SE".
Solo dopo questa profonda, onesta, ma anche coraggiosa analisi interiore, ogni artista potrà essere sicuro di essere collegato con se stesso e con l'energia dell'Universo, di aver compreso chi è veramente, nella sua vera essenza (accettando anche tutte le proprie eventuali fragilità e pochezze) ed esprimere compiutamente la propria arte come naturale testimonianza della propria contemporanea identità esistenziale, indipendentemente dai linguaggi usati per esternarla ed esprimerla. Una presa di coscienza capace di permettere ed attuare un vero e proprio atto di liberazione rivoluzionario. Non più barriere operative e tecnologiche limitanti o discriminanti, ma libero utilizzo di tutto ciò che è patrimonio tecnologico storico ed aggiornato al nostro tempo, con una rinnovata preparazione tecnica professionale capace di esprimere al meglio il linguaggio e le tecniche scelte.
La libera scelta di un linguaggio non deve mai essere disgiunta ad una preparazione tecnica professionale idonea all'ottimale possibilità espressiva del linguaggio stesso. La libertà operativa deve permettere dall'utilizzo di un pezzo di carbone, o dalla pittura fisica delle impronte manuali che venivano usate anche nelle grotte dei primi esseri umani a tutte le opportunità tecnologiche e di pensiero del presente, senza escludere alcuno strumento fin qui utilizzato nei secoli dall'Uomo. E perseguendo qualsiasi forma di linguaggio, figurativo, astratto o concettuale, purchè vissuto in piena onestà, con professionalità, in totale sincerità intellettuale ed artistica ed in piena armonia con il proprio essere nel momento della creazione artistica.
La nuova contemporaneità è l'opportunità del più fantastico ed originale viaggio avventuroso che l'Uomo abbia mai vissuto e possa vivere: quello nell'Universo del “SE”.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa