Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
UNO.
All’indomani della sconfitta del 2018 il PD, guidato dal reggente Martina, avviava una trattativa non ufficiale e riservata col M5S per costituire il nuovo governo. Liberatosi di Renzi nel vecchio gruppo dirigente aveva preso il sopravvento la corrente che, con Franceschini e da tempo, sosteneva un’alleanza coi grillini.
La principale motivazione era che bisognasse evitare un governo M5S e Lega, i vincitori, perché il PD sarebbe stato in grado di contenere e trasformare positivamente il populismo grillino. Un ragionamento semplice, ma privo dei presupposti politici sui quali si pretendeva di fondarlo e soprattutto senza alcun aggancio ad una strategia che non fosse la semplice soddisfazione dei governisti.
Toccò a Renzi, con una intervista, scongiurare quella eventualità, puntualizzando quale dovesse essere la strategia del PD, che non comprendeva che il maggior rischio per il Paese e per sé stesso era che si strutturasse un nuovo bipolarismo tra i vincitori: da una parte il M5S, trionfante, e i suoi eventuali alleati del PD, con scarso potere contrattuale, e dall’altra la Lega ormai divenuta egemone del centrodestra che aveva la maggioranza relativa.
Quel nuovo bipolarismo avrebbe, in quelle condizioni di svantaggio, reso subalterno il PD riducendolo a un ruolo gregario. Al contrario, disse Renzi, Lega e M5S, che avevano vinto, avrebbero dovuto governare insieme, per non essere confusi, agli occhi degli elettori, come i capifila di due poli alternativi. Solo così, dall’opposizione, il PD avrebbe potuto ricreare lo spazio autonomo per proporsi come alternativa ad un unico polo nazionalpopulista.
Ovviamente le critiche sui metodi renziani dei dirigenti del PD si sprecarono, ma quella compromissione, che sarebbe stata letale per il futuro del loro partito, fu evitata e nacque il Conte 1. Che ebbe l’andamento che conosciamo, fino alla sua rapida consunzione che concretizzò, con la perdita di popolarità del M5S, la fine di ogni presunto nuovo bipolarismo tra populisti e nazionalisti.
DUE.
Era arrivato il momento per il PD, nel luglio scorso, di giocare la sua partita. Ma la nuova maggioranza dei suoi dirigenti era orientata ad andare a nuove elezioni, accettando l’idea che la Lega e la destra le avrebbero stravinte, in cambio della capitalizzazione di pochi, inutili, punti di guadagno percentuale. Votati all’opposizione.
Per la seconda volta Renzi fu costretto a fare la mossa del cavallo proponendo, nelle radicalmente mutate condizioni rispetto ad un anno e mezzo prima, un governo PD – M5S.
Le solite critiche stavolta durarono solo 48 ore. Bastò lasciare il tempo a Zingaretti di fare sua la proposta e ai media, tranne qualche eccezione, ignorare da chi fosse venuta e perché. Così nacque il Conte 2. Un governo assai difficile da gestire, ma che doveva servire, al di là di alcune giuste emergenze da parare, ad accompagnare, possibilmente con profitto, la crisi del M5S e porre così le condizioni per un nuovo bipolarismo Centro – Sinistra Vs Lega – Centrodestra. E qui siamo oggi.
L’Emilia dice che quella possibilità si è aperta ma, attenzione, l’Italia non è l’Emilia e non sempre, come abbiamo visto nei due precedenti passaggi, il gruppo dirigente del PD è in grado di capire dove e come andare. Per questo è nata Italia Viva, perché chi, come Renzi, ha una visione strategica chiara, lucidità tattica e coraggio politico, si possa esprimere liberamente e senza condizionamenti, a vantaggio del Paese e di un nuovo polo di Centro – Sinistra che può crescere e affermarsi solo superando il pregiudizio antirenziano. Un pregiudizio che non ha riscontro nei fatti, considerando che le migliori iniziative del Conte 2 riprendono, alcune in fotocopia, quelle del governo Renzi.
L’illusione del PD è che, non riconoscendo questi fatti, né le svolte renziane che sono alla base delle nuove opportunità di oggi, Italia Viva non si affermi elettoralmente. Una conventio ad escludendum che immeschinisce la politica e i media caudatari, ma che non darà il risultato atteso. Perché?
Perché “non c’è due senza tre”, dice la saggezza popolare, e con Renzi in campo, dopo le due svolte ricordate, è prevedibile che ce ne sarà una terza e altre ancora. La buona politica alla lunga vince, si è visto.
Rido solo a pensarci.