Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Tante persone sono intervenute alla benedizione della Immaginetta risorta. Le “tante” erano bambine con mamme e nonne, signore sole e un gruppettino di uomini. Il rosario era d’obbligo, ma anche lo scambio di opinioni, di frivole cose che però non hanno sostituita o disturbata la sacralità del luogo e del momento. Il tempo si era messo al brutto e questo ha fatto rinunciare molta gente. I più previdenti, dato che il percorso era di circa tre chilometri, avevano portato “a mano” la bicicletta per poi fare “a pedali” il ritorno, gli altri, nel ritorno, hanno continuato a parlarsi e commentare ed è così venuta fuori, finalmente, la storia del gruppo promotore.
In paese ci sono molte signore che, quasi quotidianamente, fanno una giratina in bicicletta sulla via libera fino al chiuso passaggio a livello, passando così per due volte davanti all’Immaginetta.
Sono donne migliarinesi che conoscono bene la sua passata storia e così è stato naturale dirsi di fare qualcosa per far ritornare ai vecchi tempi l’edicola della Madonna. Hanno coinvolto qualche parente, hanno comprato fiori e vernice e una di loro si è incaricata di trovare una brava restauratrice che mettese “mano alle mani”.
Non faccio i nomi di tutte le volontarie perché potrei dimenticarne qualcuna, cito solamente Antonella, giovane migliarinese, che ha restaurata magistralmente la statuetta.
Grazie Signore, non è una preghiera, intendevo “donne”, grazie a nome del paese.
La prima foto è di oggi, la seconda del “passato, prossimo e remoto”.