none_o


Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
none_a
Ripafratta, 12 luglio
none_a
Bagno degli Americani di Tirrenia
none_a
Molina di Quosa, 8 luglio
none_a
Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
none_a
Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
Coronavirus
Dr. Giancarlo Pardini

3/3/2020 - 18:06

Il virus, qualunque virus compreso il Corona, è un esserino talmente piccolo che non si vede nemmeno con il microscopio ottico. Serve quello elettronico in cui invece della luce quello che serve sono fasci di elettroni capaci di identificarlo. In pratica è solo una piccola sequenza di particelle che non sono in grado di vivere autonomamente al di fuori di un ospite. Non hanno una struttura vera e propria come le cellule o i batteri, cioè un nucleo che dirige, una membrana cellulare che lo identifica, lo isola e lo protegge dall’ambiente esterno. Praticamente non ha niente e necessita per vivere e proliferare dell’aiuto di un ospite rappresentato da una cellula. Una cellula che può essere anche vegetale o un batterio o anche un altro virus ma soprattutto animale, di uomo o di altri animali.


Questa cellula viene penetrata dal virus attraverso un contagio, infettata, e lui si insinua nel DNA della cellula e comincia a comandare replicandosi, infettando altre cellule, propagandosi a tal punto da mettere in difficoltà la sua stessa vita e quella dell’ospite.

L’ospite comunque lo riconosce, capisce che c’è qualcosa che non gli appartiene e mette in moto le proprie difese naturali che sono soprattutto gli anticorpi. Anche la febbre è un meccanismo di difesa perché il virus viene inibito da una temperatura elevata e quindi attenzione a non esagerare con gli antifebbrili. Ma sono gli anticorpi a rappresentare il nostro vero esercito di difesa e il loro numero e la loro efficacia dipende da alcuni fattori. E’ un esercito molto pronto e potente nei bambini e nei giovani, perde di efficienza negli anziani e in chi soffre di molte patologie.


Gli anticorpi possono essere “aspecifici”, cioè vanno bene contro tutte le aggressioni, ma iniziano a prodursi al momento dell’infezione, serve loro un po’ di tempo per svilupparsi (mentre la malattia va avanti) e quindi sono inevitabilmente meno efficaci. Oppure possono essere “specifici”, diretti proprio contro quel dato virus, quella data malattia come si ottiene efficacemente con le vaccinazioni. Vaccinandosi contro il virus influenzale ad esempio, cioè iniettandoci solo una piccola parte della struttura del virus incapace di dare malattia ma tuttavia sufficiente a produrre anticorpi, noi anticipiamo la loro presenza e quando il virus si presenta infettando le cellule, questi sono pronti a decimarlo e la malattia non si manifesta.


Di solito i virus che infettano cellule animali sono specifici di specie, cioè infettano ad esempio i polli, o altri animali e non riescono a utilizzare le cellule umane per la loro vita e il loro sviluppo.

Il Corona invece non sappiamo con esattezza da dove sia arrivato, da quale animale abbia avuto origine, forse un pipistrello o un altro animale, ma di sicuro è successo che è stato capace di fare un salto di specie. Di riuscire cioè ad utilizzare, per i sui comodi, anche cellule umane. Il problema è che è talmente diverso da tutti gli altri virus che nel nostro patrimonio anticorpale, la somma cioè di tutti gli anticorpi accumulati negli anni per le nostre varie malattie virali, non c’è niente che gli somigli, che sia in grado, almeno parzialmente, di combatterlo. Qualcosa almeno di strutturalmente simile che possa in qualche modo disturbarlo nella sua progressione. Nei suoi confronti siamo cioè completamente scoperti per cui basta entrare in contatto con il virus che la malattia è inevitabile.


Se prendiamo un virus influenzale molti di noi hanno anticorpi diretti specifici, i vaccinati, o piccole porzioni di anticorpi abbastanza simili che se non sufficienti per impedire la malattia almeno per renderla più lieve. Nel caso del Corona invece non abbiamo niente e la malattia inevitabilmente fa il suo corso. Non abbiamo infatti farmaci antivirali specifici, gli antibiotici servono solo a impedire infezioni batteriche sovrapposte e quindi quello che possiamo mettere in campo sono solo le nostre difese naturali. Chi le ha elevate, come ho detto giovani, combatte meglio, chi ha le difese compromesse è in maggiore difficoltà.

 

Come ampiamente detto nei mezzi di informazione non è pericolosissimo, la sua mortalità è di poco superiore a quella dell’influenza, ma è sempre bene cercare di   evitarlo. La sua pericolosità maggiore sta soprattutto nella sua capacità diffusiva, in grado cioè di infettare grandi masse di cittadini, universalmente indifesi per mancanza di anticorpi specifici o similari.  Se è vero che l’80% dei contagiati non ha bisogno di nessuna cura e solo il 10% di ricovero ospedaliero basta fare i conti e vedere che se vengono colpite centomila persone il dieci per cento di queste sono più che sufficienti a mettere in crisi tutto il nostro pur eccellente Sistema Sanitario Nazionale.


Nel leggere le cifre infine, quelle dei morti soprattutto, bisogna tener presente che la stessa influenza stagionale è capace ogni anno di fare in Italia fra le 400 e le 500 vittime dirette, più alcune migliaia di indirette per patologie preesistenti per cui forse un eccesso di allarmismo appare ingiustificato. Incidenti stradali e morti sul lavoro (oltre il migliaio nel 2019, per questi ultimi) hanno cifre assai più consistenti.


Per questo credo che le misure adottate dal Governo e dalle varie regioni, sia pure con un po’ di affanno per la situazione nuova e straordinaria che si è presentata, siano state misure sensate per cercare di ridurre al minimo il contagio. 


Una pericolosità che sembra esprimersi più che in campo strettamente sanitario, dove come paese Italia mostriamo eccellenza nelle strutture e grande serietà e abnegazione del personale, quanto in quello più complesso ti tipo economico e sociale con imprese in crisi e posti di lavoro a rischio.


Cerchiamo ognuno di fare la nostra parte evitando allarmismi inutili perché forse questo è il vero pericolo per il Paese.
 
 
 
 
 



+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

5/3/2020 - 8:00

AUTORE:
u.m.

Grazie caro amico del tuo importantissimo articolo. Una perfetta spiegazione, non catastrofica come quella propinataci dai media, ma comprensibilissima. Non entro nel merito degli altri interventi "cautelativi" che lo stato sta mettendo da oggi in atto con la chiusura delle scuole e neanche il "reusoriare" gli anziani.
Grazie ancora.