Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Siamo in guerra, nessun’altra definizione credo meglio si adatti a quello che stiamo vivendo. Una guerra mondiale perché l’epidemia è stata appena dichiarata pandemia e colpirà tutti i paesi del mondo con rare eccezioni per motivi geografici o per gran fortuna, perché magari vi arriverà quando gli scienziati avranno trovato qualcosa con cui combattere il virus. Un antivirale forse, ne stanno provando molti per vedere se qualcuno anche datato o diretto verso altri virus può avere qualche effetto positivo, almeno parziale, oppure se gli scienziati israeliani (ma anche negli USA stanno lavorando alacremente, se non altro per il ritorno economico che un vaccino può comportare loro) riescano a definire le loro anticipazioni di un vaccino orale disponibile in pochi mesi.
L’OMS, per bocca di un suo rappresentante, non prevede un vaccino efficace se non fra alcuni mesi. Oppure può succedere, in molti lo sperano ma nessuno lo può sapere perché il virus è completamente nuovo e diverso dagli altri, che il caldo estivo qui da noi lo renda meno aggressivo e più facilmente controllabile.
Se all’inizio questa epidemia è stata presa un po’ sottogamba, da tutti, Governo e cittadini, ora sono (siamo) tutti più convinti che la cosa sia seria. Direi drammatica oramai nelle regioni più esposte, molto seria nelle altre, ed anche i cittadini si sono resi conto che fare finta di niente, ignorare le disposizioni non è stato proprio una scelta sensata. Ora le disposizioni sono molto più stringenti, anche se non ancora a livello cinese, ma molto vicine e non è detto che ci si possa arrivare se la situazione non migliorerà in maniera sensibile nelle prossime settimane. Due settimane per sapere, dice il Governo.
Forse bastava un po’ più di senso di responsabilità ma noi italiani, si sa, non siamo famosi per quello e spesso ci consideriamo più furbi degli altri e non diamo molto peso alle disposizioni che vengono dalla politica. Lo dimostrano le feste andate avanti nell’indifferenza generale, i bar affollati senza attenzione, la movida non interrotta, la fuga precipitosa dalla Lombardia con l’arrivo in massa nelle seconde case al mare, l’incertezza sugli eventi sportivi per gli interessi delle società, il pensiero che la malattia colpisse solo una piccola parte del paese e non ci riguardasse. Per arrivare all’idea malsana dei gestori degli impianti dell’Abetone che ha proiettato la Toscana a livello nazionale come esempio di dabbenaggine, per non dire di peggio.
Ora siamo tutti più costretti in casa ma forse non ci siamo ancora. Stamani mi riferiscono che a Nodica la panetteria-bar era ancora affollata di clienti e sull’Aurelia c’era molto traffico. Manca ancora qualcosa. Come diceva Sartre la democrazia migliore è quella senza leggi, solo quelle derivate dalla responsabilità individuale!
Ora gli altri paesi europei non ci deridono più. Anche loro hanno capito che con questo virus non si può scherzare. La Francia tace (e permette ancora due giorni fa una manifestazione di finti puffi di 3500 idioti) e la Germania fa i calcoli e vede che è solo una settimana, forse nove giorni, dietro a noi. Le cifre loro corrispondono esattamente a quelle nostre di circa una settimana prima.
Nessuno sarà risparmiato e la nostra sfida, che poi sarà quella di tutti gli altri paesi che comunque faranno tesoro anche dei nostri errori, al momento è quella sanitaria. Dobbiamo ridurre i contagi, non c’è altra soluzione. Il Governo si dovrà occupare anche delle gravi pesanti ricadute economiche ma questo solo in una fase successiva, ora si dovrà limitare solo a misure emergenziali per le famiglie e le persone in grave difficoltà economiche che mettano a rischio la loro capacità di sopravvivenza. Quello che serve ora è non mandare in tilt il sistema sanitario nazionale.
Al Nord si dice, ma spesso si cerca di non allarmare troppo, che già qualche scelta debba essere fatta. Decidere chi attaccare alla macchina in base alla capacità di sopravvivenza: un giovane con molte probabilità di guarigione oppure un anziano con gravi malattie pregresse che potrebbe occupare un posto inutilmente. Speriamo che questa voci non siano vere e soprattutto che non debba succedere in tutto il Paese. Nelle regioni del sud Italia sappiamo che la Sanità pubblica è meno efficiente, i posti di terapia intensiva ridotti e si capisce perfettamente la preoccupazione di governatori che si rendono conto di non potere affrontare un contagio diffuso con la stessa efficienza delle regioni del nord. Si cerca di rimediare in fretta con l’aumento dei posti in rianimazione e l’arrivo di nuovi respiratori ma tutto questo non può che avere un limite e questo limite è dato dal numero dei casi di contagio.
Cosa possiamo fare noi? Lo sappiamo bene, ce lo hanno spiegato ampiamente. Vuol dire cambiare le nostre abitudini, fare molte rinunce, usare la testa e il buon senso nelle occasioni in cui per necessità ci dobbiamo spostare o avere contatti con gli altri. Bisogna partecipare, partecipare a questa prova collettiva sapendo che ne va di mezzo la nostra salute e la salute di tutti. E’ proprio come essere in guerra, in guerra contro un nemico invisibile ma potente, che ci può colpire a tradimento senza avvisarci, senza farci sapere che è lì pronto ad aggredirci. Ma è una guerra che possiamo vincere solo se ne prendiamo piena consapevolezza e ci comportiamo da cittadini consapevoli e non da imbecilli come è successo in molti casi fino ad ora.
Non lasciamo soli chi ogni giorno conduce la sua battaglia negli ospedali e sul territorio. Anche noi abbiamo una missione da compiere, facciamolo e vinceremo questa sciagura tutti insieme.
Stiamo in casa. Consiglio di alternare la tv alla lettura di qualche libro, magari di quelli cosiddetti da spiaggia, senza troppo impegno per i lettori non abituali, facciamo qualche passeggiata ma da soli, non in gruppo che è vietato; in due credo si possa andar basta stare alla giusta distanza. Leggiamo questo giornale, magari scriviamo qualche cavolata, scriviamo quella lettera che non usa più ma che può servire, qualche telefonata ad amici e parenti, un po’ di social per chi è pratico, ascoltiamo un po’ di musica, sistemiamo le fotografie, qualche lavoretto in casa da tempo rimandato. Dobbiamo passare queste due settimane (per ora!) cercando di restare il più possibile isolati. Facciamolo non solo per gli altri, facciamolo anche e soprattutto per noi.