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È possibile dipingere il silenzio?
Gavia ci prova con le immagini dei mondi che lo evocano.

In un tempo fatto di parole, porre l’attenzione sul silenzio è riflettere su quello che forse più manca oggi: l'ascolto, il saper ascoltare. 
Questa nuova mostra di Gavia vuole essere come l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni 

Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
Spesso negli Stati Uniti e quando ti trovi tra la mid .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

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Di Mario Lavia
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Di Umberto Mosso
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Da un intervista a Raffaella Paita-Italia Viva
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A cura di Tania Giordano
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Grazie a Lucia Ciampi, per questa rievocazione
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Fata Idro ha fatto un miracolo: quello vero balsamico salvifico.
In ausilio a fata Flora riesce a difendere,
proteggere, tutelare il mondo intero .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Cina-Italia
Che bella la solidarietà quando non ha confini!

12/3/2020 - 21:36


Che bella la solidarietà quando non ha confini!

Per combattere insieme l’epidemia da Covid-19, il governo cinese ha inviato un team di esperti medici in Italia, formato congiuntamente dal National Health Commission of China e dalla Red Cross Society of China. Il team volerà oggi a Roma insieme alle donazioni delle attrezzature e dei materiali sanitari d’emergenza. #ForzaCinaeItalia — 

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12/3/2020 - 21:43

AUTORE:
Umberto Mosso

Conosco abbastanza bene la Cina e i cinesi.
Sono stato in Cina innumerevoli volte nell’arco di otto anni, più spesso per lavoro, a volte come viaggiatore. Potrei parlarne per giorni tanto mi affascina quel posto e quel popolo.
Della Cina, mediamente, sappiamo poco e spesso solo luoghi comuni e fake news, alcune neanche tanto news. Ma volendo ricorrere a stereotipi direi che i cinesi sono più laboriosi dei tedeschi, più precisi degli svizzeri e più gioviali e festaioli di un napoletano felice.
L’arma cinese più forte per sconfiggere il coronavirus si chiama coesione sociale, che è figlia del consenso. Sì, il governo cinese ha sempre avuto, anche nei momenti di crisi, e penso esplicitamente a Tiananmen, al Tibet e a Hong Kong, un grande consenso di popolo. Ad alcuni non piacerà sentirlo dire, ma basta esserci stati, averci lavorato fianco a fianco, aver ficcato il naso un po’ dappertutto e parlato con chiunque fuori dai denti, dai membri del governo al lavoratore più modesto, per capirlo.
La Cina non è un lager dal quale si scappa. I cinesi viaggiano, studiano nelle Università del mondo, e tornano sapendo di avere un posto sicuro dove prosperare. La gente, in Cina, conosce perfettamente i limiti di quel sistema, le critiche non sono espresse sottovoce, ho conosciuto pochi popoli discutere, anche animatamente, su qualcosa che non va.
Ma nella stragrande maggioranza delle persone è fortemente radicata la coscienza di un enorme progresso fatto in 70 anni sotto la guida di un gruppo dirigente che ha saputo, dopo i primi due decenni difficili, portare oltre 1 miliardo e mezzo di persone dalla miseria a un benessere sempre più diffuso e a livelli di cultura e civismo senza precedenti o eguali nel mondo.
I cinesi sono sorridenti.
Lo capisci tornando in Italia e guardandoci girare per le strade. Un taxista di Pechino, che portava un medaglione con Mao Zedong appeso al retrovisore, come da noi alcuni con Padre Pio, mi disse “E’ un portafortuna, perché noi cinesi abbiamo avuto due fortune. La prima è avere avuto un capo come lui. La seconda è che non ha lasciato eredi”. Si guarda al futuro, ma con grande rispetto, perfino amore, per il passato, anche quello dei momenti più difficili, perché è storia comune, come di famiglia.
Come per nessuna altra realtà per capire la Cina e i cinesi devi metterti nei loro panni. Non è banale dire che devi conoscere la loro storia e la loro cultura, perché se questo è vero per qualunque popolo diverso dal tuo, in questo caso hai difronte una storia e una cultura del tutto differente da quello occidentale.
I cinesi sono molto orgogliosi della loro storia che, in molti, paragonano a quella italiana a partire dalle analogie tra il Celeste Impero e l’Impero Romano, del quale hanno trovato tracce nella città di Liquian nel Gansù. Gli storici cinesi datano dal I secolo d.C. l’inizio dei rapporti commerciali tra Roma, chiamata Da Qin (Grande Cina), governata da un imperatore di nome An – tun della dinastia degli Antonini, si pensa a Marco Aurelio.
Anche per questo ritengono gli italiani i più predisposti a capire naturalmente la Cina, essendo figli di due uguali grandezze.
Quante volte ci siamo detti scherzando che Roma e l’Impero dei diecimila anni hanno perfino gli stessi colori, porpora e oro.
La prima capitò una sera a cena con le Ambasciate d’Italia e di Francia ospiti del governo cinese. I francesi ammutolivano tutti decantando le loro qualità. Profittando dei tre secondi per riprendere il fiato di un collega parigino, mi infilai dicendo “vi abbiamo visto arrivare qui dove noi stavamo da secoli, perfino Roma e Pechino hanno gli stessi colori araldici”. La discussione prese un’altra piega e quella sera pareva che a tavola ci fossimo solo noi e i cinesi.
La Cina sta uscendo dal coronavirus e spero che ne usciremo anche noi al più presto.
Vorrei che questa esperienza ci lasciasse un popolo più coeso, più orgoglioso di sé e più cosciente delle sue grandi potenzialità.