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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
none_o
Non “costerebbe” nulla!

26/3/2020 - 14:46



In questo mondo cinico  e offeso rimane poco spazio alla preghiera ed alla speranza di una intercessione divina.
Sono presenti però, in questi momenti, molti esempi di “carità cristiana”, da non confondersi con la “solidarietà civile”, e mi riferisco ai preti, frati e suore che sfidano il pericolo di contagio insieme a coloro che cercano di debellarlo. Altri fedeli, guidati dal Papa Francesco, si riuniscono per pregare insieme con il moderno supporto della telematica, ben lontani dal tempo in cui vi erano solo manifesti murali che invitavano alla preghiera.
In questi giorni di forzato riposo, dove tutti dicono la loro scegliendosi però quella che fa più comodo ed alla quale si sentono più portati, io mi sono messo alla “riordinazione” dell’antico materiale cartaceo che ho raccolto in anni ed anni di ricerca e mi sono imbattuto in questi “editti”, dimenticati in un vecchio baule (come da copione!).
Il primo (notate come l’Arcivescovo di Pisa, e poi anche di Salonicco, usi  inopportunamente il titolo “temporale” di “conte”) chiede ai fedeli di pregare il patrono San Ranieri perché si allontani il terribile flagello del tifo che sta colpendo Firenze e i suoi dintorni ed è datato 26 gennaio 1892.
Nel secondo invece chiede di farlo, l’11 giugno 1895, per un disastroso terremoto, con la stessa intercessione del nostro patrono, che ha seminato guai e morti in Italia e principalmente a Firenze.

 

Non può non saltare alla mente una insignificante lieve analogia fra i quaranta giorni dati dal conte a chi prega per l’aldilà con la quarantena che ora si dà per chi sta di qua.

 

Scherziamoci che così passa meglio!
Il tempo, non altro!

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