Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Siamo subissati di morti, moribondi e contagi, non ci resta che appigliarsi al bello del passato per non morire nell’anima prima che nel corpo.
Il problema non è passare “a miglior vita”, mi sembra di essere preso e prendere in giro usare questo eufemismo, quando saremo nell’ultimo letto dove penso che tutti preghino che la fine venga velocemente, siamo preparati, ma è lo strazio che si provoca ai familiari che non possono tenerti la mano nell’ultimo salto.
Questo è il dramma che dilania.
Ho avuto mio padre che doveva essere accudito e ho passato gli ultimi anni della sua vita a tenergli la mano e a parlargli pensando continuamente alla fine di mia madre che gli aveva fatto dire: ma all’ospedale guarirà? No! E allora la tengo a casa!
In quei lunghi mesi gli parlavo della pesca, del Suo Serchio, focalizzandolo nell’Oncino, la morbida curva che è stata la mia seconda culla.
Mentre stavo seduto accanto a Lui mi venne da scrivere una poesia in vernacolo che gli dedicai:
L’ùtimo pescatore
Dice mi’ pà c’ha fatto un sogno strano,
non come fan ‘vell’artri drento ‘r crino,
di notte, cor cortrone e cor cardáno,
ma quando e a pesca’ ‘n Serchio ner barchino.
“Mentre cercavo e ragni nell’Oncino,
che ci stan come cardellini ar pero,
ti sbrigo, proprio canto ‘r sugherino,
tre amici che mi parlino dar vero.
Erardo con Antenore e Danilo
mi fanno: Dai Neno, dai, vien via,
qui si pesca senz’amo e senza filo,
‘un ti si dice certo ‘na bugia.
Qui ‘un c’è chi létia e chi spillàcchera,
si pesca sempre come pesca ‘r Ghiara
che ne’ fossi se ne va a mmazzàcchera
cor sole arto e ll’acqua bella ‘hiara.
S’è vvero ch’alle Prata gliè più bbello,
senti bimbo cos’ ar tempo dovi fa’:
‘ndella ‘assa ci vò cann’e mulinello,
lenze e ppiombi, ‘ baini no, e c’en di già!
Ma nini, sono stítio, e tte lo sai!
‘Vando sèri ‘r coperchio, fa ppianino,
metti le ‘òse bene, ‘un si sa mmai
‘un avesse a troncammisi ‘r cimino!”
Ogni notte vado nell’Oncino a pescare con mio padre, ogni notte sogno quei momenti ed ora, caso quasi “soprannaturale”, mi si viene a ricordare quei luoghi e quei momenti.
Sì, è vero, avevo cercato di allontanarmi da Voi, ma non per mancanza di voglia di parlarvi (scrivervi!), ma solamente per fare ordine nei miei pensieri che si attorcigliano intorno alla devastante prigionia, tenendo forzatamente dentro la mente quello che le gambe non possono far uscire.
Grazie Oncino/k.
Sempre tuo U.
p.s nella cassa c’è canna e mulinello!