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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Guarigione dal COVID
dr. G.Pardini

19/4/2020 - 9:55


Quando è che un soggetto si può considerare guarito dalla malattia e non più contagiante? Per questo bisogna partire dalle possibilità diagnostiche che oggi abbiamo nei confronti del virus Covid19. Come si sente dire spesso nei confronti della malattia abbiamo due indagini fondamentali: il tampone faringeo o nasale e i test sierologici. Importante è chiarire subito che nessuno dei due, da solo, è in grado di garantire o di certificare il nostro stato nei confronti della malattia.


Il tampone negativo certifica infatti che al momento del test noi non abbiamo nelle nostre mucose il temuto virus, ma non ci garantisce che possiamo non averlo magari solo il giorno dopo. E’ quindi un test utile solamente per controllare che un soggetto apparentemente sano, oppure contagiato e già guarito, non contenga più il virus nelle sue mucose e quindi non sia più in grado di contagiare altre persone. Il suo utilizzo principale consiste quindi nel poter dichiarare con sicurezza non contagiante la persona o senza sintomi oppure che ha avuto la malattia.


Ricordiamo comunque che questi tests non sono sicuri al cento per cento ma hanno, entrambi, dei margini di errore legati sia alla natura specifica dei test che alla possibilità di un’errata esecuzione da parte del laboratorio o del prelevatore. Per questo la negatività del soggetto è dichiarata per prudenza solo dopo due tamponi entrambi negativi.


Il test sierologico si esegue prelevando una piccola quantità di sangue con un prelievo venoso oppure semplicemente pungendo un dito e depositandola in un pozzetto con un reagente. Pur avendo una sicurezza inferiore il test rapido dal dito è di facile esecuzione e la risposta è immediata: si legge entro dieci minuti semplicemente osservando se all’interno della piccola striscia di plastica compaiono o meno delle piccole bande scure che indicano la presenza di anticorpi.


Gli anticorpi ricercati sono di due tipi IgG e IgM (le sigle) che indicano le immunoglobine (anticorpi) di tipo G e di tipo M. Le Immunoglobuline M sono a comparsa rapida, si sviluppano precocemente al contagio e hanno una durata molto limitata nel tempo mentre le G compaiono solo successivamente ed hanno una durata molto maggiore nel tempo, talvolta tutta la vita. Bisogna purtroppo dire che per quanto riguarda il Covid 19 non sappiamo ancora quanto queste immunoglobuline G durino nel tempo, essendo un virus completamente nuovo.


Le IgG sono i famosi anticorpi che ci danno la protezione al contagio, come quelli che si sviluppano entro due o tre settimana quando ci vacciniamo contro l’influenza. Se cioè entriamo in contatto con quel dato virus contro cui ci siamo vaccinati questi anticorpi, già presenti nel nostro organismo, ne impediscono la replicazione, lo attaccano e la malattia non si sviluppa.


Alcuni anticorpi di tipo G durano per tutta la vita come quelli contro il morbillo e altre malattie dell’infanzia, altri hanno durata di anni come quelli per il tetano che periodicamente vanno “richiamati”, altri durano ancora meno come quello per l’influenza. Ma nel caso del virus influenzale conta molto anche la sua capacità di mutare velocemente. Gli studiosi sperano che questi anticorpi prodotti dal contagio col Covid 19 durino a lungo in modo da rendere molto più efficace una vaccinazione di massa.


C’è anche la speranza che il Covid 19 possa divenire un virus stagionale come quello influenzale ma, come ho detto, trattandosi di un virus nuovo non ancora studiato non possiamo saperlo. Anche l’effetto delle temperature estreme rimane al momento solo una speranza osservando come la sua distribuzione nel mondo sia soprattutto orizzontale risparmiando le zone del pianeta in alto e in basso, o almeno essendo in queste zone meno aggressivo e contagiante.


Per tornare al certificato di non contagio riguardo al Covid 19 anche in questo caso la sola ricerca degli anticorpi non risolve il problema. Un soggetto può essere stato contagiato e presentare entrambi gli anticorpi, specie quelli di tipo G a significare un contagio non troppo recente ed essere protetto dalla malattia, ma non possiamo essere sicuri che non abbia ancora nelle mucose la presenza del virus e quindi sia ancora contagiante.


Il virus poi naturalmente scompare col tempo ma ancora non sappiamo quanto ancora permane nelle mucose del contagiato ed ecco che per ottenere un certificato di guarigione e di non contagio il soggetto deve quindi corrispondere ad entrambi i requisiti: avere le immunoglbuline G (anticorpi durevoli, anche se non sappiamo ancora quanto) e anche il tampone negativo.  Solo in questo modo possiamo essere sicuri che il soggetto non può essere contagiato perché ha gli anticorpi specifici e nemmeno può contagiare perchè ha il tampone (meglio due) risultato negativo.


Per la famosa immunità di gregge ci si riferisce ad una popolazione che presenta anticorpi contro uno specifico virus in una percentuale talmente elevata, come numero di soggetti, che il virus non riesce ulteriormente a diffondersi. Al momento al momento del passaggio da un contagiato ad un nuovo soggetto se questo presenta una sufficiente quantità di anticorpi specifici contro il virus questo non è in grado di penetrare e replicarsi. L’epidemia quindi non ha modo di espandersi e si esaurisce. 

 

Per essere veramente efficace tuttavia la percentuale di soggetti protetti deve arrivare almeno al 60-70 per cento della popolazione. E’ evidente che quanto più elevata è la percentuale di popolazione protetta quanto maggiore è l’efficacia di questo tipo di immunità. E’ quello che si prova ogni anno di ottenere con la vaccinazione influenzale cercando di arrivare ad una copertura di almeno il 70 per cento di tutta la popolazione.


E’ questa la strategia principale a cui tendono oramai gli scienziati di tutto il mondo, l’unica veramente capace di fare fronte alla pandemia, anche se per questo servirà ancora del tempo.



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25/4/2020 - 19:18

AUTORE:
Luca

Ineccepibile come sempre. E' stato anche il mio di medico e purtroppo non ci sono più dottori del suo calibro.

21/4/2020 - 10:54

AUTORE:
sandro

Chiaro come sempre il dottore. E' stato il mio dottore di famiglia e lo rimpiango sempre per competenza e capacità di ascolto. Quasi un amico, ne approfitto per un saluto.