Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Verso la riapertura degli studi dentistici: si lavora per tutelare al massimo pazienti ed operatori
Parla il Dottor Stefano Briganti, presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) di Pistoia
Tra gli operatori sanitari che hanno garantito prestazioni sanitarie urgenti durante questa lunga fase di emergenza sanitaria ci sono i medici dentisti. Come hanno vissuto gli odontoiatri pistoiesi le nuove prescrizioni in tema di salute e sicurezza? E come si stanno preparando alla riapertura degli studi?
Lo abbiamo chiesto al Dottor Stefano Briganti, presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) di Pistoia, organismo che a livello nazionale fa parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
La CAO nazionale sta mettendo nero su bianco le regole in base alle quali si dovrà articolare il lavoro dei medici dentisti nella fase di riapertura e di convivenza con il Covid-19. In particolare sono sette le direttrici su cui la commissione si sta muovendo: le conoscenze scientifiche sul virus, le modalità di diffusione, l’epidemiologia, la diagnosi; l’eventuale screening dei pazienti tramite test rapidi e sierologici; la protezione del paziente; quella degli operatori sanitari; la sanificazione degli ambienti; le istruzioni sull’uso ottimale dei dispositivi individuali di protezione; gli aspetti organizzativi.
Dottore, come avete vissuto queste settimane di chiusura e come vi state preparando alla riapertura?
Stiamo aspettando che il tavolo tecnico che sta lavorando a Roma emani delle indicazioni formali, dotate dell’accuratezza propria di un protocollo sanitario. Tutto questo per dare vita ad una attesa e congrua riapertura. Una riapertura che deve avvenire in serenità, in modo che non ci siano né fughe in avanti né ingiustificate esitazioni. Tutto si dovrà svolgere a garanzia massima del paziente e dell’operatore. Sarà una sorta di riassunto di tutte le azioni che noi abbiamo già applicato per tutelare il paziente, da quando arriva in sala d’aspetto fino a quando esce.
Che tipo di interventi avete garantito da quando è iniziata l’emergenza sanitaria?
Innanzitutto una premessa: i pazienti stessi hanno deciso di rimanere a casa, autotutelandosi e limitando così il rischio di contagio. E anche noi ci siamo autoregolamentati: rappresentando comunque un’istituzione di pubblica utilità e come tale non soggetta a una chiusura indiscriminata, abbiamo privilegiato l’effettuazione di interventi urgenti e indifferibili.
Qualche esempio: l’insorgere di un ascesso porta ad un intervento di incisione, volto a dominare il dolore del paziente e le reazioni infettive importanti. O ancora il sopravvenire di una carie: il dente può andare incontro a una pulpite e quindi va devitalizzato, senza però procedere al completamento di tutta la cura canalare. Ci si attiene all’intervento di urgenza per mettere in sicurezza il paziente ed eliminare il dolore.
Molto probabilmente gli studi dentistici saranno tra i primi a tornare in completa attività
Siamo prossimi a una riapertura: uno studio odontoiatrico che rimane chiuso per un periodo così lungo non è sostenibile per tanti motivi. Questa nuova forma virale, di fronte alla quale, noi come tutti, sicuramente eravamo impreparati, ci impone l'adozione di ogni tipo di tutela, dai macchinari dedicati alla sanificazione all’incremento e all’aggiornamento dei dispositivi di protezione. Una volta che si mettono in atto queste garanzie si può tranquillamente ritornare a un’attività odontoiatrica ordinaria.
Sui lavori della CAO si è espresso anche il presidente nazionale Raffaele Iandolo, che ha annunciato una nuova riunione nella giornata del 22 aprile. L’obiettivo, secondo Iandolo, è quello di giungere quanto prima a soluzioni condivise e pienamente esaurienti che, una volta sottoposte a validazione del Ministero della Salute, verranno messe a disposizione di tutti i dentisti italiani.