Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
VIVA L’INVETTIVA!
Dite quello che vi pare ma io, con uno che scrive questo e così, con quella bellissima faccia da figura michelangiolesca, starei a parlare per ore, pure delle poche cose sulle quali non sono d’accordo:“Salvini, un leader da quattro soldi che annaspa nello stagno dei propri errori e nello specchio dei propri marchiani difetti.
Gestisce l’opposizione come una clava, da primitivo, con il nervosismo e l’immaturità di un bambino viziato e cattivo, disposto a tutto per stare in palcoscenico, e magari a trasformare la Bce o l’intera Europa, in un nuovo mitico “porto chiuso”. Sarebbe capace di isolare l’Italia in un padiglione speciale, in un lazzaretto di appestati.
Quando cerca facile popolarità, spazio mediatico a buon prezzo, quando insegue la suggestione di una leadership ondeggiante, cafona, bugiarda, urlata, deformata dal nichilismo narcisista, tra gli annunci mortuari dell’Eco di Bergamo e la tragedia mondiale potenzialmente di “proporzioni bibliche”, e quando fa le sue flessioni muscolari in calzoncini e canotta, dopo aver invano aspettato di vedere se si potesse attribuire il virus ai negher, questo scampolo di razzismo e di frustrazione autoritaria all’italiana è solo una tremenda vergogna, una sciagura nazionale.
Non ha la minima credibilità per affrontare con persone normali questioni infinitamente più grandi e più dolorose di lui e delle sue mattane nevrotiche, è un soggetto pericoloso per le istituzioni, e l’averlo capito, resterà, comunque la si pensi del BisConte churchilliano e degli alacri costruttori del governo attuale, un merito indiscutibile.
Avanti così.
Meglio l’autocertificazione del bollo untuoso e scabroso di un piccolo caratterista del teatro della miseria politica
”Giuliano Ferrara (da il Foglio)