Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
VEDREMO
Il governo ha chiesto un parere al comitato di scienziati, che orienta le sue decisioni da mesi, sulle eventuali criticità sanitarie che la regolarizzazione dei lavoratori immigrati potrebbe presentare. Le condizioni di vita e di lavoro di queste persone, dicono gli scienziati, sfuggono al rispetto di ogni regola di prevenzione dell’epidemia. Per questo motivo, concludono, essi costituiscono un rischio assai elevato per loro e per le popolazioni residenti nelle aree circostanti il loro utilizzo.
Stando ai media, nella risposta degli scienziati non ci sarebbe nessuna parola riguardante il fatto che queste persone sono già qui, ammassate nei ghetti e sfruttate nei campi. Non una indicazione su come adottare d’urgenza misure di sicurezza per loro.
Che farà il governo?
Prenderà atto di quel parere decidendo di non procedere alla regolarizzazione, ma lasciando che degrado e sfruttamento continuino? Deciderà, con coraggio politico e rispetto dei diritti umani, di fare della regolarizzazione una grande occasione di ritorno alla legalità e di risanamento sanitario e ambientale?
Che ha da dire il ministro Speranza su come sanare d’urgenza e preventivamente questi focolai di possibile epidemia procurata da un uso criminale di esseri umani?
Fino ad ora silenzio.
Aspettavano il parere degli scienziati per delegare loro, come al solito, decisioni che non hanno il coraggio o la volontà di prendere senza il paravento scientifico? Vedremo.
Ieri l’Eurogruppo, con il consenso della Commissione europea, ha definitivamente e ufficialmente sancito quello che già di sapeva da più di un mese. L’assegnazione dei fondi del Mes non avrà alcuna condizione riguardante la valutazione del debito pubblico del Paese che ne farà richiesta, così come è esclusa qualunque richiesta successiva di aggiustamento dei conti pubblici (la Troika non esiste più). Il prestito verrà erogato ad un interesse dello 0,1% e sarà restituibile in 10 anni. Unica condizione è che i fondi siano usati per adeguare le misure sanitarie, sia nell’emergenza, sia dopo, e per la prevenzione della salute più in generale. E’ bene sapere che, mentre Conte continuava a dire che il Mes era una misura non adeguata e pericolosa per le sue condizioni, e Speranza lo seguiva pedissequamente su questa bugia, le norme ribadite ieri erano già state discusse, definite e accettate dagli altri paesi dell’UE. Come chi mi legge sa.
Ieri Speranza ha annunciato che nel prossimo Decreto legge (ex aprile) su 50 miliardi previsti ne saranno stanziati 3 per un piano di adeguamento sanitario che appare smunto come la sua faccina.
Il Mes metterebbe a disposizione dell’ipotonico ministro ben 37 miliardi coi quali, se avesse una mezza idea, potrebbe rivoluzionare l’intero SSN. Se non è chiedere troppo ci si aspetta che, tra una camomilla e l’altra, Speranza faccia sentire la sua vocina non per ripetere le solite frasi fatte sulle guardie abbassate o sul non sprecare i sacrifici fatti (manca solo l’invito a volere bene alle mamme) e faccia il suo dovere rivoluzionario facendo l’unica rivoluzione che la sorte, ahinoi, gli concede di fare, quella sanitaria.
Più che non abbassare la guardia l’invito è ad alzare il ministro.
Conte e Speranza possono anche rivendersi al gregge disinformato e a quello malfidente di chi dice da mesi che il Mes senza condizioni va utilizzato, che hanno ottenuto una grande vittoria.
Abbiamo perso oltre un mese di tempo, ma facciamo finta di niente, tanto i morti non possono parlare, ma speriamo che almeno gli anemici lo facciano.
Vedremo.