Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Scusate, ma è proprio fastidioso.
È irritante il modo sistematico che ha Giorgia Meloni di alterare la realtà per creare il caos. Soprattutto perché spudorato.
Ieri sera, dopo la conferenza di Conte, si è infatti fiondata sui social denunciando il fatto che i protocolli della riapertura fossero stati resi noti solo ieri sera, mentre altri ancora non esisterebbero. E per questo ha aizzato la gente (che novità) contro il governo a cui addossa le colpe.
È falso.
Ma proprio falso: protocolli e linee guida, come stabilito dal decreto-legge, sono a capo delle regioni, che seguono indicazioni nazionali, ma che hanno ampissima autonomia.
È proprio scritto all’art. 14 del decreto-legge: “Le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei (…) adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”.
E solo: “In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale”, come specificato sul Ministero della Salute.
Ma cavolo davvero non riuscite a perdere occasione? È un continuo mistificare che ha del febbrile.
E la cosa che irrita di più è che queste "belle operazioni" di mistificazione hanno però il coraggio di farle solo su Facebook o da soli nei salotti televisivi di amici.
Perché in un qualunque dibattito verrebbero non atterrati politicamente. Ma umiliati.