Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Scusate, ma è proprio fastidioso.
È irritante il modo sistematico che ha Giorgia Meloni di alterare la realtà per creare il caos. Soprattutto perché spudorato.
Ieri sera, dopo la conferenza di Conte, si è infatti fiondata sui social denunciando il fatto che i protocolli della riapertura fossero stati resi noti solo ieri sera, mentre altri ancora non esisterebbero. E per questo ha aizzato la gente (che novità) contro il governo a cui addossa le colpe.
È falso.
Ma proprio falso: protocolli e linee guida, come stabilito dal decreto-legge, sono a capo delle regioni, che seguono indicazioni nazionali, ma che hanno ampissima autonomia.
È proprio scritto all’art. 14 del decreto-legge: “Le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei (…) adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”.
E solo: “In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale”, come specificato sul Ministero della Salute.
Ma cavolo davvero non riuscite a perdere occasione? È un continuo mistificare che ha del febbrile.
E la cosa che irrita di più è che queste "belle operazioni" di mistificazione hanno però il coraggio di farle solo su Facebook o da soli nei salotti televisivi di amici.
Perché in un qualunque dibattito verrebbero non atterrati politicamente. Ma umiliati.