Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
IL CUL DE SAC IN CUI SI E' CACCIATO IL PD DA QUANDO HA INDICATO IN CONTE " IL PUNTO DI RIFERIMENTO FORTISSIMO DEI PROGRESSISTI"
Governo, perché il premier non teme il Pd07 GIUGNO 2020La semplice minaccia del "partito di Conte" crea scompiglio. Perderebbero tanti punti sia i 5S sia i Democratici. Ma il problema politico riguarda soprattutto questi ultimi
È bastata la vaga ipotesi - lasciata circolare senza conferme né vere smentite - secondo cui il presidente del Consiglio ha in animo di dar vita a un partito personale, ed ecco che il Pd comincia a mostrarsi insofferente verso Giuseppe Conte e le sue iniziative. Fino a poco tempo fa Zingaretti, ma non solo lui, giudicava il premier "il punto di riferimento dei progressisti".
Adesso l'avvocato pugliese è diventato un tipo non del tutto affidabile, da incalzare perché faccia presto con le politiche di sostegno agli italiani e non perda tempo con le coreografie ricche di effetti speciali e povere di sostanza quali gli "Stati generali dell'economia".
Si dimostra così l'astuzia spregiudicata del premier che ha saputo ritagliarsi uno spazio via via più largo tra i Cinque Stelle e il Pd, dando a entrambi l'impressione di essere il migliore amico di ciascuno, ma in realtà lavorando al proprio progetto. Quando Conte dice al Corriere di non sentirsi "accerchiato", almeno non più del solito, e di non temere la fine del governo, usa un tono quasi sarcastico nei confronti della sua maggioranza. Può sembrare strano, visto che il Pd gli aveva riservato il giorno prima l'attacco più aspro dalla nascita dell'esecutivo.
Cosa rende così sicuro di sé l'avvocato pugliese, alle cui spalle, come è noto, non c'è una storia politica degna di nota? La combinazione di almeno due fattori.Il primo sono i dubbi e le convenienze dei due partiti maggiori. Il M5S, sebbene lacerato al suo interno, ha tutto l'interesse a puntellare il premier che resta pur sempre la soluzione migliore per il mondo "grillino".
Il Pd invece si rende conto adesso, con la crisi sociale ed economica alle porte, che il "progressismo" di Conte non si riflette sull'immagine del partito come forza responsabile della coalizione. Al contrario, in autunno rischia di crearsi un cortocircuito: se l'avvocato del popolo avrà un po' di risorse da spendere, il merito sarà suo; se invece tali risorse saranno insufficienti - come è probabile - , il danno sarà tutto del Pd e dei suoi esponenti.Secondo punto. I sondaggi dicono che Conte è apprezzato da una percentuale ancora solida di italiani.
L'uomo dell'emergenza piace pure agli elettori del Pd, il che conferma come la mancanza di alternative dipenda anche dall'assenza di una figura fisica riconoscibile e familiare, spendibile all'occorrenza come l'anti-Conte.
Il Pd non ha saputo o voluto metterla a fuoco in questi mesi.Oggi vorrebbe dettare le condizioni al premier, ma l'operazione rischia di essere velleitaria se non c'è la volontà o il coraggio di valutare anche un ritiro dei ministri democratici dall'esecutivo. Per mille ragioni, tale volontà è mancata fino a oggi. Per cui il premier, invece di spiegare i ritardi della sua azione, può rovesciare su altri, di fatto il Pd, l'accusa di non avvertire "l'urgenza del momento".In tutto ciò la semplice minaccia del "partito di Conte" crea scompiglio.
Perderebbero tanti punti sia i 5S sia il Pd. Ma il problema politico riguarda soprattutto i democratici. Il messaggio da Palazzo Chigi è: ormai dovete venire a patti con me perché sono in grado di costruire una sorta di "terzo polo" e quindi posso chiedervi molto in vista delle prospettive istituzionali. Conte non ha torto: le manovre di palazzo non lo spaventano. La sua eventuale caduta dipenderà da una crisi sociale fuori controllo nei prossimi mesi.
Uno scenario estremo che nessuno si augura.