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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Comune di Vecchiano
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Migliarino - Domenica 28 Luglio a partire dalle 19.00 fino alle 23.00
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Comune di Vecchiano
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Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
ANSA-Maurizio Guandalini
Le 10 cause di un Pd al bivio. Con Renzi che aspetta

10/6/2020 - 11:25

Le 10 cause di un Pd al bivio. Con Renzi che aspetta


1) Basta parlare con alcuni militanti, stressati dalla pandemia, che sentirai chiederti: dov’è il Pd? La strategia stretta, e rinunciataria, del segretario Zingaretti, rilascia un’impressione che è divenuta certezza. Lasciar fare al conducente di Palazzo Chigi perché tanto poi sarà lui il perno sul quale costruire la coalizione di centrosinistra, alternativa al centrodestra.


2) Mal gliene colse al leader piddino, starter del progressivo snaturamento del partito, perso di fisionomia soprattutto durante la pandemia, quando è stato chiamato a essere all’altezza della sfida in economia, prima di quella sanitaria.

3) Lo tsunami del virus ha emerso i vizi atavici dello Stato. Limiti strutturali mai risolti. Spesso evitati o coccolati. Ma di fronte a una emergenza mai vista dal dopoguerra, l’asticella delle prove al Pd si è di colpo alzata, ponendo a quel partito problemi di identità (di sinistra) e di capacità rapida di risposta ai problemi annosi pendenti.


4) E proprio in questa landa desertica di lavori in corso il Pd non è pervenuto. Si è nascosto. O non ha imposto un ritmo di reazione che ci si aspettava. Affidandosi, da un lato, ai comitati scientifici e, dall’altro alle liturgiche burocrazie connesse con task force pletoriche, mirate a nascondere inerzie e debolezze culturali.


5) Si è intensificato lo scollamento dalla vita quotidiana delle persone. Crogiolati in una sorta di paura che ha immobilizzato minime capacità di azioni. Che una classe dirigente politica dovrebbe avere connaturata. Perché i problemi li devono risolvere, con efficacia, chi ci governa e non le task force o i dirigenti generali dei ministeri.


6) Occorreva dar prova di saper scrivere i decreti, in modo semplice e pratico, alleviando le sofferenze ai cittadini, alleggerendo le scartoffie e immediatamente restituendo prova di creare, dall’oggi al domani, senza attese bibliche, quei cuscinetti di aiuto che non accelerassero la disperazione.


7) Invece le direttrici tristi di svolgimento dei compiti hanno favorito la nascita di standard antichi di risoluzione dei problemi. La lentezza burocratica che non si capisce perché non c’è mai qualcuno che riesce smuoverla o scavallarla. Il cittadino si chiede perché non debbano farlo il presidente del Consiglio e i ministri. E chi sennò? Questo ha creato dei risvolti in un certo senso patetici che hanno smorzato la buona volontà delle buone azioni del governo. Il mood dell’elemosina. Attesa ma che non arriva mai. Sempre con ulteriori vincoli. Paletti. Intralci. Altresì il crogiolarsi nell’alimentare, anche inconsapevolmente, quelle lotte di classe leggermente retrò. I bonus dei liberi professionisti e delle partite iva contro la cassa integrazione degli operai.


8) Questo totale è di fronte a una massa ingente di denaro che è sempre annunciato dalla conferenze stampa del presidente del Consiglio ma non si capisce quando arriva, se arriva, quanto arriva e come spenderlo. Appunto, come spenderlo. La visione del domani, delle cose da fare oggi. Il compendio annunciato da Conte ha il sapore di un abecedario che abbiamo riscontrato nell’Enrico Letta premier, qualche giorno prima dello sfratto ricevuto dal suo partito.


9) Il Pd, la sua funzione, deve ripartire da qui. Dal tasso di affidabilità più bassa mai raggiunta dai partiti e da un ipotetico 14%, dei sondaggi, dato a un partito di Conte. Questa attività di sollecito, di uscire dalla bolla degli interdetti e darsi da fare per rimettere in moto il Paese, l’ha avuta esclusivamente Matteo Renzi. Che ora dice di essere a un bivio, perché il governo di cui fa parte fatica a rappresentarlo. Il gancio di Renzi è al Pd. All’immobilismo della sua classe dirigente. Ai suoi ministri. A lasciare la poetica del fanciullino per diventare grande. È una sfida di una nuova egemonia. Smorzata l’intraprendenza verso il centrismo di Forza Italia, Renzi punta a riconquistare il punto di riferimento dell’area, grande, dei delusi del Pd.


10) Le parole di Orfini contro la politica della scuola di questo governo, dell’abbandono del Pd a essere protagonista in un’area vasta di consenso elettorale, delegandosi totalmente alla ministra 5 Stelle, Azzolina, lasciano intravedere sommovimenti nel nucleo del più grande partito di sinistra. Che oggi (s)offre la sensazione di essere senza timone. Privo di guida. Con tanti probabili leader futuri. Di correnti culturali diverse. Ma a ora sprovvedute a non far leva su quelle azioni che veramente danno identità brillanti, diverse. Per girare pagina in modalità coinvolgente. Senza identificarsi in un collage spento di interminabili bonus.






Fonte: ANSA-Maurizio Guandalini Giornalista, editorialista di Metro e saggista
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