Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Siamo stati in un tempo sospeso e ristretto o di restringimento in cui la mia percezione è variata dallo sgomento per la libertà negata fino ad arrivare alla sensazione del nido riparatore dalle intemperie. La stessa modalità di quando la tua casa ti avvolge, chiudendosi ad un forte temporale e tu ti rannicchi nel tuo letto, sentendoti al sicuro. Fino a quando non sobbalzi impaurito, temendo che lo scrosciare dell‘acqua o il vento impetuoso possano travalicare il tuo riparo, fare del male a chi è fuori. A chi inevitabilmente ne potrebbe essere travolto. Si sono dette troppe cose sul tempo che avremmo avuto a disposizione, quasi come un risarcimento di tutto quello rubato dal lavoro, dalla nostra frenesia di vita affollata di impegni. Avremmo cucinato, dedicato tempo a pensare, a leggere. L‘ansia in realtà mi ha distolto proprio dal leggere, la mia grande passione. Anzi mi ha reso insofferente, tranchant nei giudizi, tagliente, priva di filtri, più manichea del solito. Con l’idea di morte che aleggiava intorno mi sono sentita in diritto di esprimere senza mediazioni quello che pensavo. Condivisibile o no…
Nella mia biblioteca ci sono dei libri che si “devono“ leggere ma che non ho mai amato e mai amerò. Il fatto che siano bastioni della letteratura non ha per me, adesso, nessuna importanza. Li considererò da qui in avanti dal punto di vista della mia unicità di persona irripetibile. Una formica fra le tante ma unica. Non ce ne sarà mai nessun’altra uguale a me. E neppure a tutti voi.
Proust e la Recherche .. Detesto che la sua omosessualità venga “nascosta“ da una codarda eterosessualità. Mi dà fastidio il suo snobismo alto borghese, genuflesso all‘idea di finezza aristocratica. Saint Loup arrossisce quando Block pronuncia erroneamente la parola “lift“. L‘imbarazzo del nobile dinanzi al borghese parvenu e grossolano, oltre che ebreo. C’ è una sorta di coquetterie nello sguardo che li osserva …Poi è la Recherche … Lo stesso per Gide anche se in maniera ancora più marcata,
“Si le grain ne meurt“. Per giustificare la propria omosessualità racconta di quella della sua governante, forse per vendicarsi del fatto che lei si rifiutasse di accettare il magrebino che lui voleva portarsi in Francia. Inoltre terrificante la rappresentazione dell‘uomo che copre con il suo mantello il ragazzo che ha sedotto, di cui si intravedono solo le gambe che penzolano. È che il paragone con il “fanciullo divino“ Arthur Rimbaud è ai miei occhi impietoso. Li vedo nella loro miseria umana, prede e succubi delle loro catene borghesi, non comprendo e mi stizziscono le loro presunte o anche reali lotte interiori. Penso a quanto ha pagato le sue scelte Arthur, a quanto coraggio ha avuto nell‘essere sé stesso. A non rinnegare la sua virile omosessualità. A quanto amo la sua opera, soprattutto alcune illuminations e tutta la Saison. E siccome sono recidiva ho completato l‘irritazione nel voler leggere, per anni ignorata deliberatamente, Simone De Beauvoir (Memorie di una ragazza perbene). Subito interrotto .
” …mi avevano detto …che le brune con gli occhi azzurri non sono comuni, e già avevo imparato ad apprezzare le cose rare…”
unica citazione, che nonostante la superbia, ho apprezzato nel suo libro. Perché in realtà mi pareva superbamente adatta alla mia occhi di cielo. Il fatto è che la vita privata della De Beauvoir e del suo compagno Sartre mi disgustano. Non certamente per le loro scelte personali piuttosto per aver coinvolto e procurato sofferenze e degradazioni ad altre persone, nella più terribile delle consapevolezze, quella di considerare le loro vite di scrittori e pensatori immensamente centrali e importanti, tanto da sacrificare quelle degli altri. Immensamente complementari e sottoposte alle loro. Le giovani amanti che passavano dall’una all’altro, come falene, hanno pagato l’attrazione verso la luce con l’infelicità, frigidità, umiliazione. Prede sessuali …
Ma le formiche, come ho già detto, sono tutte diverse e tutte uniche e la loro vita ha sempre un valore, appartiene al mondo.
Uno sguardo lascia sempre un segno, impercettibile ma indelebile nella geometria esistenziale. Olga, Wanda e Arlette, le piccole amanti meritavano e meritano la nostra attenzione. La loro sofferenza, la loro intimità violata e negata mi commuovono più delle opere del “Castoro“ (De Beauvoir) e di quelle del “Cobra“ ( Sartre )…
Sono giudizi moralistici?
Sono giudizi e basta. Perché no?
Antonio Tabucchi ha affrontato e si è posto la discrepanza fra opera e vita privata di grandi scrittori come lui “I morti a tavola“ (Il tempo invecchia in fretta). Un ex agente dei servizi segreti della Germania dell’est, dopo la riunificazione, ben sistemato grazie alla sua oculatezza economica (risparmi nascosti durante il regime in Svizzera) ricorda il grande scrittore che aveva il compito di controllare. Brecht, il Testone, come lo chiamava lui. Era stato parte della sua vita senza che lui lo sapesse. Ne conosceva ogni aspetto. Lo definisce moralista senza moralità. Tra il dire e il fare…
Comunque, detto tra noi, Tabucchi lo leggo sempre con immenso piacere…