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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Vacanza sarda con gatto selvatico
di Ovidio Della Croce

26/7/2020 - 8:30

FINALMENTE DOMENICA!

È il gatto che circola intorno al mio rifugio sardo, di solito spunta la sera dal giardino dietro casa, traversa la terrazza mentre si cena e prende il sentiero delle falesie. L’ho fotografato mercoledì 22 luglio alle 6,15 mentre bevevo il caffè e ho spedito la foto a mia figlia Laura come regalino di compleanno. Come ogni mattina, appena sveglio, guardo l’orizzonte e lui stava lì, inatteso, sul muretto della terrazza che mi guardava con gli occhi sornioni da gatto. “Questo orribile mondo non è privo di grazie, non è senza mattine / per cui valga la pena svegliarsi”, mi sono venuti in mente questi versi di Wislawa Szymborska davanti all’orizzonte e a quel gatto tremendamente elegante.
 
Io mica lo volevo quel gatto. Vagava intorno al mio rifugio sardo. La prima volta che l’ho visto non è scattato l’amore. Mica lo volevo in casa quel gatto. E lui ha fatto sciopero. “Aaahhh, un topo!” ha gridato una sera Susanna, “è sotto l’acquaio, corri, prendi lo spazzolone”. Così, armati di scopa e spazzolone, abbiamo fatto due ore di battaglia per scacciare il topolino dalla cucina. Alla fine eravamo stremati, la cucina sotto sopra, il topo in fuga. “E non c’è niente da fare / lo spettacolo ci diverte”, così finisce la poesia della Szymborska. Intanto il vagabondo felino gironzolava meravigliosamente divertito, felicemente anarchico, profondamente saggio, pareva dicesse: “Gli intrusi siete voi in questa casa solitaria”.
 
Poi siamo andati da due cari amici pisani che avevano affittato una casa sul mare vicino alla nostra e gli abbiamo raccontato la nostra piccola avventura col topo. Loro ne avevano quattro di mici, una famigliola che aveva preso possesso della veranda, delle sdraio e di quell’angolino meraviglioso a pochi metri dal mare. Il più grande pretendeva anche di salire sul tavolo. I croccantini tutti i giorni, la ciotolina con l’acqua, le coccole veloci e le carezze non richieste da quei gatti selvatici. A vacanza finita, quando i due amici si preparavano per partire, i gatti se ne sono accorti: uno di loro ha cominciato a miagolare e non finiva più, un altro vigilava la loro macchina, gli altri due li seguivano in tutte le stanze mentre preparavano le valigie. I due amici pisani sono amanti dei gatti e si volevano portare a casa il micio più piccolo, ma il problema era l’imbarco e poi i gatti sono affezionati ai luoghi e non se la sono sentita di staccarlo dalla famigliola. Il micio è rimasto là e forse è stato meglio così.
 
Ora io volevo scrivere di quel corpo celeste che si faceva osservare tutte le sere dal solito terrazzo, che arriva da molto molto lontano, dai confini del sistema solare, e in questi giorni fa bella mostra di sé, la cometa Neowise. Tra pochi giorni ci dirà ciao ciao e tornerà tra 6683 anni, stando agli ultimi calcoli. Invece scrivo di un gatto arancione senza nome incontrato per caso nella mia vacanza nel Sinis nella prima estate degli anni Venti. Un souvenir di Putzu Idu. Questo è il nome della meta marina in provincia di Oristano che, con la mia famiglia, raggiungo ogni luglio ormai da molti anni. Ci torniamo perché il tran-tran turistico è poco e tanti i guizzi marini che possiamo fare immergendoci dalle diverse spiagge libere raggiungibili in bicicletta o a piedi. Niente stabilimenti balneari con piscine, niente hotel a molti piani, solo due alberghi. Nessuna sfilza di bar e negozietti, solo un mercato il giovedì mattina, qualche chiosco un po’ bruttino e un negozio chiamato La Sanitaria che merita una visita. La penisola del Sinis ha la sua forza nel mare, nelle falesie con gli agli selvatici, negli stagni, nelle dune e nei fenicotteri rosa. Qualche paesino nell’interno e una campagna bellissima. La sua preistoria e storia sono visibili a Tharros, un’area archeologica che si spinge fino al mare e al museo di Cabras. E poi è bello fermarsi in qualche chiosco sul mare dove servono spaghetti arselle e bottarga, una seadas e un bicchierino di vernaccia, magari al tramonto. Basta, non c’è altro, tutto qui. Sarà per questo che siamo molto affezionati a questi luoghi? Credo di sì. Però ci metterei anche i gatti che girano liberi e senza pericoli. Da molti anni a Su Pallosu c’è un’oasi felina, i gatti giocano in spiaggia. Formidabile a mio modo di vedere. Questa vacanza senza i gatti che ho incontrato sarebbe stata meno bella.

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28/7/2020 - 12:23

AUTORE:
Antonietta Timpano

La luce della foto fa apparire il gatto grigio rosato. Illusione ottica. E il balzo temporale del racconto , estate anni '20, gatto arancione, estate 2020 ,gatto fulvo chiaro, confonde e intriga.

28/7/2020 - 12:17

AUTORE:
Antonietta Timpano

Molto piacevole la lettura di questa pagina estiva, per di più durante l'emergenza ancora in atto.
Mi fa venire in mente il rapporto tra piccole storie e grandi Storie, tra narrazioni di momenti privati e narrazioni di grandi eventi, come quello legato al passaggio della cometa Neowise.
I gatti avrebbero molto da raccontare se fossimo in grado di interpretare i loro movimenti e i loro silenzi.
Mi procura un certo piacere che la storiellina del gatto che ha la pelliccia dello stesso colore del muro e che sembra una sua decorazione e che non da' la caccia al topolino, prenda il sopravvento sulla cometa , tanto pubblicizzata e tanto effimera.Io non sono riuscita a vederla. Avrei voluto ma non mi sono sforzata. Non ho ceduto al bombardamento mediatico che ha il potere di farci sentire inadempienti se non rispondiamo al suo richiamo.

La poesia giapponese contemporanea, di cui ho scoperto la bellezza di recente,contiene vari temi , da quelli politici a quelli mistico naturalistici.
Una di queste , di Takahashi Mutsuo si intitola : 'L'albero che non cè' e parla di tutto quello che non c'è di un albero che non c'è' Non c'è la pallida barba delle radici ad allargarsi per terra...".
Il gatto sul muro che non caccia il topolino in casa vostra mi ricorda la poesia dei gesti incompiuti.

28/7/2020 - 11:54

AUTORE:
Alberto Leiss

Di una cosa non dubito. È troppo tempo che, per un motivo o per l’altro, non convivo con un gatto. Ci pensavo giorni fa quando, al telefono con un amico, ascoltavo divertito, e invidioso, i suoi dialoghi risentiti col micio che gli mordeva insistentemente le caviglie.

In questa strana estate – in libertà vigilata dal virus che continua a impensierirci a ogni notiziario – non riusciamo a prenderci una vacanza sul serio. Cioè migrare, sia pure per breve tempo, nella dimensione di un altrove in cui qualcosa possa piacevolmente e intensamente sorprenderci.

Così ho pensato che ciò potrebbe accadermi se potessi mettermi in viaggio in compagnia di un gatto.

Sarà perché, avendo scoperto colpevolmente in tarda età la prosa meravigliosa di Hoffmann, mi consolo leggendone i fantastici racconti, le considerazioni appassionate sulla musica (sbircio anche gli spartiti delle sue sonate per pianoforte) e ricordando le avventure e le opinioni – lette l’estate scorsa, quando una vacanza era ancora possibile – del suo gatto Murr. Un tipetto di detestabile filisteo, ma irresistibilmente intrigante.

(…)

il manifesto, 28 luglio 2020

27/7/2020 - 9:51

AUTORE:
Giuseppe

Noi andiamo in vacanza ad Agosto nelle Marche. Senza gatti, che abbiamo avuto in casa quando Matteo era più piccolo. Il maschio un giorno partì e non ritornò più... La gatta era eccezionale, simpatica, furba, anarchica e geniale. Purtroppo venne uccisa da un'auto poco lontano da casa. Non ho più avuto animali da allora, ma io, che da piccolo avevo amato i cani e guardato con diffidenza ai felini, ora penso che i gatti siano superiori ai cani in tutto. Le comete passano, le epidemie scoppiano e cessano, noi uomini continuiamo con i nostri errori e le nostre stupidità megalomani... I gatti continuano a guardarci sornioni, antiche divinità che vorrebbero insegnarci a vivere in una saggia e pacifica atarassia epicurea... Ma forse ne riparleremo quando ripasserà questa cometa…
Ciao. Buona giornata.

26/7/2020 - 12:06

AUTORE:
Amici pisani

Il primo è stato l'invito di Ovidio e Susanna a Putzu Idu qualche anno fa....una promessa di felicità estiva sempre mantenuta.
Il secondo i gatti. Culmine del godimento. Mici del posto che a qualche ora dal nostro arrivo vengono a stare con noi a coccolarci in quei piaceri goduti insieme dopo pranzo noi e loro distesi, rilassati a fare il Gattuomo per un tempo senza tempo, un tempo felice. Mare, gatti, Amici... un gruppo straordinario!

26/7/2020 - 9:36

AUTORE:
Andrea

Per il gatto arancione mi permetto di suggerire il nome di Deng (Xiaoping) visto che ha voluto la trasformazione dell’economia cinese da socialista dell’epoca maoista a quella di mercato sotto la guida del Pcc. Se fosse stato rosso avrei suggerito quello del grande timoniere.