Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
FINALMENTE DOMENICA!
Vorrei augurarvi buone ferie di Ferragosto con qualcosa di allegro e di amichevole. Non dunque la politica, che ci ha abituati al piccolo cabotaggio, ai giochini di potere, alle ripicche, ai candidati dello stesso partito in contrapposizione l’uno con l’altro. In Toscana siamo arrivati alle elezioni regionali nel modo peggiore possibile, parlo da elettore progressista. Però mi rincuoro un po’, ma solo un poco, a leggere i nomi di alcuni candidati alle prossime regionali, competenti e con grande esperienza. Non il Covid-19, con la curva dei contagi in risalita, sono già 20.730.456 i casi confermati nel mondo dall'inizio dell'epidemia. Non all’economia, che ci fa pensare in che mondo di merda viviamo, secondo un rapporto Oxfam i primi 8 miliardari possiedono una ricchezza come la metà più povera della popolazione umana.
Tolti di mezzo questi argomenti, ecco un piccolo elenco delle cose che mi piacciono, che mi aiutano a vivere un po’ meglio questi tempi difficili e mi scuso per alcuni fatti personali.
La voce di Gabriele Santoni che dice Molina mon amour resiste e introduce la terza serata delle sei in programma del “teatro alla giusta distanza”, con Francesco Bottai e Davide Aiello che rendono omaggio a Francesco De Gregori: “Viva l’Italia / L'Italia che resiste”.
Mi sono commosso quando è spuntato l’arcobaleno a Genova all’inaugurazione del ponte Morandi che ora si chiama San Giorgio, una cartolina in piena regola, ma ricca di memoria e di futuro, un ponte luminoso, bello e delicato, fidiamoci di lui, saliamoci e andiamo in una direzione.
“C’è una cosa che mi piace fare più di tutte”, siamo al cinema, è l’inizio dell’episodio In vespa che Nanni Moretti ci propone in Caro diario, una gita nei quartieri alti e bassi di una Roma deserta. È bello andare in vespa. Il sogno mio e di Susanna era di fare un giro come quello del film. Così, qualche anno fa, abbiamo fatto le nostre vacanze romane a Ferragosto e un giorno abbiamo fatto una gita in vespa, volevamo arrivare fino a Ostia antica al monumento di Pasolini, ma verso sera ci siamo fermati alla trattoria Il biondo Tevere, dove cenò quella notte buia Pasolini, che è anche bella, però è tutta un’altra cosa.
Mia figlia che viene a trovarmi in Sardegna con un’amica, le aiuto a preparare la canoa, ci salgono, e spingo la canoa in mare mentre dico ci vediamo alle due a pranzo al chiosco e mangiamo insieme. Alle due abbiamo mangiato insieme al chiosco e guardavamo il mare dall’alto.
Quando rientro a casa e trovo la targhetta di ottone sul portone con scritto il mio nome in stampatello pulita con il Sidol, in realtà la targhetta ce la fece mettere mio nonno che si chiamava come me, così come il portone e anche la casa erano di mio nonno. Vado fiero di mio nonno, mazziniano, repubblicano, e vado fiero della tradizione risorgimentale e antifascista della mia famiglia.
Le passeggiate sui sentieri freschi dell’Orecchiella, in Garfagnana si spende poco, è vicina, si sta bene. E poi magari spunta l'arcobaleno anche a Corfino, cosa vuoi di più? Le tagliatelle che ho impastato, accarezzato e gustato a una tavolata condivisa in una fattoria dell’appennino tosco emiliano, la faccia allegra di M. mentre le preparavamo, i racconti e le risate mentre le mangiavamo. Poi a M. qualcuno ha chiesto della sua malattia progressiva; lei, seduta sul retro del suo deambulatore, ne ha parlato con lucidità e alla fine ha detto: ecco sono incazzata, pausa, prima camminavo, facevo sport e ballavo, sai?
Francesco Bottai quando canta a Molina La ragazza e la miniera, una canzone sulla tragedia di Marcinelle e una canzone di speranza: “Meno male che c’è sempre uno che canta / e la tristezza ce la fa passare / Sennò la nostra vita sarebbe come una barchetta in mezzo al mare / Dove tra la ragazza e la miniera apparentemente non c’è confine / Dove la vita è un lavoro a cottimo / E il cuore un cespuglio di spine”.
Gli amici che mi invitano in qua e là. Da queste parti, quando vado a cercare un po’ di fresco sotto i lecci secolari di Sandro Baroni che gestisce “Il Mucchieto” su un promontorio del Monte Pisano, dove il turismo serve a finanziare le attività agricole, come deve essere in un agriturismo vero. E poi al tramonto una bruschetta con il suo olio buono, un bicchiere di vino fresco. Una cenetta a casa con amici, a me basta questo. Domani decidiamo se si parte per le Marche a trovare Elpidio e Antonella o forse no. Ci sono anche Marilena, Giuseppe e Matteo che ci apetterebbero a Todi.
I messaggi che ricevo da molti amici e amiche che leggono questi miei scritti della domenica, che cercano di essere piacevoli. Saluto e ringrazio i miei lettori e le mie lettrici, in particolare quelli più giovani: Raffaele Matteoni che ho tenuto in collo da piccolo, era tremendo, divertente ed era il mio bambino preferito; Pierluca Pelosi, Pietro Paradossi, Bianca Lattanzi e Tatia Eleni Bresnahan, che sono stati miei alunni molto bravi.
La domenica dopo Ferragosto, quando è difficile rimanere dentro casa io mi accontento del fresco della mia cucina per leggere e del silenzio del mio studio per scrivere questa rubrichina, però ci metto del tempo a scriverla, curioso di sapere nei vostri messaggi quali sono le cose che vi piacciono di più e che vi aiutano a vivere un po' meglio.