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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
SPECIALE FINALMENTE DOMENICA!
Ricordo di Rossana Rossanda con parole sue
di Ovidio Della Croce

27/9/2020 - 11:20

Dedico queste righe a Rossana Rossanda, morta nella notte tra sabato 19 e domenica 20 settembre, nella sua casa di Roma, a 96 anni e a quattro mesi dai cent’anni dal 21 gennaio 1921, data della fondazione del Partito comunista d’Italia. Partigiana, parlamentare, scrittrice e fondatrice de il manifesto, una delle più lucide intellettuali marxiste. Amava il mare, agli inizi di settembre, grazie a una speciale lettiga di gomma, ha fatto il bagno. Ho cominciato a leggerla nei primi anni settanta sulle pagine de il manifesto. L’ho ascoltata e vista per l’ultima volta il 16 aprile 2010 quando fu ospite della Scuola Normale di Pisa, in un’aula strapiena ascoltammo in religioso silenzio le “Domande obbligate per una comunista”. Quella che segue è la prima pagina del racconto della sua vita. Mi commuovo a leggere la sua vita. Mi dispiace che non ci sia per quel centenario.
 

“Non ho trovato il comunismo in casa, questo è certo. E neanche la politica. E poi dell’infanzia non ricordo quasi niente, e poco dei primi sette anni nei quali - secondo Marina Cvetaeva - tutto sarebbe già compiuto. Non ho nostalgie di un’età felice né risentimenti per lacrime versate nella notte. Dev’essere stata un’infanzia comune, affettuosa, un’anticamera, una crisalide dalla quale avevo fretta di uscire per svolazzare a mo’ di farfalla. Tutti mi sembravano farfalle salvo i bambini.
Sono nata negli anni venti a Pola con sconcerto delle anagrafi: nata a Pola (Italia), a Pola (Iugoslavia), a Pola (Croazia). Allora era Italia. Sulla punta dell’Istria, tra il verde e gli scogli bianchi scavati dai datteri di mare. poco oltre le isole del Carnaro e frammenti di isole, come la Fenera e Scoglio Cielo che erano di mia madre. Non so come si chiamino adesso, non sono mai tornata. Erano abitate da conigli selvatici, vi approdavamo dal bragozzo, i narcisi erano alti come me e profumavano forte. Mamma mi insegnava a cogliere gli asparagi selvatici affondando le dita nel muschio. Qualche fotografia di uomini col fucile e signore dalla vita lunga e calottine fino agli occhi fissano anche me, ridente e stupidella. Ma mi è rimasto in mente il serpente nero che traversò la tovaglia stesa sull’erba con le uova sode e il salame, e tutti balzarono su, e mi sentii dimenticata. Quell’ondulata creatura sparì velocemente. Poi cadeva un tramonto rosso e scendendo verso il bragozzo le figure diventavano nere contro luce, come nella fotografia di mia madre, le braccia cariche di narcisi, di profilo vicino al barcone dalla vela latina. Contro ogni probabilità sono certa di essere nata quella notte.”
 

Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso, Einaudi, 2005

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