Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Snammando, snammando!
12 novembre 1995, con la Ginestra, terza gita del progetto di educazione ambientale “Una natura furi dal comune”, da Vecchiano sulla traccia del metanodotto SNAM che collega la tubazione costiera a quella che corre in lucchesia.
Magico numero il 3 ma non solo magico, anche divino, scaramantico, matematico, filosofico, astrologico, letterario. La Ginestra si serve questa volta di un trittico, un abc del saluto. A come a ben rivederci per chi non è venuto oggi, B come benvenuti per chi si avvicina per la prima volta alle nostre uscite e C come congratulazioni per chi non è mai mancato ai nostri domenicali appuntamenti, specialmente a coloro che vengono da più lontano della Piazza del paese.
Si continua col 3 nel numero delle gite effettuate ed anche quello della serie di colline che percorreremo verso nord. Saliremo ai 194 m. della prima cima, arriveremo ai 215 nella seconda fino a toccare i 233 metri sulla punta più alta della catena che dalle colline pisane arriva a quelle dell'oltreserchio. Mai nessun vecchianese aveva pensato a spingersi così in alto; è proprio vero che il “metano ti dà una mano”!
Tutta questa zona si chiama infatti “Le tre vallate” e, in barba al Dante nazionale, qui ora i Pisani “veder Lucca ponno”.
La nostra partenza è in località Cancellino e già lo sguardo può spaziare sul lago a ovest, il mare a sud e il Serchio a nord, mentre le colline di Vecchiano: Bruceto, Sassi grossi, Bastione e Legnaio ci coprono la visuale verso est. Man mano che saliremo però si arriverà a vedere le chiese di Lucca e tutta la pianura fine ad Altopascio e verso il mare qualche isola dell'arcipelago e addirittura la punta del dito teso che contraddistingue la mano chiusa della sagoma corsa.
Intorno al 1000 gli imperatori tedeschi che dominavano in Italia avevano possessi in queste zone. Come Migliarino e la sua macchia facevano parte della “Selva palatina”, cioè di palazzo, nome ritrovato anche in quello di una chiesa scomparsa ingoiata dalla vegetazione “San Nicolò di Palatino”, così nell'interno esiste un toponimo che ricorda re e imperatori e il mondo medievale. In fondo alla seconda Vallata là in mezzo a pini sbruciacchiati e acacie rigogliose, c'è Salvareggi, chiaro riferimento a Selva regia, il tutto dominato da un paese che, non a caso, si chiama Castiglioncello. Siamo di nuovo al Cancellino e allora due parole su questo balconcino sulla bonifica. Avrete notato lungo il percorso un bel termine di confine, alto su un progetto, dove vi è incisa una data 1789 e un numero romano progressivo. Ma ci pensate voi bambini, che andate a scuola e studiate la storia, che nell'istante in cui il povero scalpellino picchiava su questa pietra per far contenti un Granduca e un Principe, 1000 miglia più a nord altri scalpellini demolivano la casa ad altrettanti granduchi e nobili? È questo termine uno dei tanti segni del confine fra la Repubblica di Lucca e il Granducato di Toscana, confine tutt'oggi ancora valido fra le province di Pisa e Lucca. Salendo dalla Fioraia, la vallicella verso Filettole, ed arrivando al valico si trovava un lungo muro interrotto da due poderose colonne di pietra e mattoni, atti a sorreggere un pesante cancello di ferro battuto. La struttura era massiccia e non giustificava certo l'uso del diminutivo, ma un'apertura, sebbene ampia, in un muro lungo decine di chilometri, non poteva che essere un cancellino. Da questo ingresso, che non serviva certo per passare da Pisa a Lucca, ma solamente a delimitare una proprietà Lucchese, i filettoini attraversavano a piedi andare in bonifica, nella terra dei duchi Salviati, terra infida e infame ma prodiga di lavoro per la povera popolazione delle Tre vallate. Il bisogno di ferro e mattoni, la guerra del ‘40 e l'ampliamento della strada, hanno demolito muro cancello e colonne avvicinando almeno in questi pochi metri quadrati due città che (eh guà) ci mancava fossero divise anche da un cancello!
E poi chi le teneva le chiavi?
E ora una notizia strana curiosa o meglio sensazionale: nelle balze degli ulivi di queste colline vive il potamon edule.
Per ulteriori chiarimenti vedasi il libro Animali inferiori di G. Scortecci, edizioni Labor 1966 p.p 453, 454.
Un paio di suggerimenti anche a due care amiche: alla prima di non aver paura, non morde, alla seconda di non chiedermi se sono sicuro… è tutto vero!