Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Reparto di Oncologia dell’ospedale di Pisa. Davanti all’edificio molti persone in attesa perché l’ingresso è riservato ai soli pazienti oncologici. Ero fortunatamente un accompagnatore e sono rimasto educatamente fuori come tutti gli altri. Devo dire che eravamo tutti con la mascherina, non so se per paura del contagio o per rispetto degli altri ma la situazione era appagante, come quando si vede il rispetto delle regole da parte di tutti i cittadini. Anche il rispetto del divieto di entrare come semplice accompagnatore sembrava abbastanza rispettato e la sala dei pazienti non era affollata come si presenta di solito.
Mentre ero in attesa è arrivata un’auto. Un’auto di grosse dimensioni, di quelle grosse auto straniere che costano meno ma che fanno fare bella figura con gli amici. Ha atteso che si spostasse un’ambulanza e ha parcheggiato nella postazione dedicata ai disabili, proprio accanto all’edificio. Mi aspettavo di veder scendere una carrozzella (avrebbe giustificato le dimensioni dell’auto) e quindi un povero invalido non deambulante che aveva il sacrosanto diritto di accesso con l’auto in ospedale e nel posto riservato. E’ sceso invece un grosso signore in maglietta a maniche corte, dal lato opposto è scesa sua moglie, hanno chiuso la macchina con indifferenza e sono entrati entrambi direttamente nell’edificio con le loro gambe.
Per curiosità sono andato a controllare e sul cruscotto dell’auto effettivamente era ben visibile, sul lato sinistro, il tagliando che testimoniava la presenza di un grande invalido.
Il tagliando da esporre sul cruscotto dell’auto per segnalare la presenza di un disabile viene rilasciato solo a chi ha una invalidità totale con diritto di accompagnamento. Cioè una invalidità, per malattia o altro, così grave da non permettere al paziente di fare vita autonoma e la necessità costante di essere accompagnato e aiutato in tutte le attività quotidiane della vita. Sul tagliando stesso è riportata la foto stilizzata di una carrozzella, perché è quello il motivo de permesso, quello di poter portare in auto non solo la persona invalida ma anche una carrozzella o altro strumento che permetta al soggetto di potersi muovere, sia pure con l’aiuto di una persona.
In questo caso non c’era nessun paziente invalido, almeno non nel momento, e il semplice possesso del tagliando non consentiva alla coppia di usufruire dell’accesso in ospedale e del posto riservato. In più, oltre all’abuso, con la loro auto hanno occupato il posto utile per un vero invalido. Una doppia infrazione e dimostrazione di inciviltà.
Ribadisco che il semplice possesso del famoso tagliando non è di per sé sufficiente al suo utilizzo e che diventa effettivo solo quando a bordo dell’auto c’è il destinatario del permesso, cioè la persona invalida.
I coniugi quindi non avevano nessun diritto e quello che hanno dimostrato è solo maleducazione e mancanza di senso civico.
Mi chiedo sempre, quando mi trovo davanti questi episodi di maleducazione, quale possa essere l’origine di tale comportamento incivile e il pensiero mi cade sempre sulla possibilità, e il rammarico, che anche i figli di questi maleducati siano come loro per l’insegnamento ricevuto in famiglia.
Forse lo fanno senza riflettere, forse non hanno capito che il tagliando da dei diritti solo in certe condizioni, o forse sono solo dei furbetti che approfittano della situazione. Si vergogneranno della loro violazione? Io credo di no: per qualunque motivo lo abbiano fatto i signori scesi dall’auto non dato nessun segno di imbarazzo, tipo occhi sfuggenti, scantonamenti. Sono scesi tranquilli, hanno chiuso l’auto e poi sono passati davanti a tutti i presenti in attesa e sono entrati entrambi nell’edificio.
Probabilmente a casa hanno veramente un malato impegnato che giustificherebbe il tagliando esposto, ma questo non può giustificarli. Non oso pensare ad un falso tagliando, caso possibile ma piuttosto raro dalle nostre parti.
Forse la scuola, in questo nostro momento storico così delicato, oltre ad insegnare a leggere e far di conto, o anche a sapere quando è nato e morto Garibaldi, dovrebbe impegnarsi di più per insegnare ai nostri ragazzi l’educazione e il rispetto degli altri, stimolare la consapevolezza di quanto sia importante un comportamento corretto e civile. Valori sempre più sbiaditi e rari nelle nuove generazioni.
Servirebbero a mitigare, almeno in parte, certi insegnamenti o non insegnamenti di molte famiglie e il pensiero va a quel ragazzo napoletano di 17 anni che alle tre di notte invece di essere a casa, magari a studiare, è in città a rubare motorini. Aveva una pistola giocattolo ed è stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia. Il padre del ragazzo è agli arresti domiciliari e il suo compagno di bravate è il figlio di Genny’a carogna: tanto per dire. Oppure alla madre dei fratelli Bianchi che invita a non giudicare i suoi figli dalle foto in cui li ritraggono in pose da spacconi, con ben in vista muscoli, tatuaggi, orologi e auto costose, affermando che non sono mostri come sono stati dipinti e di essere sicura della loro innocenza perché “una madre lo sa”. (Certo che a guardare le foto in posa non può non venire in mente comunque Cesare Lombroso e la sua teoria fisiognomica).
Insieme alla rabbia per i loro gesti crudeli e insensati fanno pena questi ragazzi, vittime inconsapevoli di famiglie e ambienti malati ed è difficile per loro riuscire a sfuggire ad un destino tragico fatto di dolore e spesso galera, quando non restano essi stessi vittime della violenza con cui si circondano.
Mi domando anche, forse sbaglio ma mi viene lo stesso, quale possa essere il partito politico di riferimento del signore sceso dall’auto col contrassegno. Visto il comportamento sembrerebbe una specie di negazionista, uno che “se ne frega”, ostico alle regole o almeno indifferente, povero di senso civico o semplicemente ignorante delle norme. Lo collocherei lontano dalla sinistra che, almeno a parole, i fatti sono un’altra cosa come vediamo spesso dai giornali, invita a rispettare le regole e spinge a comportamenti corretti verso il prossimo. Ma potrei anche rimanere deluso perché i vecchi principi della sinistra si sono un po’ annacquati.
Parlando tempo fa con un amico ci dicevamo che al tempo del PCI e del sogno del vecchio comunismo quando dovevamo andare da un funzionario che sapevamo simpatizzante del vecchio PCI eravamo sicuri e tranquilli di trovare una persona onesta e irreprensibile. Dalla oramai lontana caduta del muro, e dal drastico cambiamento dei partiti e dei suoi rappresentanti, questa certezza ci appare sempre meno evidente e viviamo oggi in un mondo pieno di incertezza, maleducazione e diffidenza reciproca. Forse era un brutto mondo, lo era senz’altro per molti versi, ma forse si viveva meglio.