Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Calenda e “La Ditta”
Come dice Bersani, ripetendolo ad ogni pié sospinto: “La ditta è una sola. Casa mia è la Ditta. E la Ditta è sempre stata una: la sinistra di governo”.
La Ditta, a cui fa riferimento Bersani, non è quella che odia la destra rappresentata dai missini, dai liberali o dai moderati di Forza Italia, che, ovviamente per contrapposizione, ne consentono la sopravvivenza, quanto le formazioni politiche di sinistra del dopoguerra posizionate alla sua destra, dai socialdemocratici di Saragat, ai repubblicani di La Malfa, ai socialisti di Nenni e poi di Craxi, ai democratici alla Veltroni o Letta per non parlare di un vero e proprio odio verso Renzi e, ultimamente, Carlo Calenda.
In Italia, da alcune rivelazioni, oltre 1 milione mezzo di cittadini vivono di politica in concorrenza tra di loro per posti chiave nella pubblica amministrazione e nelle varie strutture degli enti locali, nelle partecipate e in quelle ancora sotto controllo pubblico. In più ci sono i posti elettivi: consigli regionali, provinciali, comunali, senza trascurare il parlamento. Ad occhio e croce, per difetto, almeno 500.000 di questi cittadini formano la Ditta di Bersani. Ma, indirettamente, afferiscono a questa ditta anche le piccole patrie del familismo amorale che non è tipico solo delle organizzazioni criminali. Riguardano il mondo dell’università, della burocrazia, del sottobosco delle Amministrazioni e dei tanti addentellati della pubblica amministrazione.
Tutto questo mondo non ama il cambiamento. Gente come Saragat, Craxi, Veltroni, Letta, Renzi, ed ora Calenda, è indigesta.
A Calenda è bastato il suo annuncio a volersi candidare a sindaco di Roma perché il PD iniziasse a cannoneggiare impietoso. La sua dichiarazione (“Ci fosse stato un candidato forte e credibile, il problema non si sarebbe posto. Sarebbe stato più facile per il Pd appoggiare uno dei loro. Ma non c’è e si devono accontentare”) ha scatenato la classica reazione di chi ritiene che la Ditta è una sola e solo la Ditta ha ragione e motivo di governare una città o un Paese. Insomma, è caccia all’uomo avviata con una dichiarazione all’apparenza soft di Nicola Zingaretti: “A Roma c’è una bellissima comunità che si sta organizzando per poi selezionare il percorso da intraprendere facendo decidere ai romani“. Ad essa hanno fatto seguito le bordate dei vari forzuti della Ditta: “la candidatura del leader di Azione, Calenda, va contro tutto quello in cui il Pd crede” e ancora “Calenda si comporta come il Marchese del Grillo (“io so io e voi…”)” oppure “Calenda vuole buttare tutto in caciara”
Il Mondo va cambiando pelle alla velocità della luce. L’Italia è impantanata nelle pastoie e nelle sabbie mobili di chi resta tetramente, foscamente, lugubremente avvinghiato alla rigidità del pensiero compresso, limitato, deformato del pugno chiuso.