COMITATO  PICCOLI  AZIONISTI  TOSCANA AEROPORTI
 
Oggetto: Il punto di non ritorno del Covid 19
                Pisa, 29 Ottobre 2020
      A fine maggio avevamo lodato la 46^ BA per aver saputo allestire improvvisamente missioni di supporto sanitario, trasportando milioni di mascherine, tamponi, materiale vario e soprattutto pazienti infetti, in strutture bio-contenitive, contando sulla preparazione di personale, addestrato e testato periodicamente a procedure certe, mirate a prevenire anche emergenze o nella malaugurata ipotesi del loro insorgere, ad affrontarle con procedure conosciute e certe.                                                             
     Avevamo sottolineato che ispirarsi ai cardini su cui si basa l’organizzazione dei voli:  pianificazione, prevenzione, addestramento e rispetto di procedure conosciute, sarebbe stato utile per affrontare anche emergenze come le pandemie, per cui, superato il periodo critico del COVID 19, nell’analizzare gli errori fatti nei vari settori, ispirarsi a tali principi, avrebbe aiutato a preparare i correttivi soprattutto in quello sanitario.
    E’ stato fatto? La foto della coda delle ambulanze ai Pronto Soccorso, in vari ospedali italiani, in attesa di posti letto per ricoverare i malati, rievoca quella dei camion militari di Bergamo.
   Anche Pisa sta vivendo la problematica. Minimizzare il problema, attribuendolo all’afflusso di ambulanze con malati anche del circondario, non lo risolve. Il sistema sanitario deve assistere tutti i malati ed il paziente bergamasco, ricoverato e guarito a Palermo, ne è un esempio.
   Utilizzando similitudini aeronautiche, così come ogni aeroporto non può specializzarsi nei settori più ambiti: trasporto, soccorso e caccia; anche gli ospedali non possono specializzarsi in tutto, per cui le terapie intensive, accentrate nei grandi ospedali, che dispongono di personale specialistico addestrato a gestire continuamente malati problematici, per non intasarsi, devono poter contare su un valido sistema territoriale che indirizza i malati presso gli ospedali periferici, per curarne le patologie e stabilizzare quelli più gravi per smistarli, tramite una centrale operativa, presso gli ospedali idonei a riceverli e curarli in terapia intensiva.
  Gli allarmi di questi giorni dimostrano che si doveva sfruttare meglio il tempo a disposizione per affrontare la nuova ondata pandemica e purtroppo quando si sottovaluta la fase della pianificazione, si va incontro impreparati al cosiddetto punto di non ritorno, che è il punto della rotta superato il quale non si ha più l’autonomia per ritornare alla base e ripianificare il volo, per cui occorre proseguire col carburante disponibile. Tradotto in altri ambiti  è il momento a partire dal quale non si riesce più a tornare alla stato iniziale per affrontare diversamente la crisi.

              Per il Comitato Piccoli Azionisti TA                          Per l’Associazione Amici di Pisa                                         .                     Dr.  Gianni Conzadori                                                Dr Franco Ferraro
 
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