Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sabato, alle ore 21.06, Giacomo Barsanti, poeta cantore del Gruppo ‘Urtura Toscana (G.U.T.), scrive una mail agli associati, dei quali anch’io faccio parte:
Meno di tre ore alla seonda zona rossa dell'era covidiana. Pronto lo spumante? Momenti storici ragazzi, e son toccati a noi.
Che culo!
Dopo una mezz’oretta, alle 21.46, Tiziano Consani di Castelmaggiore, anch’egli gran rimatore, risponde:
Pòrdo dice di stappà 'na bottiglia di vino bòno a la salute di tutti noiartri! E di disinfettassi le mane col la grappa di vinaccia de la Vignaccia di Treccolli! Bòna e statemi tutti benone parecchio assai.
È tardi, si va a letto aspettando la storica giornata rossa, più potente dell’armata!
Domenica mattina, Enrico Pelosini, un big del gruppo, alle 9.29 scrive:
TANT'AGURI
Amici con l'ottava vi saluto
La scrivo mentre sono a defecare
Al giorno novo dare il benvenuto
È cosa che ritengo salutare.
Bisogna sta' attenti allo starnuto
Perché occhi ti vanno a scrutare.
Ha rotto i coglioni. Se ne vada via
Questa vigliacca e stronza pandemia
Non sappiamo per quali motivi trattengano uno dei più forti “ottavarimisti” del GUT, Stefano Benedetti, che “solamente” alle 10.29 risponde all’amico:
Saluti a tutti i recrusi.
Stamani a scende giù da casa mia
Arivo ‘n fondo e vedo San Giuliano
Appena fermo ll’auto ar crocevia
Un vecchio zoppo mi porge la mano
E penso certo sordi un ni do’ mia
Ma lui mi viene ar vetro ‘ontromano
Ni do un euro e lui mi fa un inchino
Mi dice la miseria un c’ha r vaccino!
Il Pelosini abbocca e contrattacca alle 10.35:
Mi si impone ora di precisare
L'impulso non nasce dal messaggio
Ho acceso il cellular prima del fare
Ed ho colto vostro scritto saggio.
Così mi so 'messo a improvvisare
Ricordando Calisto vecchio saggio.
"cose importanti mai dei dimenticare.
Ma necessario è sol il cacare.
Stefano è in moto e non lo fermerà più nessuno e alle 10.57 risponde:
Amico Pelo leggo il tuo rimare
E m’immedesimo nella tenzone
Vorrei in maniera degna replicare
Vorrei citar Petrarca e la Canzone
Oppure il Sommo Dante scomodare
E meditar la tua affermazione
L’ottava tua che cachi e’ rima grande
Attento a un lascia’ scritte le mutande.
Non ci sono solamente Rimatori nel GUT, ci sono anche agguerrite “Rimatrici”, come Manuela Marcantelli che, alle 11.16, interviene:
Che leggiadria ad oggi qui s’espande
Con argomenti d’arte quotidiana
Ma ‘un sembran certo odori di lavande
Quelli che giungon dall’area pisana
Nel loco ove tu sei ti fai domande
Su questa pandemia di razza umana
S’è meglio improvvisare anche sui cessi
Oppure sta’ a conta’ mali e decessi
E Giacomo? C’è c’è, e alle 11.34 spara:
Io dio che si voglino fa fessi
Con tutte este colorate zone
Un lo vedete ome semo messi
Ora c'è libera defeazione
Ma a caà un zaremo più li stessi
Ci vorà l'atocertifiazione
Ragazzi un ci si leva più le zampe
Speramo pellomeno he vinca Trampe
Stefano ha il fucile carico e spara alle 11.44:
A senti r nome già mi vien le vampe
Ed a pensa’ ar colore delle zzone
Vi dono quest’ottava alle stampe
E voglio esse bello vorgarone
E Dio me ne liberi e me scampe
Di vesta invero brutta situazione
Se siamo nella merda a buo punzone
Voglio morì solo in zona marone!
Il Pelosini fremeva già di suo, ma ora, 11.47, parte all’attacco :
Che leggo? Tu voi che vinca Trumpe
Spero sia ironia caro Barsanti
Diritti calpestati con le zampe
Ancora conta i voti che un so' tanti.
Se dura ancor L'america si rompe.
Hai perso! Te lo sai un ci so' santi!
Lui è lì che sempre strepita e piange
Io tra poco divoro le lasagne
Giacomo non accetta e risponde alle 11.54:
Lo sai in lucchesia os'è r marone
E' quell'aggeggio per levà r bottino
Qui di bottino sai ce n'è un bidone
Com'è Bidone in Usa ir figurino
Ma Pelo un lo vede ir trappolone
Eppure basta un po' vedé di fino
Bidonen da chi è stato finanziato
Ce l'han messo per rovinà ogni stato
5 minuti e, esattamente alle 11.59, rientra Manuela:
O che ti metti a di’ un fa’ ir coglione
Se voi ti spiego tutto con gran cura
Ti dio perché ir Barzanti ha l’opinione
Ed è perché der virusse ha paura
E sorte allora la provoazione
Per dare alla su’ fifa un po’ di stura
Lui fa l’alternativo e quello dotto
Pe’ un confessa che lui si caa sotto
Tutti gasati al massimo e G.B, 12.04, riribatte:
Per ora io son crudo e no cotto
Si vede Manuela un lo apisci
Rifretti nell'ottava tua di botto
Nder mentre ir tu discorso vi condisci
Ti dio allora io val'è r mi motto
Così che te armeno la finisci
Dio ar popolo se se n'è accorto
Chi ha paura di morì è già morto
Tomo tomo, quatto quatto, come diceva Totò, Lorenzo Gremigni Francini, alle 12.16, intervienecon:
Di virusse ner mondo ce n’è tanti
Di bischeri però ce n’è di più
Dovrebbero incontrassi l’uni e l’antri
E ‘r mondo sortirebbe un ber bigiù
Ringrazio questi amici poetanti
Mi ci levo ‘r cappello ‘n su e ‘n giù
Scuserete l’ottava da badessa
Ma so appena tornato dalla Messa
Stefano stava ungendo il fucile e, alle 12.18, spara una bordata:
Infatti da stamani un si fa motto
e cala anco la urva der contagio
Er virusse sembra e sia ridotto
Ed covidde ha avuto un ber presagio
Ir vibrione s’e caato sotto
Er mondo s’aspettava esto presagio
R motivo si domandano gli astanti
Lui ha paura d’infetta’ r Barzanti!
E il grande “Barzanti”, tre minuti, alle 12.21:
Caro Stefano stavorta un m'incanti
Un pol'esse che r virusse sia io
Io sono l'incantevole Barsanti
Grande e grosso vant'è vero iddio
Ir culo lo farò a tutti vanti
Io li manderò tutti ndell'obrio
Virusse ce n'è uno e quello sia
L'eterno virusse della poesia
E l’anch’esso grande Stefano, tre minuti, 12.24, per finire la mattinata:
A me di mori’ paura ho mia
ormai la natura un m’interessa
Il fato sopraggiunga e così sia
La mi moral resta indefessa
Un m’interessa più nemmen la fia
Ma una osa sol mi resta mpressa
La morte se mi vien la prendo a rutti
E voglio anco manda ffanculo tutti.
Queste le ottave straordinarie che si sono scambiate gli amici per scongiurare il maledetto isolamento al quale sono, siamo, sottoposti, ma basta poco(!) per avvicinarsi: ironia (facile), un computer (facile), tempo (facilissimo- non manca) ed estro che quello non è da tutti!
Grazie GUT (alla pisana) e Gut, alla tedesca!
Ora sono andati a pranzo ma ritorneranno nel pomeriggio, dopo il ponce allora!