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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
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di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
CULTURA E SPETTACOLO di Giulia Baglini
Un Festival che valorizza l'Italia nel nome di Mauro Bolognini

18/11/2020 - 16:55

Un Festival che valorizza l'Italia nel nome di Mauro Bolognini

CULTURA E SPETTACOLO
di Giulia Baglini


Intervista a Roberto Cadonici, presidente del Centro Culturale dedicato alla memoria del grande regista pistoiese

Il mondo della cultura e dello spettacolo vive un momento difficilissimo ed è costretto a rinunciare alle occasioni di incontro che da sempre costituiscono la linfa vitale della sua stessa esistenza. Tra le manifestazioni che hanno dovuto fare i conti con l’aggravamento della situazione sanitaria c’è il “Mauro Bolognini Film Festival”. 
L’evento, giunto alla sua nona edizione, si sarebbe dovuto tenere a Pistoia lo scorso fine settimana. Come si legge sul manifesto affisso sui muri della città, gli organizzatori erano pronti a rinviare la manifestazione o a realizzarla su piattaforma web.

Ne abbiamo parlato con Roberto Cadonici, presidente del Centro Culturale Mauro Bolognini nato nel 2001 a pochi giorni dalla scomparsa del grande regista pistoiese e che dal 2004 organizza il concorso riservato a registi italiani e stranieri autori di cortometraggi su qualsiasi supporto, ispirati, tratti o liberamente tratti da opere letterarie.

Un legame, quello tra letteratura e cinema, che ha contraddistinto gran parte delle opere di Mauro Bolognini, con film (19 su 43) che hanno reso omaggio a scrittori come Alberto Moravia, Italo Svevo, Pier Paolo Pasolini, Mario Tobino, Vasco Pratolini.


Una decisione sofferta quella di rinviare il Festival, ma purtroppo inevitabile viste le ultime novità in tema di situazione sanitaria. Vorremmo il suo pensiero in merito 
 
“Abbiamo cercato di tenere duro fino a che è stato possibile e abbiamo lavorato come se la situazione fosse stata normale. Poi, quando abbiamo visto che tutto stava volgendo al peggio e ci siamo resi conto che non era possibile dare corso al festival, abbiamo valutato tre soluzioni: annullarlo, rinviarlo al 2021 o realizzarlo in streaming. Ne abbiamo dibattuto un pò e poi ci siamo orientati sul rinvio, giocando sul fatto che il nostro festival è biennale. Ci saranno degli aggiustamenti e dei ritocchi, però ci conveniva da molti punti di vista non buttare via tutto quello che si era fatto.

Realizzarlo in streaming, soprattutto per un certo tipo di eventi, avrebbe avuto poco significato. Nella nostra esperienza di festival abbiamo avuto persone che fanno centinaia di chilometri per vedere il proprio lavoro proiettato in sala con il pubblico. 

Il valore di questo tipo di manifestazioni sta in questo, oltre che nello scambio che si verifica tra i partecipanti. Questa è la ricchezza del festival, il suo valore aggiunto. Più dell’evento in sé, quello che è davvero significativo è che ci si trova tra persone che si occupano dello stesso settore, c’è modo di interagire, di scambiare esperienze. Con lo streaming, ciò che è più importante per noi sarebbe venuto meno. L’altro elemento forte è che si tratta dell’edizione dedicata alla memoria di Andrea Bolognini, nipote di Mauro e suo assistente alla regia, che è mancato improvvisamente nell’agosto del 2019. Uno dei momenti centrali del festival sarebbe stato la proiezione di “Raul: diritto di uccidere”, il film che Andrea diresse nel 2005. Un’opera molto importante, ispirata al romanzo di Dostoevskij “Delitto e Castigo”   e con un cast di alto livello, composto da Giancarlo Giannini, Stefano Dionisi, Laura Betti, Alessandro Haber, Violante Placido, Maurizio Mattioli".

Con il Premio CortoScuola il vostro festival vuole portare il cinema tra i ragazzi

"Esatto, il festival prevede tre tipi di concorsi: il concorso internazionale per cortometraggi, il concorso per le sceneggiature e il concorso per le scuole. Parlando in astratto, il concorso internazionale è il settore più significativo e lo è stato anche dal punto di vista delle partecipazioni perché sono arrivate oltre 1160 iscrizioni provenienti da 77 paesi (499 dall’Italia, 130 dall’Iran, e a seguire dalla Francia, dall’India, dalla Spagna e dagli Stati Uniti).

Tuttavia, diamo altrettanta importanza al lavoro che si fa con le scuole, perché è un’esperienza unica. Lo vedo da come i ragazzi e i docenti escono dalle proiezioni. Le motivazioni sono molteplici, ma il fatto più importante è che si fa scuola in una maniera proficua e più leggera. Normalmente arrivano lavori da tutte le regioni italiane e noi selezioniamo quelli che ci sembrano più solidi dal punto di vista del progetto didattico.
Trattandosi di lavori scolastici, alle spalle è infatti richiesto un progetto didattico: affrontare un tema che abbia una rilevanza e una funzione didattica. Quindi è un modo di fare scuola diverso ma altrettanto efficace, se non più efficace dei modi tradizionali. Inoltre mette tutti i partecipanti nella condizione di avere il polso della realtà circostante, raccontando se stessi e vedendo quello che succede nelle altre città e regioni, verificando se si è più avanti o più indietro, se si è perso qualche treno. Il premio lo danno i ragazzi: si coinvolgono le classi di medie ed elementari in una sezione, le classi delle superiori in un'altra. Sta a loro, al termine della proiezione, esprimere la propria preferenza e decretare il vincitore".

Tra gli artisti che hanno partecipato al concorso internazionale c’è Alessandro Haber, questa volta nella veste insolita di regista

"Haber è presente nella selezione finale con un cortometraggio molto delicato, che affronta il tema della pedofilia familiare. Lo fa in maniera decisamente riuscita, senza far ricorso a nessun luogo comune e con una costruzione registica intelligente, che dà al corto la struttura di un giallo". 

Il Centro ha anche collaborato alla realizzazione di un documentario sul sodalizio artistico tra Pier Paolo Pasolini e Mauro Bolognini

"Si tratta di un’idea e di una sceneggiatura di Andrea Bolognini, a cui stava lavorando da molto tempo. Lo considerava il lavoro della sua vita, ma purtroppo non ha mai trovato il modo di portarlo a compimento. E’ fermissima intenzione della sua compagna Roberta Cantele, portare avanti l'eredità intellettuale di Andrea, affidando il compimento di questa opera al regista Fabrizio Bancale, che fu l’assistente di Andrea Bolognini in “Raul”. Sul set nacque una forte amicizia, penso che Fabrizio sia la persona più adatta per dare la luce a questo progetto di Andrea".


E’ stato invece presentato, sia a Parigi che a Pistoia, il volume a cui aveva lavorato lei stesso con Andrea Bolognini e Lorenzo Codelli, dal titolo ‘Venticinque soliste per un coro, le attrici di Bolognini' 

"Si tratta di un libro che raccoglie le testimonianze della maggior parte delle attrici di Mauro Bolognini, come Adriana Asti, Lara Wendel, Claudia Cardinale, Isabelle Huppert, Dominique Sanda, Liv Ullmann e molte altre. Il libro è dedicato alla memoria di Andrea Bolognini, che ha lavorato con passione prima all'ideazione e poi alla sua costruzione. Il 28 ottobre 2019 la versione francese del libro è stata presentata all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, come anteprima della rassegna che la Cinémathèque française ha dedicato per tutto il mese di novembre a Bolognini. Il libro ha fatto da cornice a una conversazione su Bolognini con Jean Gili, critico cinematografico specializzato in cinema italiano e con Denitza Bantcheva, poetessa e critica cinematografica. Jean Gili aveva conosciuto Bolognini, intervistandolo ripetutamente. Alla rassegna, che a Parigi ha riscosso un grande successo, è stato presentato integralmente tutto il cinema di Bolognini, permettendo a Gili di vedere alcune cose che lui stesso non aveva mai visto.
Io sono stato solo alla presentazione del volume e alla presentazione della rassegna, che si è aperta con la versione restaurata de 'La viaccia', alla presenza eccezionale di Claudia Cardinale. Oltre alla soddisfazione di registrare l'entusiasmo dei cinefili francesi per il film, non è mancato l’orgoglio di vedere sullo schermo tra i promotori il nostro Centro Culturale Mauro Bolognini e la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
A Pistoia il libro è stato presentato il 14 novembre 2019 nella Sala dell'Arazzo del Palazzo dei Vescovi, alla presenza di Ottavia Piccolo.
Doveva essere presentato a Roma ad aprile, ma ovviamente è saltato tutto, insieme alla nuova data di ottobre.
Nel libro sono presenti tre o quattro sezioni dedicate ad attrici non più in vita, che ho voluto inserire in questa raccolta perché erano presenti nel nostro archivio  e perché consentivano di mettere in evidenza il loro speciale rapporto con Bolognini. E’ il caso di Silvana Mangano, che era molto amica di Mauro ed è il caso di Mariangela Melato, che in una bellissima lettera riportata nel libro esprime il suo fortissimo desiderio di essere diretta da lui.
Ho voluto ricordare, attraverso la testimonianza della figlia, anche Marcella Valeri, che detiene il primato delle presenze nei film di Bolognini, recitando in sei di essi. Fu una caratterista, interpretò la classica sora romanesca in tanti film degli anni ‘60".

Qual è il suo ricordo di Mauro Bolognini?

"Le nostre vite si sono incrociate negli anni ’80, quando lui ha portato al Teatro Manzoni tre opere pirandelliane. All’epoca io ero il presidente del teatro. Era la fase terminale della sua carriera, era la fase in cui il suo rapporto con Pistoia era ritornato sereno. Un pò come tutti quelli che lasciano la provincia per la capitale, aveva un rapporto all’inizio non dico di rifiuto, ma di scontentezza rispetto alla propria provenienza. Nella fase finale della sua vita questo rapporto venne recuperato e ricucito. Riafferrò i valori da cui era partito e su cui si era fondata la sua stessa esperienza nel mondo del cinema, dell’opera e del teatro.

Il suo riavvicinamento alla città è testimoniato dal documentario “Giorni di Pistoia”, girato nel 1983 su commissione della Cassa di Risparmio.

Vale la pena ricordare le sue stesse parole: “I ricordi sono quelli di una città di provincia da cui si vuol fuggire. La mia città è una città molto quieta. Io ho dei ricordi direi malinconici, non ho dei ricordi allegri.” E ancora: “Pistoia è stata sorprendente! Una scoperta, un premio. Mi è come arrivata addosso di sorpresa, mi ha preso di contropiede lasciandomi senza fiato. Avevo vissuto qui senza capire la bellezza di questa città, oggi mi è sembrata chiara, indiscutibile”.

La sua riscoperta della città lo portò a parlare di 'ingiustizia' per l’assenza di Piazza del Duomo dalle piazze di De Chirico, noto rappresentante della pittura metafisica, che celebra le architetture vuote e prive di presenze umane, in parallelo con la definizione dannunziana di Città del silenzio".


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