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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Federazione Italiana della Caccia
VIA LIBERA ALLA CACCIA AL CINGHIALE.
SOLO UN PRIMO PASSO SULLA STRADA PER LA NORMALITÀ

20/11/2020 - 18:34


Roma, 20 novembre 2020.

In queste ultime ore si sta assistendo da parte di alcune Regioni site in zona arancione alla concessione della possibilità di spostamenti tracomuni per procedere alle operazioni di controllo e per la caccia al cinghiale, sia nellaforma della braccata che della girata.Consideriamo questo il primo passo per estendere a tutti i cacciatori residenti nella regione la possibilità di esercitare la caccia ovunque abbiano titolo – appostamentofisso sito in altro comune; caccia in Atc in cui non ricade il comune di residenza;accesso a aziende agrituristico venatorie e faunistico venatorie, ecc… – e auspichiamo che questo percorso sia portato a termine al più presto e fatto proprio datutte le amministrazioni regionali.Infatti, se gli iscritti a una squadra di caccia collettiva al cinghiale o gli autorizzati aprelievi di contenimento possono superare i confini comunali per prelevare ilcinghiale, ci pare naturale pensare che nulla possa essere detto a chi invece del suide insegue, ad esempio, fagiani e beccacce.

Le possibilità di concorrere alla diffusione del virus non cambiano in base al selvaticoinseguito.

Come continuiamo a ripetere sin dall’inizio, la caccia si pratica in ampi spazi aperti, lontano da aree abitate e antropizzate, la maggior parte delle volte in forma singola ocon un numero di persone tale da poter mantenere, proprio perché all’aperto, una distanza interpersonale largamente superiore a quella consigliata da tutti i protocolli.Non ci sono quindi ragioni scientifiche, mediche e di buon senso per impedirla.

E non è un caso che infatti la caccia non sia stata sospesa dal Dpcm, ma solo resadifficile o impossibile dai limiti agli spostamenti. Un problema al quale siamoconvinti le Regioni – e non è un caso che ci siamo rivolti alla Conferenza delleRegioni e delle Province autonome proprio per confrontarci con loro – possano porrerimedio.Ringraziamo quindi le Regioni che hanno deciso di assumersi la responsabilità diautorizzare uno scostamento dall’interpretazione data generalmente al Dpcm, considerando che qualsiasi passo avanti, anche parziale, può fare da apripista aulteriori e più complete e soddisfacenti determinazioni.

Certo, se la cosa dovesse rimanere limitata a cercare un rimedio ai danni arrecati daicinghiali alle colture, alla circolazione stradale o in funzione di unico presidio neiconfronti di zoonosi come la peste suina, non troverebbe la nostra soddisfazione.

Bisogna dunque andare oltre e non fermarsi a questo punto: soluzioni parziali e chenon riconoscono uguale dignità alle diverse categorie di cacciatori non sonoaccettabili.Adesso dunque è necessario che le Regioni abbiano il coraggio di continuare il percorso intrapreso, anche agendo sul Governo, per permettere uno svolgimento dellacaccia pienamente soddisfacente pur all’interno del contesto delle norme emanate a tutela della salute pubblica.

 

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

 


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