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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Cambio!

24/12/2020 - 22:09


 

Abituati come siamo alle usanze continuiamo a seguire un cliché consolidato: l’uomo festeggia Natale con un albero e lo mette, oltre che in casa, lungo la strada!
La Natura a volte si ribella e quest’anno ribalta i ruoli: gli alberi, a casa loro, festeggiano Natale con una strada a loro simbolo.


Ricordate la filastrocchina natalizia per la richiesta di una gratifica?
Cambio due o tre parole:
 

 

Caro Babbo è Natale,
senza gente si sta male,
dammi almeno un bel vaccino
per poterti star vicino!


Mentre scrivo il nipotino attento sta canticchiando:


Babbo Natale,
non voglio regali,
non voglio niente,
VOGLIO SOLO LA GENTE!


A corredo della foto precedente avevo inserito strane poesie, cupe visioni di questo periodo, ma ora provo ad usare lo scherzoso dialetto, pisano o romano e un granitico garfagnino, per addolcire, ma non tanto, la pillola:
 
IR NATALE D’OGGI GIORNO
Angelo Perini


Oggi ‘r Natale gliè relegato,

ner cesto der carrello der supermercato;

drento ‘lustrini delle chincaglierie,

e ne’ negozi di ghiottonerie;

‘ndun panettone farcito ‘si soffice e bello,

o nell’impasto di mandorle d’un ricciarello.

‘uand’ero bimbetto l’aspettavo n’un fiocco di neve,

che vedevo scende dar cèlo lieve lieve;

nell’arancino candito mentre ni ciucciavo la buccia,

o nella paglia alla mangiatoia della ‘apannuccia.

Gliè un Natale che un c’è piu’;

ner Presepio ti guardo e scoto ‘r capo…ber  mi’ Gesù…
 
UN NATALE DI TANT’ANNI FA  27/12/1994
Dina Paola Cosci
 
Se m’arriordo di ‘vell’arberino?!
S’andò cor un’accetta ‘n cima ar monte,
‘r mi’ babbo, io, ‘nsieme ar mi’ fratello
e se ne scerse uno piccinino.
Fra tanti ‘he s’avevano di fronte
‘hissa perché si vorse propio ‘vello.
Poi la sudata per portallo via...
Scende’ d’Agnano ‘or pinacchiotto a spalle
e via ‘nsin’a Ghezzano ‘n biciretta.
Fu guadagnato...doppo, ‘n casa mia
‘vando la sera s’attaccò le palle,
fu bella anco la povera stanzetta.
Era vestito si...ma da cenciaio:
du’ ‘andeline fatte ‘n rodovetro,
cinque pallette, tutte regalate...
stelline lustre… glierino d’acciaio,
fatte da babbo poo temp’addietro,
ma ‘he dar celo parevano ‘ascate.
‘Ver giorno ci sembrò meraviglioso:
un ricco e bellissimo Natale.
Faceva freddo fori...noi felici,
er nostr’affetto gliera ‘ontagioso,
o successe ‘varcosa di speciale,
vensan da noi ’ parenti...tanti amici.
Ora ll’arbero è bello... però è finto.
Appicciato c’è ogni ben di dDio,
ma io riòrdo ‘n arberino vero:
‘ome spiccava su quer muro stinto.
Lo paragono guasi ar core mio
di fori ride...ma nun è sincero.
 
 Er Presepio

 Trilussa


Ve ringrazio de core, brava gente,

pé ‘sti presepi che me preparate,

ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,

si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,

da secoli lo spargo dalla croce,

ma la parola mia pare ‘na voce

sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;

cerca sempre de fallo più sfarzoso,

però cià er core freddo e indifferente

e nun capisce che senza l’amore

è cianfrusaja che nun cià valore.
 
ER   PRESEPIO
Gino dell’Aringa


Anco ’uest'anno ho fatto la ’apanna
duv’è Gezsù’ bambin con San Giuzseppe
colla Madonna 'he ni  'anta la nanna 
e altre ‘nsomavante statuette.
C’en l’angirini ’he ccantin alleluglia,
le peore che pascin sulle ’olline,
i ppastori che ’ndela notte buglia  
si riscardirn cor foo de le fascine.
C’è la Befana ’or sacco ’n sulla gobba,
colla su' rocca ’n man e la granata
e un grembiule seppo pien di robba.
Pò c’è la 'umeta tutta allumata.
C’en l’accipressi ’n su’ vviottorini,
gragnola su' comignori e su’ mmonti,
e poe ’n fottio di ’apre e di peorini
sulle sbraine ’n pendio e ’n su' pponti. 
Ma a vede’ ’n de la greppia ‘ er povorin
’osi nudo e bruo  ’om’un beo 
mo ’hiappa drento l’ossa ’n frigorin
che ni darebbi ’uer che mangio e beo.  
In der mondo si dà tanta ’anaglia 
'ando nasce ’n fiiolo d'un monarca;
Lu’, re der mondo, sta lì sulla paglia.
Io, chi arabbi, ’un ci apiscio ’nacca. 
 
 
 


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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

25/12/2020 - 16:55

AUTORE:
ODC

Com’è bello l’albero di Natale
che guarda curioso dalla finestra
le persone passano con la mascherina al viso
a tutte loro manda un bel sorriso.