Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Voglio dare per scontata l’apertura ufficiale della crisi, ragionare come se essa fosse già stata dichiarata, cosa che probabilmente è nel frattempo avvenuto, solo per provare a rispondere a tutto il coro degli sdegnati che proclamano l’irresponsabilità, e quasi l’infamia politica, di chi apre la crisi di governo in tempi calamitosi come quelli che viviamo.
Penso proprio l’opposto: le crisi politiche si possono aprire quando, in tempi calamitosi, c’è al governo un gruppo di incapaci a governarli. Quando, soprattutto, il responsabile politico di tutto, il Presidente del Consiglio, appare del tutto inadeguato a impostare le risposte giuste ai problemi che si affollano da ogni dove, dalla sanità alla spesa pubblica, ai progetti decisivi per il futuro. È allora che si è del tutti legittimati ad aprire la crisi, come mostra la storia, per eventi e personaggi certo fuori misura se confrontati alla situazione di oggi.
Cadorna fu sostituito nel pieno della guerra, e Diaz fu il generale della vittoria; il grandissimo Churchill sostituì l’imbelle Chamberlain quando i tedeschi erano alla vigilia di un possibile sbarco in Inghilterra, e si discuteva di armistizio con Hitler, e fu lui a guidare la nazione alla vittoria. Si dirà: fai esempi fuori misura, e non ci sarebbe bisogno di notarlo. Se vogliamo esempi più adeguati e meno impegnativi, si può ricordare l’azione decisiva di Giorgio Napolitano quando, in piena crisi finanziaria, praticamente decise la formazione del governo di Mario Monti che, si sappia o no, salvò l’Italia.