none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
L'intervento pubblicato da "la Stampa", 8 febbraio 2021.
Massimo Recalcati: "Perché difendo Matteo Renzi"

8/2/2021 - 9:47

Massimo Recalcati: "Perché difendo Matteo Renzi"

Non senza nascondere un certo compiacimento Massimo D'Alema aveva riconosciuto, nei giorni precedenti la crisi di governo, in Conte il politico più popolare in Italia e in Renzi il più impopolare. Questo a seguito della decisione del leader di Italia Viva di sfiduciare il governo ritirando i suoi ministri.

D'Alema si è fatto interprete di un coro che, soprattutto nei giorni precedenti la caduta di Conte, è apparso unanime e rabbioso: Renzi sarebbe vittima patologica del suo Ego, irresponsabile a generare una crisi di governo al buio in un tempo di emergenza sanitaria ed economica, abbagliato dalla necessità solo tattica di recuperare visibilità politica, indifferente alle conseguenze collettive dei suoi scellerati passaggi all'atto.

Quando i giudizi si compattano in modo così conformistico contro qualcuno, uno psicoanalista, abituato a diffidare da ogni forma di pensiero unico, non può non interessarsene.

La soluzione Draghi ha forse raffreddato gli animi consentendo un'altra lettura dell'azione politica di Matteo Renzi? Non abbiamo forse in questi giorni la sensazione di una risposta finalmente adeguata alla crisi sanitaria ed economica senza precedenti che ha travolto il nostro Paese?

Aveva allora davvero torto Italia Viva a porre le critiche nei confronti del governo Conte?Immobilismo, esautoramento del Parlamento, errori di fronte alla emergenza sanitaria e, soprattutto, nella programmazione dei futuri investimenti, per non citare il tema del Mes. Davvero la crisi che ha innescato la nomina di Draghi è stata avvertita come incomprensibile da parte degli italiani, come si è sentito ripetutamente dire in ogni occasione?

Davvero è stata una pura manovra di palazzo?

Non poteva esserci una giusta istanza in quelle critiche grazie alla quale abbiamo oggi l'occasione di avere un presidente del Consiglio che non potrà più essere rappresentato da Casalino per evidente incompatibilità estetica ed etica?

Nessuno dei critici più severi e implacabili di Renzi nutre dei dubbi su questo punto?

A proposito di Renzi è toccato a Bersani nelle settimane della crisi a lasciarsi sfuggire il Witz che raduna attorno a lui una generazione di sconfitti. Non credevo alle mie orecchie di psicoanalista quando in televisione l'ho ascoltato definire Renzi, in modo allusivo, come un eiaculatore precoce, ovvero come qualcuno che non si saprebbe trattenere, come un ragazzo alle prime armi di fronte al marasma dell'eccitazione erotica... Eccoli, ho pensato.

Ti giri un attimo e ritorna immancabile il paternalismo della sinistra tradizionalista e il suo immancabile livore! In un attimo questo Witz ha radunato attorno a sé tutti gli ex-rottamati da Renzi che hanno avuto l'ennesima occasione per ribadire che avevano visto lungo, che il ragazzo è un corsaro, una canaglia, un poco di buono, un figlio bastardo e, soprattutto, la prova più evidente della loro innocenza.

Il livore antirenziano segnala come ripeto da tempo un problema storico del centro-sinistra assai più serio di quello della diagnosi psicopatologica di Renzi. In gioco è l'identità stessa del Pd, di ereditare autenticamente la propria storia, della sua capacità o incapacità di interpretare il suo tempo.

Nonostante Renzi militasse nel loro stesso partito i vecchi comunisti lo hanno vissuto sempre come un corpo estraneo, facendogli la guerra in modo militante e organizzato. Questo non ha solo contribuito alla caduta del sogno riformista che Renzi ha rappresentato, seppur per un breve tempo, per l'Italia, ma - ben al di là di Renzi - ha mostrato tutti i limiti interni relativi all'identità politica del Pd. Oggi non siamo in un tempo molto diverso da quello. Almeno dal punto di vista delle dinamiche psicologiche del centro-sinistra. Ieri D'Alema e soci brindavano nelle sedi del Pd alla sconfitta del loro stesso partito al referendum, felici di avere frenato l'ambizione smodata del figlio ribelle e di aver salvato la Costituzione, ieri esultavano di fronte al suo ennesimo passo falso, quello di avere provocato una crisi al buio non rendendosi conto però che nel buio eravamo già tutti.

La demonizzazione del figlio bastardo di Rignano è oggi il paravento dietro il quale nascondere la propria dipendenza politica dal M5S.

Sarebbe invece dovuto essere proprio il Pd a sollevare la crisi assumendosi la responsabilità di dare al Paese una nuova speranza. Non è questo storicamente il suo compito?

In molti dei suoi militanti condividevano le tesi critiche di Renzi senza avere il coraggio politico di assumerle pubblicamente. Nel nome dell'emergenza, ovviamente.

Ma non è l'emergenza a imporre sempre cambiamenti drastici?

A insegnarci che il coraggio delle proprie idee merita la luce?

A imporre di voltare pagina?



Fonte: L'intervento pubblicato da "la Stampa", 8 febbraio 2021.
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

10/2/2021 - 18:57

AUTORE:
poldo

ORGASMO : Incontenibile agitazione, riconducibile per lo più ad ansia, irrequietudine, impazienza.
"i ragazzi erano tutti in o. per la gita dell'indomani"...NON LE E' PASSATO PER LA TESTA CHE FORSE L' ONOREVOLE BERSANI INTENDESSE QUESTO, A PROPOSITO DI MATTEO RENZI E DELLE SUE GESTA ?
MA, SA, IO SONO SOLO UN POVERO CRISTO NON UN PROFESSORE...

10/2/2021 - 16:02

AUTORE:
Giulio

La crisi di Governo e le nebbie di Recalcati


Il professor Massimo Recalcati ha difeso, ieri su La Stampa, il senatore Matteo Renzi contestualizzando l'origine della propria analisi con queste parole:

"Quando i giudizi si compattano in modo così conformistico contro qualcuno, uno psicoanalista, abituato a diffidare da ogni forma di pensiero unico, non può non interessarsene".

Fin qui tutto bene. Ogni opinione vale, ogni posizione va rispettata e a maggior ragione quella di chi, spesso con maestria ha scelto di rendere accessibile ai più il livello superficiale, ma non per questo meno importante, della lettura psicanalitica del linguaggio sociale con un'operazione mediatica che, sebbene abbia allarmato molti "operatori del settore psicanalitico e psicologico", ha il vanto di aver avvicinato il grande pubblico al rapporto tra significante e significato.

Peccato che subito dopo queste sagge parole "contro" il giudizio conformistico appaiano queste altre in relazione al presidente incaricato Draghi e al suo Governo ancora in gestazione:

"Non abbiamo forse in questi giorni la sensazione di una risposta finalmente adeguata alla crisi sanitaria ed economica senza precedenti che ha travolto il nostro Paese?".

Ma come professore, mi giustifica il contrasto al conformismo del giudizio con il conformismo della speranza? Proprio lei?

Sia chiaro, io non sono altro che un libero pensatore, forse un artista, non ho certo la sua preparazione accademica, né l'opportunità di confrontarmi con la crescita che la clinica genera in chi accompagna i pazienti nella ricerca del proprio "Io sono" però mi permetto di dissentire, comunque: perché è mio diritto e pure, nel mio piccolo, un mio dovere.

Le competenze oggettive del professore Mario Draghi andranno valutate in relazione alla direzione che sarà obbligato a prendere dalla futura maggioranza che lo sosterrà, arginandone la libertà d'azione, perché l'Italia resta, fortunatamente, una Repubblica Parlamentare e non Presidenziale, contrariamente a come, purtroppo, viene descritta nel discorso illusorio di una certa politica.

Discorso illusorio che andrebbe contrastato dal discorso dell'università, da quello dell'analista e pure da quello del padrone e così, pertanto, articolato, reso spoglio, riposizionato, forse. Insomma, restituito in "una comunicazione in cui l’emittente riceve il proprio messaggio dal ricevente in forma invertita" (J. Lacan)

Il professor Recalcati, poi, prosegue con un'analisi sui fallimenti interni del Partito Democratico e sulla supposta sudditanza politica dal Movimento 5 Stelle, per concludere così, riferendosi al Senatore Matteo Renzi:

"La demonizzazione del figlio bastardo di Rignano è oggi il paravento dietro il quale nascondere la propria dipendenza politica dal M5S. Sarebbe invece dovuto essere proprio il Pd a sollevare la crisi assumendosi la responsabilità di dare al Paese una nuova speranza. Non è questo storicamente il suo compito? In molti dei suoi militanti condividevano le tesi critiche di Renzi senza avere il coraggio politico di assumerle pubblicamente. Nel nome dell’emergenza, ovviamente. Ma non è l’emergenza a imporre sempre cambiamenti drastici? A insegnarci che il coraggio delle proprie idee merita la luce? A imporre di voltare pagina?"

Tanto come dire che, secondo lei professore Recalcati, un politico non abbia il dovere di trovare la soluzione, di mettere in atto qualcosa - anche di sbagliato, ma in atto - che rappresenti una sintesi di differenti istanze, ma che possa, anzi debba, in virtù della forza innovatrice di una presunt(uos)a gioventù passare il tempo a sbraitare, in modo più o meno letterale: "aprite tutto, chiudete tutto, le persone hanno paura non potete aprire, le persone vogliono vivere dovete aprire" magari mettendosi in bocca la mascherina in diretta tv o passando il tempo a farsi selfie con i propri sostenitori in barba alle distanze sociali, (mescolando volontariamente i due giovani senatori Matteo), perché l'emergenza ci insegna "che il coraggio delle proprie idee merita la luce".

Il coraggio delle idee merita luce, certo, ma l'emergenza richiede costruzione, non paralisi. Se Mario Draghi è davvero la soluzione a ogni tipo di problema e Matteo Renzi lo sapeva, perché non evitare la crisi proponendolo come figura di alto profilo a consulenza del Governo Conte Bis? Perché non chiedere l'istituzione di un ruolo specifico all'interno del Consiglio dei Ministri da affidare a Mario Draghi senza bloccare tutto in un momento tanto delicato per una soluzione che, mi spiace farglielo notare professor Recalcati, non è neppure sicuro che viva abbastanza per muovere i primi passi.

Ma no, professore... proprio da lei no. Proprio lei non si accorge che forse, al netto di bandiere e guadagni secondari, al netto del presunto e forse realmente creduto "interesse del Paese", ripeto forse e forse proprio sul piano dell'inconsapevolezza, mi auguro, la crisi di Governo è stata causata "nel nome del padre", per impedire la riforma della Giustizia e della prescrizione... per salvare il padre Tiziano? Avrei voluto leggerlo "ragionato" da lei, professore.

8/2/2021 - 20:31

AUTORE:
Umberto M

La prima ondata c'è stata quando Renzi “ha messo la sinistra davanti al suo cadavere”, come scrisse il professore Recalcati qualche anno fa in un suo memorabile articolo, che dava una spiegazione psicoanalitica all’odio nei confronti dell’allora segretario del PD.
Il linguaggio di Recalcati, realistico nella sua apparente brutalità, è quello dell’analisi comportamentale, con similitudini e riferimenti a vissuti precedenti che aiutano ad interpretare il presente.
In quel caso chi non volle capire pensò a Renzi come all’assassino della sinistra che mostrava orgoglioso la sua vittima.
In realtà Renzi era Marcantonio che mostrava al popolo romano il cadavere di Cesare, che amava e che era stato assassinato da altri che chiama, sarcasticamente, “uomini d’onore”. Ma non parla, Marcantonio, solo per lodare Cesare, ma per seppellirlo. Prende atto della perdita irreparabile, invita a conservarne la memoria grata, ma sollecita i romani ad andare avanti. Così ha tentato di fare Renzi con la vecchia sinistra ormai esangue.
Di certo mi perdoneranno quelli che hanno paragonato Renzi al “rompiscatole” Catilina, avendo dimenticato che il giovane senatore romano combatteva per la libertà contro il conformismo di regime.
Conosciamo la reazione rabbiosa, patologica fino all’autolesionismo, degli avversari interni di Renzi pur di non vedere la dura realtà.
La seconda ondata di odio l’abbiamo vissuta nelle scorse settimane e si sta svolgendo ancora sotti i nostri occhi.
Stavolta Renzi non ha messo tutti difronte ad un giudizio storico, ma ha mostrato il fallimento attuale della vecchia politica per la sua incapacità manifesta di risolvere la più grande crisi, sanitaria, sociale ed economica, mai vissuta prima dall’Italia. Una crisi negata nelle sue vere e disastrose dimensioni, che non ammetteva ulteriori ritardi nell’essere affrontata.
Ancora una volta in molti hanno voluto vedere nell’azione di Renzi solo quello che “toglieva”, sostanzialmente l'illusione che stesse andando tutto bene, per non vedere quello che stava portando, la possibilità di cambiare in extremis un destino infame.
Oggi tutti convengono che il Presidente Mattarella, proprio perché si tratta dell’ultimo appello, ha calato sul tavolo la carta più forte mai avuta. Anche chi deciderà di non rispondere positivamente, o chi lo farà costretto dalla forza degli eventi, lo riconosce. Non c’è nessun altro più in grado di Draghi di governare la ripresa.
Sappiamo che sarà durissima, siamo stati troppi mesi fermi e inoperosi su tutte le questioni dirimenti per il nostro presente e il futuro prossimo.
Ma mettere tutti difronte al loro fallimento politico è una cosa che non si perdona, soprattutto da parte di chi era convinto di avere la verità rivelata. Come risvegliare un sonnambulo sul ciglio di un cornicione. Invece senza quel Renzi non ci sarebbe stato questo Draghi.
Bisogna avere intelligenza e coraggio per rischiare di annegare nella marea montante della mediocrità, “solo” per affermare una idea migliore per salvare il proprio Paese.
Odiatelo pure, ora, se volete continuare a farvi e a farci del male.