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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
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È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso
LE CONVERSIONI

12/2/2021 - 0:06

LE CONVERSIONI


Solo un mese fa tutti i partiti dell’ex maggioranza, ad eccezione di Italia Viva, sostenevano che avevamo il migliore governo possibile.

A sentirli saremmo dovuti andare avanti tranquilli e compatti stringendoci attorno a Conte che era “l’unico punto, insostituibile, di equilibrio”. Dopo di lui c’erano solo le elezioni anticipate.
I motivi della crisi di governo venivano definiti come incomprensibili e Renzi additato agli italiani come irresponsabile per avere fatto mancare la maggioranza “in piena pandemia”. Sostanzialmente un traditore inaffidabile, un pugnalatore alle spalle, un killer seriale di governi efficaci. Tutto solo per futili motivi di visibilità e potere personale.
In realtà erano mesi che la crisi si stava avvicinando, in modo chiaro e sotto gli occhi di tutti, per l’immobilismo del governo. Solo che tutti si rifiutavano di ascoltare Renzi, magari solo per contestare le molte questioni di merito che poneva.

Niente merito, solo insulti.
La crisi era, dunque, del tutto prevedibile e ampiamente motivata.
Nel suo discorso di addio alla vecchia maggioranza, pronunciato in Senato, Renzi concludeva con una frase che lasciava aperta la possibilità di un dialogo e una collaborazione futura, se le altre forze politiche avessero deciso di ragionare seriamente sul destino del Paese.
Disse, i primi di gennaio, “quando tornerete a fare politica ci troverete lì ad aspettarvi”. Ripubblico qui sotto la card postata allora.
Oggi assistiamo a molte conversioni alla parola di Draghi e perfino sulla via di Bruxelles.
Alcuni inorridiscono per questo, reclamano coerenza da tutte le parti, dicono che la mossa di Mattarella segna la sconfitta della politica. Non è vero, quella mossa è il trionfo della buona politica contro la cattiva politica.
Io, viceversa, di queste conversioni sono contento. Non solo perché, ed è così, sono venuti assai rapidamente all’appuntamento che Renzi aveva dato loro, e neanche perché, anche se non lo ammetteranno mai, lo sviluppo, prevedibile, dei fatti ha dato ragione al senatore di Rignano. Questo non è il punto. Sono contento perché il governo Draghi sarà sicuramente migliore e più capace di quello precedente.
Oggi ascoltavo le dichiarazioni di un politico PD, ex sindacalista Cgil ed ex ministro, una voce del coro che, solo fino a pochi giorni fa, condannava Renzi. Ora dice che “occorre superare i limiti negativi che abbiamo riscontrato nella lotta alla pandemia" e che "bisogna intervenire più efficacemente per riparare i guasti della crisi economica per riportarla sotto controllo”.
Bene, finalmente ci siete arrivati. Se l'aveste fatto a luglio sarebbe stato meglio.
Se ora fate un altro piccolo sforzo magari capite pure che Draghi non poteva essere chiamato tra due anni, ma subito, “in piena pandemia”. Quell’uomo non è adatto a celebrare un funerale di prima classe dell’Italia, dopo avere aspettato che finiste di giocare al gioco dell’Oca.

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