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Pd toscano caos, vertice spaccato. E gli zingarettiani contro Italia Viva
Tra la segretaria e il vice è guerra continua. Rossi attacca sempre Renzi. E Nardella chiede il congresso
Firenze, 12 febbraio 2021 - L’effetto Mattarella-Draghi («tutti uniti per il bene comune») non fa breccia in Toscana.
All’interno del Pd volano stracci con un vertice dove la parola sintesi è stata cancellata: c’è ormai un abisso tra la segretaria Simona Bonafè e il suo vice Valerio Fabiani.
Direzioni opposte, nemmeno una convergenza parallela all’orizzonte. E mentre gli equilibri dentro i dem toscani appaiono ogni giorno più precari, l’ala zingarettiana non perde tempo e sferra quotidianamente attacchi a Italia Viva con cui governa in Toscana e in moltissimi comuni a partire da quello di Firenze dando forza alla rinnovata coalizione Pd-Leu-5 Stelle.
La riunione della direzione del Pd toscano si terrà entro febbraio, «prima ci si vede meglio è» dice un esponente del vertice. All’ordine del giorno il dibattito sulla crisi di governo, le alleanze nazionali e locali e la vicenda Siena/Conte.
Proprio sulla candidatura per il seggio vacante della Camera si alimenta l’ennesima crisi di nervi dem con Bonafè che ripete «Prima i territori» e Fabiani che sottolinea «Conte candidatura di prestigio». Insomma separati in casa: guardare ai territori vuol dire condivisione col Pd locale prima di tutto, aprire all’ipotesi Conte (che vada o non vada in porto) vuol dire spalancare la finestra ai compagni di viaggio Leu e grillini. In questo clima infuocato entra a gamba tesa anche il commissario dem in Umbria Enrico Rossi, ex presidente della Toscana, che non perde occasione per difendere la linea del segretario nazionale Zingaretti e attaccare Renzi, con il quale i rapporti non sono stati mai particolarmente amichevoli. Ieri in un post su facebook ha criticato il rottamatore ricordando quando attaccava le parti sociali; precedentemente aveva sottolineato che «Renzi aveva preso per il c... tutti».
Nel dibattito è entrato Andrea Romano, deputato eletto a Livorno che replica a Fabiani: «Accantoniamo l’ossessione (in positivo o in negativo) verso il Movimento Cinque Stelle, guardiamo alle inevitabili implicazioni che il nascente governo Draghi avrà sulla ridefinizione del perimetro politico, concentriamoci su quello che siamo e che vogliamo essere (in Toscana come in Italia)». Guardare «all’alveo locale» per il seggio senese, chiede anche la deputata dem Rosa Maria Di Giorgi. E il sindaco di Firenze Dario Nardella punta a un dibattito approfondito: «Alleanze politiche, il lavoro, le scelte sulle infrastrutture, la visione economica. Sono questioni che riguardano la nostra identità e devono essere discusse in un momento di confronto, il congresso».
Italia Viva messo all’angolo da un Pd comunque confuso? I renziani non ci pensano proprio. L’eurodeputato Nicola Danti che ha contribuito alla nascita della giunta toscana Giani: «Non abbiamo avuto bisogno dei Ciampolilli a Roma figurarsi qua dove un’alleanza riformista governa grazie a un mandato chiaro conferito dagli elettori». Il deputato di Iv Gabriele Toccafondi chiede esplicitamente: «Pd da che parte stai?». Quattro mesi fa, ricorda, «abbiamo vinto insieme le elezioni regionali esprimendo una direzione, un programma unico e un candidato con caratteristiche precise. Ora stiamo assistendo a un’inversione a U da parte degli amici del Partito democratico. Inversione che non contempla Italia Viva. Alcuni dem cercano alleanze con il Movimento 5 Stelle e con la sinistra.
C’è chi chiama questi tentativi laboratori, per me sono solo alchimie».