Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
ECOLOGIA POLITICA...
""VOGLIAMO LASCIARE UN BUON PIANETA, NON SOLO UNA BUONA MONETA".
L'impressione del discorso di Draghi è, innanzitutto, la conferma di un radicale cambio di stile. Non intendo dire solo dell’eleganza del tratto, lontano dalla retorica barocca che mandava in visibilio i fan di questi anni di cartapesta, ma l’essenzialità del linguaggio e il modo asciutto di porgerlo per presentare contenuti forti e innovativi.
Non è solo estetica, ma una modalità nuova di comunicare i cambiamenti indispensabili e i loro passaggi difficili, non per nasconderli tra le volute di stucco del politichese, come avvenuto fino ad ora per mancanza di visione e di coraggio politico.
Ha usato termini giusti e pochi aggettivi, da competente finemente politico, per esprimere concetti chiari, messi in fila secondo logica, coerenza e visione strategica, per indicare un solo grande obbiettivo, sul quale possano convergere tutte le appartenenze e ogni identità: la ricostruzione del Paese.
Ora è chiaro a tutti il filo che lega la lotta alla pandemia, la ripresa economica, l’ecologia, l’Italia in Europa e nel mondo multilaterale. Una visione dello sviluppo che ha al centro due protagonisti principali, i giovani e le donne.
“Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”, questa è per me la sintesi che dice tutto.
Oggi inizia una svolta vera, che sarà una grande prova sia per la politica, sia per tutti gli italiani chiamati - nel momento più difficile - ad esercitare il dovere della cittadinanza prima di rinchiudersi nella propria appartenenza politica, animati dallo spirito repubblicano, la flebilità del quale è stato fino ad ora un grande ostacolo.
Non sarà facile, perché le riforme indispensabili per uscire dalla crisi, richiedono un cambio di cultura e di mentalità non facile da realizzare nei tempi strettissimi che ci sono rimasti.
Gli orientamenti emersi fino a ieri sera da parte di tante forze politiche tradizionale sembrano andare in senso contrario. Blocchi oppositivi su fronti diversi, malcelati sentimenti di rivincita, con le teste rivolte al passato in una preannunciata coazione a ripetere in futuro errori antichi e nuovi, rinverditi da una mano di vernice.
Le conventicole di potere sono dure a morire. Il “sogno” di affermare un nuovo doroteismo attraverso la costituzione di una maggioranza nella maggioranza è l’esatto contrario di quello che chiede Draghi e prima di lui Mattarella. Quel sogno di pochi può diventare l’incubo di tutti. Staremo a vedere.
Un fatto è certo sul piano che gli esperti chiamano della “governance”, uno dei punti che hanno determinato il fallimento e la caduta di Conte. Il Piano italiano del Next Generation EU sarà gestito collegialmente dal governo e coordinato dal MEF, con un coinvolgimento costante del Parlamento. La Costituzione della Repubblica torna a definire la strada della ripresa.
Sui contenuti del lavoro svolto in precedenza è stato assai elegante. In sostanza ha detto che i titoli e le percentuali della distribuzione delle risorse erano buoni, per forza sono entrambe cose pre determinate dalla Commissione europea, ma che ora tocca fare tutto il lavoro importante per definire le priorità, gli obbiettivi, e i progetti.
Sui quali, aggiungo fuori dalla diplomazia, c'è poco o niente. Tutte scelte ancora da fare, da elaborare e decidere. E c'è tempo solo fino ad aprile.
Così come è battuta ogni politica sovranista di destra e populista di “sinistra”, non solo con l’affermazione esplicita dell’irreversibilità dell’euro e della scelta dell’integrazione europea, ma col proposito altrettanto esplicito di “cedere sovranità nazionale, nel perimetro delle nostre debolezze, per acquistare sovranità condivisa”.
Un vero terremoto politico, che è una ovvietà per molti italiani, ma che è una bestemmia in chiesa per tanti, troppi nostri concittadini e forze politiche che oggi approveranno solennemente anche questa dichiarazione.
Passiamo da un ex PdC, che si vantava all’Onu di essere populista e sovranista e che elogiava Trump come campione del cambiameto da riprodurre in Italia, e approdiamo finalmente a Draghi. E’ valsa la pena combattere.
Scusate se è poco(Umberto Mosso)"