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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Intervista a Giancarlo Lunardi
di Gabriele Santoni

14/3/2021 - 10:40

-Ho fatto il Sindaco con senso civico e per l’affetto che provo verso la mia terra-

 
E’ sabato, c’è il sole e sto aspettando Giancarlo Lunardi per l’intervista. E’ stato gentile quando l’ho  sentito, anche se non ha risposto alla prima. A memoria Lunardi avrà risposto d’acchito ad una mia telefonata, due volte su centinaia che gli avrò fatto. Ma è di scuola e se lo chiami ti ricerca. Così è stato. Ora sono in attesa che arrivi e cerco un‘immagine nella memoria che me lo spinga più lontano possibile nel tempo. La Stazione, ecco quella è il luogo che meglio ricordo oltre trent’anni fa. E subito mi viene in mente il film di Sergio Rubini nei panni del capo stazione con la divisa sgualcita e il cappello rosso. Il ricordo più lontano nella mia memoria  di Giancarlo è quello. La stazione di San Giuliano e “il Lunardi” che la presidia nei giorni festivi. Glielo rammento appena lo vedo e lui attacca -Per permettermi di fare il Sindaco utilizzando molti giorni feriali,  mi proponevo di coprire i festivi nella turnazione con i colleghi. -Per anni non c’è stato Natale o Capodanno, Ferragosto o Primo Maggio che il Lunardi non fosse alla stazione di San Giuliano.

Continua sorridendo -In seguito la legge 81, quella dell’elezione diretta del Sindaco, ha consentito ai Sindaci di avere un’aspettativa dal lavoro e questo ha permesso di poter svolgere il mandato amministrativo senza patemi d’animo. Ma prima di allora, sul finire degli anni ottanta, andava così. -Non si fanno i soldi a fare gli amministratori locali e tu lo sai- mi dice- l’antipolitica ha mistificato tutto. Io per fare il Sindaco ho fatto sacrifici. Posso però dire con orgoglio di averlo fatto per senso civico e per l’affetto profondo che provo verso la mia  terra. Ricordi la campagna di certa politica, sul ritorno al lavoro e il disprezzo della politica da professionisti? -mi dice. -Bè, noi dopo la nostra esperienza amministrativa al lavoro siamo tornati davvero, chi lo diceva e ci ha costruito una carriera lo dimostri. E ride.

Siamo seduti all’aperto a tre metri di distanza e teniamo le mascherine, ligi ai protocolli. Giancarlo a giugno andrà in pensione dalle ferrovie. -Ti intervisto soprattutto per questo, perché idealmente ti metti alle spalle “la stazione”,  facciamo il punto allora.-

-Cosa è rimasto di quella rete di intelligenze e competenza amministrativa che caratterizzava gli amministratori della nostra provincia negli anni novanta? Eravamo usciti, chi in un modo chi in un altro, tutti dalla stessa famiglia. Cosa ti porti dietro di quell’esperienza collettiva dell’amministrare?

Attacca convinto- Il PCI di Berlinguer è stato la mia bussola e aveva dato un forte senso di appartenenza ad una generazione di amministratori. . Più o meno venivamo tutti da lì. Anche te che avevi alle spalle l’esperienza dell’ARCI e non del partito, capivi al volo quel linguaggio perché ne eri parte. Era davvero un organismo collettivo. Guai correre da soli, nessuno di noi lo faceva. Anche i più volitivi “stavano alla stanga”. Io sono cresciuto con la regola non scritta che i migliori, al massimo i più opportuni, ricoprivano certi ruoli. E’ inimmaginabile pensare che nel Partito Comunista potesse farsi strada l’idea che “quelli con maggior numero di preferenze” sarebbero stati i prescelti. Come accade adesso, ahimè! Del Comunismo di Berlinguer mi porto dietro queste regole e il radicamento al mondo del lavoro. E soprattutto la capacità di governo, che in Toscana era sperimentata e bene. Un fiore all’occhiello dell’Italia. Ancora oggi, in questa fase così buia, nelle nostre terre si possono godere di vantaggi sociali e collettivi acquisiti all’epoca. Pensa alla Sanità Pubblica, nonostante i limiti che può evidenziare in alcune cose,  se paragonata ad altre rimane un fiore all’occhiello.-

Si appassiona.

- La politica deve guardare lontano, collocare le scelte giornaliere in una prospettiva più ampia. E qui c’è il Partito e la sua pedagogia. La mia formazione, la nostra. Noi che veniamo da quella storia, ci siamo disarmati rispondendo a quella che ritenevamo un’esigenza matura, ma il liberismo è rimasto armato fino ai denti e la Sinistra della giustizia sociale, privata del suo orizzonte ideale è andata in crisi.

-E il Pd? - chiedo

La mia fu un’adesione  convinta. L’idea che si incontrassero la Sinistra e il Cattolicesimo democratico che hanno come orizzonte la tutela “degli ultimi” è alla base della Costituzione. In realtà quelle  correnti ideali, figlie dei valori costituzionali nati dalla resistenza, che dovevano forgiare l’ossatura del Partito sono state annullate nell’idea del partito leggero, che si è a poco a poco trasformato in un comitato elettorale permanente fatto di correnti in lotta per il potere. Le primarie aperte a tutti e i gazebo che sostituiscono le sezioni, hanno azzoppato ulteriormente il Partito. L’ultima mazzata l’ha data Renzi, che non ha mai minimamente creduto nei valori fondativi che stavano alla base della nascita del Pd. Renzi è uno che “consuma”  la politica per carriera. Basti pensare che, quando è stato amministratore, non ha mai fatto due mandati, il tempo normale che ci vuole per progettare e coglierne i risultati, orientando invece il suo interesse sempre in avanti.

-Ti incalzo allora con una domanda leninista, passami la battuta. Che fare?

-Io credo nei partiti. Chi non ci crede mi deve spiegare come concilia l’annullamento degli stessi con l’art. 49 della Costituzione che prevede i Partiti come strumenti democratici dell’organizzazione della vita sociale. E comunque auspico un Pd che si allarga a sinistra, dando consistenza teorica alla propria azione. Scegliere da che parte stare senza tentennamenti. In primis il mondo del lavoro e i suoi diritti. Vanno “costituzionalizzati” i movimenti spontanei dalle buone ragioni, che rischiano una deriva. L’antipolitica nasce laddove non ci sono spazi di riflessione collettiva. Serve una pedagogia della politica ed un’ecologia delle relazioni. E i luoghi per elaborarla. La sintesi non si fa nelle piazze affidandoci agli slogan. Ultimamente si viaggia per parole d’ordine e non si riflette-

E la situazione attuale? Cosa pensi?

-I partiti sono nell’angolo. Tutti. Diciamo la verità. Bisogna lavorare a cogliere l’occasione. Questo di Draghi è un governo d’emergenza. Non deve diventare la regola. Agnelli un tempo, davanti ad un governo tecnico, mi pare di Ciampi, disse- Se questo governo fallisce ci restano i generali e i cardinali. -Va evitata questa deriva. Bisogna  ritrovare e mettere al centro la Politica con la P maiuscola. Il mondo del lavoro aspetta risposte alla luce di questi cambiamenti epocali. Tocca alla Sinistra di governo interpretare e declinare ai tempi nostri certe richieste.

 

-Veniamo alla tua più che trentennale esperienza amministrativa. Ti stimolo con un aneddoto: Una volta ero da poco Sindaco a San Giuliano e avevo bisogno di risolvere un problema. Nei primi sei mesi della mia legislatura ho passato spesso il ponte a Pontasserchio per venire da te e da Angela Nobile, la mitica Segretaria Generale, a parlarvi di temi che mi rincuorassero. Quella volta avevo per le mani una delibera che andava approvata il giorno dopo e una cosa non mi tornava. Avevo bisogno di capire da te alcune cose,  trattandosi di Aziende Consortili era coinvolto anche il comune di Vecchiano. Preso dall’ansia non aspettai di chiamarti la mattina dopo ma arrivai in piazza Garibaldi  a Vecchiano  intorno alle dieci di sera, senza avvisare. Andai per caso a cercarti al bar “dei repubblicani”. Un tipo mi disse - Se hai pazienza fra un po’ passa per il controllo serale dei cassonetti. E così fu.

-E’ vero. Ho fatto il Sindaco con spirito civico. Fin dal 1987 quando ho sostituito, quello che per me è stato un punto di riferimento, Emilio Spinesi. E con lo stesso atteggiamento sono venuto tutte le mattine in Comune  e allo stesso modo sono stato in San Rossore quando ho fatto il Presidente del Parco.

-Cosa ti ha spinto a tornare in Comune l’ultima volta?

-La vicenda Ikea aveva causato un impasse politico. Serviva il superamento di quella fase di stallo. Credo di esserci riuscito.

-Parlami senza falsa modestia dei tuoi risultati che io so bene che ci sono stati.

-Sicuramente Marina di Vecchiano. L’acquisto dell’arenile al tempo del governo Prodi ha permesso di chiudere una partita che ha fatto diventare pubblica, una spiaggia unica per le sue caratteristiche. E qui devo dire che il piano di utilizzo completato dal sindaco Pardini che è venuto dopo di me è stato il fiore all’occhiello di questo percorso. Tutela dell’ambiente e uso sociale. 4 chilometri di cui 3 di spiaggia libera e tre “oasi” di proprietà pubblica in concessione. Prova a immaginare Marina di Vecchiano con i bagni come a Marina di Pisa  o Torre del lago. Abbiamo salvaguardato due valori della Sinistra, ambiente e sociale, calati in una realtà concreta e non solo nella teoria. E poi sento l’esigenza di sottolineare che mi sono impegnato per i servizi ai cittadini quasi con spirito maniacale, aprendo la strada del buon governo anche a chi è venuto dopo di me.

-Ma una cosa che resta e che puoi sbandierare?

-Il cinema Olimpia.

-Gli rammento di averci visto, nel 74, insieme a tanti amici ormai su con gli anni, Francesco Guccini. Mi dice che c’era anche lui e sorride.

-L’Olimpia è sempre stato il sogno dei vecchianesi e anche quello di Antonio Tabucchi, il nostro illustre concittadino che non ha mai abbandonato il legame con Vecchiano.

-E il Parco? Per il territorio di Vecchiano si può dire che è stato una tappa fondamentale?

-L’istituzione del Parco fu una battaglia epica. Cito alcuni nomi che sono stati importanti in questo percorso: Emilio Spinesi, Tiziano Raffaelli, Fausto Guccinelli. E poi Mauro Tolaini, Debly Cerri, Piero Lomi, Luciano Menichetti. Li hai conosciuti tutti. Per Tiziano Raffaelli, che molto ha dato al nostro territorio, ho sempre avuto grande ammirazione e affetto. Uomo di grandi principi,  immensa cultura e grande modestia. Il Parco è stato e sarà importante per il futuro di queste terre. Pensa che, mentre Papa Francesco scrive encicliche sull’ambiente e si istituisce il Ministero della transizione ecologica,  ci sono certi politici nostrani che vedono nel parco un ostacolo che va ridimensionato. Se dovesse passare la nefasta idea di sottrarre le aree contigue che sono il 30% del territorio, alla pianificazione del Parco  per restituirle  ai comuni, si riaprirebbe la strada al consumo di suolo e alla perdita di valori ambientali e paesaggistici tanto custoditi e difesi in questi anni. Non si può arrestare il futuro e per questo è necessario opporsi con tutte le forze a certi idee.

-Ti faccio una domanda che non posso non farti-:Tutto questo impegno a testa bassa dalla parte dei cittadini, questo essere sempre al servizio della collettività, cosa ha sottratto alla tua vita privata? Ti ricordo spesso la domenica mattina d’estate nel piazzale a Marina di Vecchiano,  accanto ai vigili e alla Protezione Civile a controllare che tutto funzionasse.

Allarga le braccia, fa una pausa. -Purtroppo chi amministra in prima persona, specialmente i comuni  minori come il nostro, che hanno una struttura organizzativa  fragile, lascia indietro le questioni private.

Fra tre mesi andrai in pensione. Cosa farai?

-Mi occuperò degli altri come sempre. Sono il Vice Presidente provinciale della Pubblica Assistenza e poi mi dedicherò allo studio della Storia che è la mia grande passione. Sto approfondendo  studi sulle origini del populismo di sinistra, come l’hanno  definito alcuni teorici. Podemos in Spagna ha una serie di caratteristiche che vanno approfondite.

E’ quasi mezzogiorno, si parla di Vecchiano e dei vecchianesi conversando amabilmente. Delle origini anarchiche e repubblicane del territorio. Di Cecco Bertelli che partecipò alla Comune di Parigi. Poi una domanda d’obbligo, visto che Vecchiano  è stato fucina di buoni calciatori e  di memorabili tornei notturni di calcio che hanno lasciato il segno nella storia pallonara locale.

-Te hai giocato a pallone?

-Certo mi risponde- mi allenava Giovanni Bui, un sangiulianese a cui sono intestati gli impianti sportivi di San Giuliano Terme. Uomo d’altri tempi, un comunista che ha fatto anche l’amministratore. Un educatore. Se commettevi una scorrettezza strana o dicevi una frase “di traverso”, ti toglieva dal campo senza indugi.

Butto lì un po’ di nomi di vecchianesi , alcuni amici comuni. Ne parliamo con piacere. Poi dico d’un fiato - Paolo Fatticcioni. A Giancarlo brillano gli occhi.

-Grande! Estroverso e molto legato al territorio e alla sua gente. Si dimise da assessore allo sport della mia giunta per una denuncia  legata alla caccia. Una cosa lieve che oggi farebbe ridere. Se i politici attuali avessero l’integrità morale che aveva Paolo, il futuro sarebbe senza dubbio migliore.

Salutiamoci qui allora, con questo ricordo, che potrebbe essere il manifesto della nostra generazione. E comunque sia chiaro: “A noi piace pensarlo dietro al motore mentre fa correr via la macchina a vapore”. E pare di essere tornati all’Olimpia nel 1974 con Guccini che ci fece alzare i pugni al cielo.

Buon futuro Giancarlo e grazie di tutto.
 

Nota: La foto è del 6 giugno 2013 scattata durante il Pic Nic sul viale dei Pini in occasione del Maggio Migliarinese di quell'anno.    -



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15/3/2021 - 15:38

AUTORE:
Una pecorella

È davvero un peccato che taLenti del genere si siano ritirati dalla politica amministrativa attiva, lasciando la propria comunità nello sconcerto della solitudine e della disperazione. Incrocio sempre piú spesso cittadini che, come pecorelle smarrite hanno bisogno di sperare che ci ripensiate, di sperare che, sorrettj dalla vostra d'animo, rimettjate la vostra sapienza a disposizione alla guida della locomotiva.