Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
E’sempre buono il momento per rendere omaggio alle donne. Si può fare con un dono, con un’attenzione e anche con una poesia (per chi è in grado, naturalmente)
Miriano Vannozzi è un mio collega, medico. Esercita a Musigliano, o meglio esercitava perché recentemente ha cessato l’attività. E’ stato colpito dal Covid ed è rimasto tre settimane in ospedale e ha dichiarato di aver avuto una gran paura di morire e soprattutto la tristezza di vedere morire tanti pazienti accanto a lui.
Ma Miriano è soprattutto un poeta. Scrive in vernacolo ma difficile classificare le sue opere come rime in vernacolo al pari degli altri grandi autori nostrani. Lui usa il vernacolo solo come mezzo, come semplice sistema metrico per esprimere i suoi sentimenti. Sentimenti da vero poeta come si può capire da questo sonetto dedicato alla moglie tratto dalla raccolta “Lupini, Noccioline e Ova di zucca” ETS Edizioni.
Non c’è la dissacrazione e l’ironia del vernacolo ma solo poesia e una piacevole malinconia, un dono romantico dedicato alla sua donna. P.G_
SCRIVETI DA LONTANO
Galleggiano ‘n quest’aria trasparente
le forfore scappate alla tu’ pelle
sbriciolate ‘ome porvere di stelle.
E li sguardi, ‘ome lampi di ‘orrente
E’r sòno de tu passi, ci si sente….
Che, a cchiude ll’occhi, pare di vedelle
le tu gambe ‘he stiracchiano gonnelle,
sverte sverte, sconfuse fra lle gente!
Quest’aria, nullità, somma di zeri,
soffia segnali, onde di magia
per mantienetti viva ner penzieri
e per da’ fiato a un che di nostargia:
allora piglio ‘r filo, vado a giro,
e, a bocca aperta, amore, ti respiro.