Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
L’appello delle associazioni di volontariato Pubblica Assistenza, Misericordia, Croce Rossa Italiana, non solo è sacrosanto, ma mette a nudo i limiti di chi deve decidere sulle priorità delle persone da vaccinare.
Già è grave non aver considerato queste persone al pari del personale medico sanitario come il primo fronte da proteggere contro la pandemia, per dare loro la possibilità di operare nella massimo di sicurezza possibile per fronteggiare e proteggere i cittadini.
Per come funziona oggi il sistema sanitario, le associazioni di volontariato, non sono più associazioni che operano in subordine al sistema sanitario pubblico, ma senza il loro operato, sarebbe il sistema sanitario stesso ad andare in difficoltà più di quanto non lo sia già
Hanno centralizzato il 118, una scelta non molto felice, ma chi chiamano per le emergenze?
Le associazioni sopra menzionate, e quindi chi sono i primi ad entrare in contatto coi malati?
I volontari delle associazioni, e allora affinché il sistema regga non è giusto proteggerli?
Ancora, se una famiglia ha un congiunto in ospedale per covid, e deve fargli arrivare beni primari o medicine importanti, ed al familiare non è permesso andare o non si può muovere da casa chi chiama?
Le associazioni di volontariato.
Se una persona deve andare a fare un tampone ma impossibilitata dei mezzi propri, chi chiama?
La Pubblica Assistenza o la Misericordia o la Croce rossa, e quindi sono i primi ad entrare in contatto coi pazienti sospetti di covid. Potremmo parlare degli aiuti alle persone indigenti, ai buoni spesi ed altre funzioni fondamentali che svolgono.
Ma la cosa grave è che queste cose non le conosco soltanto io ma le conoscono ogni persona che opera nel sistema socio sanitario, le conoscono i cittadini che di questi benefici usufruiscono, le conoscono le istituzioni locali e regionali, peccato che non se ne siano ricordati al momento di decidere di emanare le categorie prioritarie da vaccinare, poi magari nelle dichiarazioni alla stampa si ringraziano per il lavoro che svolgono.
Non lo so se anche le istituzioni locali si siano fatte sentire , sarebbe brutto non lo avessero fatto perché costoro per primi sanno della importanza delle associazioni di volontariato.
Che ad oggi, dopo che è iniziata la fase di vaccinazione, non si sia pensato a correggere questo limite è un fatto grave a cui deve essere posto rimedio.
In questa fase non sono interessato alla polemica delle vaccinazioni a categorie o soggetti, non proprio prioritari, lo so che prioritari sono tutti i cittadini, ma mancando i vaccini si debbono fare delle scelte ed anche da queste scelte si vede la volontà politica di chi decide.
Conosco bene l’importanza fondamentale che le associazioni di volontariato hanno nel territorio, lo ho verificato personalmente quando ero vice sindaco e assessore al sociale, senza il loro apporto molte cose non avremmo potuto farle.
Dare una risposta in positivo al grido di allarme lanciato dalle associazioni di volontariato, è la scelta più concreta per dimostrare che c’è tutta la volontà di superare i limiti fin qui riscontrati ed andare avanti ancora più spediti.
Il momento è difficilissimo per tutti, per questo ora è importante far prevalere il buon senso e la solidarietà ed operare con grande lungimiranza. Il momento è adesso.
Franco Marchetti
Ex vice sindaco San Giuliano Terme
Sce lungomonte