Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
In questi giorni il neo-nato Comitato dei Beni a Uso Civico (beni per circa 55 ettari nel territorio Comunale tra Vecchiano , Nodica, Avane e Filettole suddivisi in due aree distinte e non contigue) è al lavoro per reperire il materiale burocratico necessario a un rilancio dei terreni appartenenti alla comunità vecchianese. Si tratta di territori demaniali lasciati, in un lontano passato, a una collettività che viveva esclusivamente di economia rurale. Adesso che questo sistema economico non è più preponderante, la vera sfida dell'ASBUC è quella di uniformare i beni ai bisogni della società moderna, una sfida non da poco ma ai nuovi amministratori non mancano né idee né progetti lungimiranti.
Qual è la vostra visione dei beni a uso civico, oggi, nel 2021, e soprattutto durante una pandemia?
Oggi i beni civici hanno mantenuto il loro grande valore ambientale e dovrebbero essere tutelati e fruiti principalmente con il turismo sostenibile. Questo periodo pandemico ha evidenziato la necessità di poter beneficiare di spazi di pace e serenità e noi dovremmo favorire questa tendenza.
Che cosa è stato fatto in questi anni?
La storia degli usi civici di Vecchiano è molto complessa ed ha visto diversi attori; di fatto in questi anni, oltre alla normale amministrazione, abbiamo assistito ad un braccio di ferro tra l’ASBUC e l’amministrazione comunale che ha portato ad una causa pendente milionaria. A seguito di due giudizi, uno favorevole ed uno sfavorevole al Comune, infatti, quest’ultimo, al momento, è stato condannato a profondere un indennizzo all’ASBUC. La causa è in attesa di un parere della Corte di Cassazione per passare definitivamente in giudicato o per riavviare altri processi.
Come uscire dunque dal contenzioso con il comune?
La causa verte sul fatto che l’amministrazione comunale, durante il periodo in cui gestiva i beni civici, non li ha amministrati correttamente, ed ora dovrebbe sborsare oltre 2 milioni di euro per mettere in sicurezza la cava di San Frediano.
Che cosa ha fatto in merito il precedente comitato ASBUC?
Ha elaborato un progetto per mettere il fronte cava in sicurezza, progetto che è in attesa - presso il Comune di Vecchiano - di iniziare l’iter procedurale per essere approvato. Il percorso è piuttosto complesso in quanto si tratta di un piano attuativo che ha bisogno di conciliare i regolamenti comunali in materia e i pareri della conferenza dei servizi nella quale entrano tutti quegli enti che in qualche modo sono interessati: ad esempio poiché il progetto va a lambire un sito archeologico, dovremo interagire con il ministero dei Beni culturali.
Cosa occorre per uscire dal contenzioso?
Per uscire dal contenzioso serve la volontà di entrambe le parti. Il nostro comitato si è mostrato da subito disponibile ad un accordo transitivo che però deve essere pienamente condiviso. L’obiettivo principale è la tutela di tutti i nostri frazionisti e la messa in sicurezza della cava, quest'ultimo ha un costo molto elevato ma riteniamo che, considerato il clima politico internazionale tendente a valorizzare e salvaguardare l’ambiente, si potrebbero reperire fondi economici sostanziali per l’esecuzione dei lavori, lavorando opportunamente in ambito politico regionale, nazionale ed europeo.
Quanto durerà la fase di passaggio tra la vecchia e la nuova gestione?
I componenti dell’attuale ASBUC sono tutti di prima nomina per cui non vi è continuità con la vecchia gestione. Da quest’ultima abbiamo ricevuto diversi documenti e abbiamo iniziato a studiarli. Ci vorrà un po’ di tempo, ma stiamo lavorando già sul contenzioso in corso.
Che cosa pensate di fare nell’immediato?
In questo momento stiamo regolarizzando la posizione dell’ASBUC che, per effetto della legge regionale, ha avuto il riconoscimento di personalità giuridica di diritto privato. Ciò significa che dobbiamo redigere un piano di valorizzazione del demanio collettivo e il regolamento di gestione. Contemporaneamente stiamo lavorando al progetto cava presentato dal vecchio comitato per cercare di capire se e come è possibile utilizzarlo per la sola messa in sicurezza, evitando una corposa escavazione. Per quanto riguarda il padule, invece, il vecchio comitato aveva, anche in questo caso, intrapreso la via giudiziaria contro il Parco per veder riconosciuto il diritto di caccia. Quindi dovremo prima di tutto avere un quadro preciso della situazione legale per sposare la vocazione e incentivare la relativa fruizione di ambiente naturale di inestimabile valore naturalistico. E' nella nostra agenda l'obiettivo di avviare diversi tavoli di confronto con le realtà del territorio a partire dal Parco, passando per le associazioni naturalistiche, ambientalistiche e anche dei cacciatori e pescatori, per individuare strade percorribili per far tornare a godere di un ambiente unico.
Quali sono gli impegni presi verso la collettività?
Prima di tutto la condivisione di obiettivi e strategie; stiamo infatti lavorando al sito web ed ad altri strumenti dove pubblicare i documenti dell’ASBUC per aprire un confronto sui vari temi. Gli impegni principali restano quelli presi in campagna elettorale: tutela ambientale dei beni civici e progetti per la loro fruizione.
Quali progetti state valutando per rendere vivi i terreni a uso civico?
Ci stiamo muovendo per cercare risorse destinate alla tutela ambientale per favorire il ripristino dei casotti e in generale per coinvolgere più soggetti interessati a rendere tutto il Padule più vivibile.
Come pensate di reperire le risorse che sarebbero necessarie?
Fondi europei ce ne sono ma è necessario redigere un buon progetto per poterli ottenere. La nostra volontà è quella di interagire con il Comune, la Provincia, la Regione, ma anche le forze politiche nelle loro realtà locali provinciali e regionali. Vorremmo coinvolgere professionisti ( agronomi, geometri, naturalisti ,economisti ecc, ecc) con il meglio delle competenze locali.
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Ringraziando il Presidente Burba ricordiamo che è presente su Facebook il sito proprietario ASBUC Vecchiano dove potrete seguire, insieme a questo giornale, il percorso del nuovo Comitato.
I beni di uso civico di Vecchiano, Nodica, Avane e Filettole comprendono un’area di 22 ettari circa che comprende buona parte dei monti di Avane, ed in cui è presente un ex cava di materiali lapidei da mettere in sicurezza. E un'ulteriore area di circa 33 ettari, dislocata sulle rive del lago di Massaciuccoli ed inglobata totalmente nel parco Regionale Migliarino-San Rossore- Massaciuccoli. Di quest'ultima ne fa parte il Padule di Vecchiano o Padule della Gusciona, un bene che fu assegnato in godimento delle popolazioni dei Paesi in parola con un atto feudale della Contessa di Canossa: le persone potevano godere dei proventi della caccia, della pesca e della raccolta del falasco, un erba palustre atta in passato a costituire le coperture delle abitazioni e delle stalle nonché come giaciglio degli animali. Qui, fino ad una quindicina di anni fa, erano in piena attività, a cura di alcuni assegnatari, una sessantina di baracche attrezzate per la pesca di lago con i classici retoni, nonché una serie di vasche o chiari dove era praticata la caccia agli uccelli acquatici. Ad oggi è un’area pressoché abbandonata, con le baracche, alcune con copertura di eternit, cadenti o diroccate, i chiari di caccia chiusi, i falaschi e le male piante non più curate: l’area si presenta come un ambiente impenetrabile di alti falaschi, piante marcite e cadute, intrigati cespugli di rovi e materiale ingombrante ed inquinante disseminato ovunque.