Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Per molto tempo ci ho girato intorno, evitato diciamo la verità. Senza conoscerlo bene, anzi senza conoscerlo affatto. Solo poche notizie da manuale di letteratura francese. Poche ma abbastanza da inquietarmi, non sentirmi pronta. Il nome gentile Celine, ho intuito subito che fosse un inganno emotivo. Poi arriva un suo romanzo a casa, comprato da mia figlia in una bancarella al mercatino dell’antiquariato di Lucca. Deve aver pensato che siccome era un medico poteva interessarle anche come scrittore. Non credo sia stato il medico scrittore che si aspettasse e così l‘ha abbandonato subito. Non io, adesso era il momento di leggerlo, Celine, nome d‘arte e ad arte di Louis Ferdinand Auguste Destouches. Posso accettare e comprendere la sua visione del mondo senza farmi prendere dallo sgomento, dalla rabbia, dal rifiuto.
Conosco gli uomini e le donne di questo gioco terreno che è la vita. Ne osservo i meccanismi e non mi illudo ma neppure mi scoraggio. Qualche volta hai il vento contro e altre volte ti sospinge. Avanza finché puoi quando ne trai giovamento e punta i piedi quando ti vomita contro raffiche impetuose.
Punta i piedi e aspetta. Non arretrare. Se pensi di essere nel giusto ti servirà anche l‘insostenibile. Voglio dire la forza può essere stata scegliere di sparare alla testa del tuo nemico senza mai pensare di togliergli la propria dignità umana torturandolo.
Ma Celine è altro. È oltre questo.
“Viaggio al termine della notte“ (Voyage au bout de la nuit) un linguaggio plebeo, colloquiale, in realtà di una ricercatezza estrema. Per scandalizzare ci vuole consapevolezza. Una realtà brutale, consolidata, una povertà morale abbietta e degradante. Un medico, Bardamu, povero in mezzo ai poveri. Posti di una violenza quotidiana accecante fino ad arrivare paradossalmente al ridicolo. Un malessere viscerale per l‘indifferenza e la mancanza di valori. Quali in uno smarrimento da dopoguerra confuso e feroce? Perché le guerre subite sono il pantano dello spirito. Nessun riscatto. “Mentire, scopare, morire“. La guerra è sudicia, è il rovescio della vita. 1914. Lascia buchi vuoti colmati solo dalla ferocia della sopravvivenza. Sembra immorale Celine. Io invece penso che il suo sia un modo visionario, beffardo e irridente di interpretare l’umanità nel suo brulicare incessante.
Non ne dà un giudizio morale, vi galleggia sopra.
PS Quale sarà il confine tra la gentilezza come modus vivendi e l’ipocrisia ? Bien sur, je ne le sais pas…