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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Nel pomeriggio in un virtuale passaggio del testimone la promessa al cammino sacerdotale del seminarista Tiago Siqueira
Lapide commemorativa per Don Otello Guerrazzi, cerimonia nella chiesa di San Michele Arcangelo a Pontasserchio

1/5/2021 - 21:56

Lapide commemorativa per Don Otello Guerrazzi, cerimonia nella chiesa di San Michele Arcangelo a Pontasserchio
Nel pomeriggio in un virtuale passaggio del testimone la promessa al cammino sacerdotale del seminarista Tiago Siqueira
 
Il 28 aprile è da sempre un giorno atteso per i pontasserchiesi, si festeggia il Santissimo Crocifisso, patrono del paese. Conosciuto come il miracolo della Croce  si racconta che in una notte tempestosa del 28 aprile  1516, tre persone rifugiate all'interno di un tempietto in prossimità del fiume Serchio si misero a giocare a dadi.

Uno dei tre perse molto e per rabbia, bestemmiando, scagliò i dadi colpendo il crocifisso, all'improvviso si aprì la terra che risucchiò fino alla testa l'autore del gesto blasfemo. La testa gli fu divorata da dei mosconi non presenti fino ad allora. E' un miracolo che è anche un monito per chi usa la bestemmia come normale intercalare.
Nella chiesa di San Michele Arcangelo la messa solenne delle ore 11,00 è stata officiata  dall'Arcivescovo di Pisa coadiuvato dal Pievano Don Davis, il vice parroco Don Marco e il Rettore del Seminario di Pisa  Monsignor Francesco Bachi.

Quest'anno la cerimonia è stata arricchita dal ricordo di Don Otello Guerrazzi (1911-2000) pievano di Pontasserchio per 49 anni dal 1940 al 1989. Il curato di Limiti, l'indimenticabile Don Valerio Cei, lo sostituì divenendo titolare anche a Pontasserchio fino al 2000 anno della prematura scomparsa. L'iniziativa guidata dagli infaticabili parrocchiani, i coniugi Danilo e Gabriella Corti,  ha avuto il suo epilogo alla fine della messa dove alla presenza della vice Sindaco del Comune Lucia Scatena, l'arcivescovo Benotto ha benedetto la lapide commemorativa di Monsignor Guerrazzi voluta dai Ragazzi del dopoguerra.

Don Otello è stato un parroco che ha saputo ben interpretare la missione del sacerdote in mezzo alla gente. Arrivò ad appena 29 anni a Pontasserchio vivendo in pieno il dramma della guerra. Quanti giovani nascose dietro il grande organo della chiesa per impedire che venissero deportati in Germania o approfittando dell'autorizzazione ad uscire con la sua bicicletta nera per confortare gli ammalati portava messaggi anche ai partigiani. Fu artefice del rinnovamento nel paese attivando il Circolo ACLI nella borgata del paese attiguo al Circolo ARCI, addirittura realizzò il Cinema nell'ampio spazio dietro il Circolo. Fece costruire la palestra accanto alla chiesa nello spazio antistante l'oratorio. E' stato ricordato con voce commossa da Giovanni Cinacchi, uno dei ragazzi del dopoguerra. Anche la vice Sindaco Scatena, pontasserchiese doc, ha tenuto a ricordare come fosse vicino ai malati che andava a trovare a casa e anche all'ospedale.
Ma non è finita qui, in San Michele nel pomeriggio sempre alla presenza dell' Arcivescovo Benotto come in un passaggio virtuale del testimone, Tiago Siqueira brasiliano ha pronunciato la promessa per l'ammissione al diaconato e sacerdozio. Tutto iniziò con un pellegrinaggio in Italia nel 2016 con tappa a Pisa. Fu avvicinato da Don Francesco Bachi Rettore del Seminario di Pisa che vide questo ragazzo raccolto in preghiera nella chiesa di Santa Caterina dove il giorno prima aveva partecipato alla Messa. Tiago rimase colpito da questo interessamento. Nei suoi pensieri due le domande che lo tormentavano: Signore cosa vuoi da me? Dove tu mi vuoi? La Provvidenza, che lo volle a Pisa non per caso, aveva già risposto. Tornò in Brasile ma ritornò nuovamente a Pisa che è diventata il suo rifugio spirituale. Frequenta il seminario e ora sta camminando verso il sacerdozio.

Estamos felizes por ter te dado as boas-vindas.
 

 
 

Fonte: Marlo Puccetti
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2/5/2021 - 0:44

AUTORE:
Leo Gargi

Tiago, que Deus dirija seus passos e fortaleça tua fé.
Um forte abraço brasileiro.