Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Abbiamo visto fiori che crescono solo in acqua, poi quelli che vogliono pareti rocciose ed ora incontriamo un “normalissimo” fiore di bosco.
L’odore è brutto, la pianta velenosa, il fiore giallo si mimetizza con un mantello viola-nero a lutto e il nome è tutto un programma: aristolochia!
Dato che siamo “entrati in confidenza” con Afrodite, interpelliamola perché, mi sa, che Lei sia a conoscenza di qualche curiosità.
“Oh Divina, dato che sei di casa ti chiamiamo in causa. Ci arrivo da me a capire che il nome quel birbante di Linneo lo abbia preso dalla Grecia, arrivo anche a capire “aristo” perché prefisso di “crazia”, governo di eletti, ma non vado oltre.”
“Oh mortale curioso e palloso, ti delucido (senti la finezza?): aristos (άριστος) significa "migliore" e locheia (λοχεία), "utero", questo perché si pensava che il succo della pianta favorisse il parto. Contento?”
“Oh Dea dell’amore, lo sapevo che era tutto imperniato (senti la malizia?) intorno all’ombelico, avevan ragione Ciccio e Giorello a dire che se è al centro del corpo un motivo ci deve essere!”
"Oh scriba scattante e petulante, di parenti vergini ne ho solo due o tre: Atena, Artemide e Estia, le altre sgallinavano di brutto, anzi di bello, e quindi conosco bene l’aristolochia! Ma te, ma non ti riesce farti gli affari tuoi?”
“Oh Bella fra le belle, parla per te che se mi metto a raccontare la tua storia ne vengon fuori tante da farti rizzare peli e peluzzi!”
“kólos!”
“ a soreta! Oh Gnocca fra le gnocche, ma dove hai imparato a parlar male? con il tuo primo marito siciliano? Guarda che io sono cristiano e, anche se sono enormemente attratto da te, a mandarti a trovar tuo zio ci metto poco!”
“Oh poliglotta dalla panna cotta, io sono l’AMORE, la GIOIA, il PIACERE, non morirò mai come non morirà la NATURA! Ricordatelo uomo saggio di passaggio!”
“Oh Regina dell’Olimpo, ricordati di noi, noi che ti dedichiamo una meravigliosa sala che chiameremo Olimpia, ritrovo di bellezza, sayonara”
“Vázei ti fiáli, te lo traduco perché non ci arrivi: posa il fiasco! Sayonara è giapponese anóitos (che significa citrullo). Antio sas si dice. Vai a letto e sognami, vai!”
“e come disse il figlio di Taralla, Tarallino: più che l’amor poté il declino!”