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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
"Dante, una terzina per volta"
di Stefano Benedetti
IL LIMBO (MA COSA E’?)

16/5/2021 - 10:51


Siamo nel Canto IV dell’Inferno, ma nell’inferno vero e proprio ancora non ci siamo entrati.

Tutto è grigio, quasi nero e offusca la vista del Poeta, concedendogli solo la possibilità di intuire ciò che lo circonda e Virgilio introduce a questo punto Dante nel Limbo.

E qui risiamo di fronte ad una delle tante, chiamiamole, invenzioni dantesche.


Per la tradizione cattolica precedente a Dante, era il luogo ove si trovavano i bambini morti prima del Battesimo (e Joseph Ratzingher, pochi anni fa lo ha cancellato dalla dottrina, con un fendente degno di un Papa medievale e se quindi non lo sapevate, non dite più che i bimbi morti senza battesimo vanno nel Limbo perché non è (più) vero).

 

In pratica il Limbo era una sorta di nursery eterna della quale però il Sommo non si accontenta.

Infatti, prendendosi tutte le libertà possibili (un po' eretico era, il nostro Dante..) introduce all'interno di questo luogo un'altra classe di anime, gli Spiriti Magni.

Il primo tra questi è Virgilio stesso che sappiamo soggiorna (se così si può dire) qui in questo luogo, che esattamente inferno non è in quanto queste anime, che in vita non hanno potuto avvicinarsi al Nostro Dio perché nati prima della Rivelazione di Cristo, hanno comunque il privilegio di non penare, di non soccombere sotto alcun castigo infernale.


A questo punto altri spiriti di avvicinano a Dante e Virgilio e qui Dante è di fronte a un un problema che di sicuro lo aveva fatto tribolare non poco: dove collocare, dove far dimorare e in che modo i grandi personaggi dell'antichità nel suo "particulare" Aldilà? 

quelli è Omero poeta sovrano;
l’altro è Orazio satiro che vene;
Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano

Ma che coraggio, Dante! Colloca se stesso, se stesso personaggio e interprete del Suo Poema, in cotanta compagnia.

I cinque Poeti più grandi dell'antichità e lui, sesto fra loro. 

E più d’onore ancora assai mi fenno, 
ch’e’ sì mi fecer de la loro schiera,
sì ch’io fui sesto tra cotanto senno.

Il coraggio ce lo ebbe eccome, perché va rilevato il fatto che, quando il Sommo scrive questo quarto Canto, siamo di sicuro ai primissimi del '300 e un Dante non ancora quarantenne, ha la sfrontatezza, ha l'ardire tale da collocarsi da subito in un Luogo ove si mette al pari di Poeti della caratura assoluta di Omero (che lo raffigura con la spada in mano), di Ovidio (la Metamorfosi, la citerà nelle tre cantiche, quasi ogni tre per due), di Orazio (il più pre-cristiano, ed anche pre-freudiano, di tutti) e di Lucano (di cui Dante ammira il suo modo di scrivere e descrivere).

 

Facile oggi, dire che sta giustamente in buona compagnia ma al tempo fu un'arrischiata affermazione su se stesso, che sarebbe potuta anche finire male.

Sembra da qui, che Dante esprima con violenza la consapevolezza della Sua Poesia, con una determinazione mai vista né prima, né dopo di Lui. Lo potremmo definire un "predestinato cosciente".

Che grande il Dante.

 

A dire il vero, qui nel limbo non ci piazza solo questi "Amici Poeti”, ma anche un'altra miriade di personaggi tra i più disparati, tra cui tre musulmani (Averroe', Avicenna ed anche il Ferocesaladino) ma anche tutti i  grandi tipo Socrate e Platone, Euclide, Aristotele, Seneca e alla via così.


Cosa fa in pratica Dante, prende  in blocco tutto ciò che è stato prima di lui, tutto il pensiero umano, tutta la scienza umana, tutta l'alta poesia, in una parola sola, la tutta CULTURA, e la salva, a prescindere da quale Dio avesse, e Le da una collocazione a sé stante in una specie di “nobile castello” come lo chiama lui.

E qui la libera in assoluto dal concetto-giudizio di Dio e le da un luogo eterno, autonomo a prescindere da tutto.


Il limbo e’ il luogo dove sta la libertà di tutto il sapere umano, dove si conserva la libertà dell’Uomo.

 

(nella foto "La Scuola di Atene" di Raffaello Sanzio, 1512 - Musei Vaticani)

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