Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Crêuza de mä, un canto d’amore superbamente scritto e musicato dal grande Fabrizio, riferendosi ad una stradina che dal mare portava verso taverne e osterie i marinai che rientravano dal mare.
"Umbre de muri, muri de mainé
Dunde ne vegnì, duve l'è ch'ané
Da 'n scitu duve a l'ûn-a se mustra nûa
E a nuette a n'à puntou u cutellu ä gua
E a muntä l'àse gh'è restou Diu
U Diàu l'è in çë e u s'è gh'è faetu u nìu..."
"Ombre di facce, facce di marinai
da dove venite dov’è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l’asino c’è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido..."
Anche a Marina di Vecchiano ci sono tante crêuza de mä, ma che, viceversa, portano da casa verso il mare ed è Dio che ci abita.
La poesia è la stessa.
La canzone è stata la base musicale dell’inaugurazione del nuovo Ponte Morandi.