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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Migliarino
Festa di Maggio

19/6/2021 - 17:35


Lo so che la foto non è chiara, ma a chi è ormai entrato a fondo negli anta torna subito in mente quel tempo e quella festa.
Una festa di un'altra epoca, di un altro mondo.
I migliarinesi si preparavano per tempo, sfornando torte da far cuocere a Wando, invitavando i figli lontani che tornavano proprio per l'occasione, preparandosi ad accogliere per la prima volta fidanzate e fidanzati per la presentazione ufficiale.
Poi tutti in piazza "alle carrozzine" fra le bancarelle, al tiro col cannoncino, all'autoscontro, sui dischi volanti che sparavi, sparavi, ma non prendevi nessuno ed eri subito abbattuto, sul calcionculo a tentare di prendere il pennacchio che ti dava ditritto ad un giro gratis.
Un'occasione per fare amicizia, per conoscere ragazze, per rivedere vecchi amici. Un mondo lontano, come la gioventù di chi ha avuto la fortuna di viverlo.

P.G_

 

Da "Le Parole di Ieri"

CHIUDENDA
Lett: CHIUDENDA. [In campo marinaro è la paratia che divide i vari locali, in campo agricolo il riparo che si fa con siepe, pruni o altro a orti, campi coltivati od altro].
In dialetto chiudenda era il nome di quella lastra di ferro con cui si chiudeva la bocca del forno, locale attrezzato un tempo molto diffuso nelle campagne, e utilizzato per cuocere il pane o altro (vedi pancotto). Chiamata anche chiusino, lastrone, serranda.
Il forno era utilizzato anche per la preparazione annuale delle torte per la festa del paese, la Festa di Maggio, che cade la seconda domenica del mese ed è festa religiosa.
Le famiglie del paese sono solite invitare a pranzo i parenti ed offrire loro un bel pranzo con alla fine la tradizionale torta co’ bischeri, dolce di tipica origine toscana.
E’ anche l’occasione per molti “migliarinesi all’estero” di tornare al loro paese di origine per ritrovare i parenti, i vecchi amici, tutte le persone con le quali hanno trascorso quella parte importante della loro vita rappresentata dalla gioventù.
Molti anni fa la festa si svolgeva in piazza Mazzini, lungo l’Aurelia, dove erano allestite sia le carrozzine che i banchetti, e molte auto di passaggio vedendo la piazza piena di gente si fermavano e gli occupanti scendevano per unirsi alla festa. Poi per motivi di viabilità la festa si è spostata in piazza della Libertà ed infine, da alcuni anni, il centro è localizzato presso il piazzale adiacente alla via Giovanni XXIII°.
E’ un periodo molto bello per il paese in cui si respira un’autentica un’aria di festa.
Si vedono tutte le donne indaffarate ad acquistare il necessario per le torte e a fare la spesa per il grande pranzo della domenica. Pranzo a cui magari parteciperà anche il figlio e la nuora che abitano lontano, con i nipoti, o in cui la bimba porterà per la prima volta a casa il fidanzato!
E’ un’occasione speciale ed anche il pranzo è preparato con particolare cura. Mia madre per la festa di maggio cucinava sempre le prime patate novelle che mio nonno Oreste faceva nel piccolo orto accanto alla ferrovia. Venivano scavate le prime piantine e raccolte le patate ancora molto piccole, venivano fatte arrosto nel forno, ed erano una gioia anche per gli occhi oltre che per il palato a
vederle dorate e fumanti con quella crosticina sottile che racchiudeva la meraviglia della polpa saporita.
Dopo il pranzo la torta, naturalmente, ed infine la passeggiata in fiera a girare fra i banchetti, a salutare gli amici, a scambiarsi auguri e sorrisi, magari per far fare ai bimbi un giro sulle carrozzine.
I divertimenti, come vengono chiamate tutt’ora quelle strutture che ogni anno vengono montate sulla piazza in occasione della Festa, per molti anni sono rimasti quasi sempre gli stessi.
I responsabili o i gestori prenotavano di anno in anno la loro presenza sulla piazza ed i ragazzi oramai conoscevano molto bene i giochi e personalmente i tanti giostrai che li conducevano.
Poi gradualmente si è modificata l’essenza stessa dei divertimenti ed ora quasi tutti hanno basi elettroniche, usano tecnologie avanzate e i rapporti personali sono diventati molto più superficiali. Molti di noi però ricordano con nostalgia quel casottino ottagonale in cui si sparava con un cannoncino a molla una biglia d’acciaio su alcuni birilli cercando di atterrarli, oppure la macchinetta con la gru meccanica con cui si sperava di catturare qualche bel premio infisso nella sabbia, come una macchinetta accendisigari, una pipa o un pacchetto di sigarette..
Con questi personaggi spesso si stabilivano rapporti di conoscenza ed amicizia e noi ragazzi li vedevamo con piacere ritornare, anno dopo anno, con i loro casottini pieni di cianfrusaglie.
 
Aneddoto
Molte di queste strutture erano gestite della famiglia Viotto, di cui la signora Franca era il personaggio più conosciuto poiché gestiva personalmente l’autopista: il centro della festa.
L’esuberanza dei ragazzi del tempo trasformava spesso questi tranquilli giri di pista sulle macchinine in veri e propri rodei con patte, cintolate, secchiate d’acqua ed altri giochi, talvolta veramente eccessivi.
La Franca Viotto una sera per reazione a queste ripetute intemperanze spense tutte le luci fra le proteste generali e mandò tutti a letto. Rava non si dette pace per questo affronto, prese un secchio d’acqua e andò a bussare alla porta del caravan dove la signora Franca riposava. Quando questa, in vestaglia da notte, venne ad aprire la porta del caravan fu colpita in pieno dalla secchiata e capì immediatamente che doveva cercare, in futuro, di essere più diplomatica nel trattare con questi bambinacci.

 

Nota: Un grazie di cuore ha chi ha postato la foto su Facecbook, nei nostri archivi rimane, al momento, l'unica  immagine di quella festa.

 

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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20/6/2021 - 12:38

AUTORE:
Migliarinese 2

È stata scattata, probabilmente, dal secondo palazzo delle case popolari. Quello dove abitava " palazzino "....

20/6/2021 - 7:55

AUTORE:
P.G_

Umbertino non lo ricordavo.
Allora vorrei sapere da che posizione è stata scattata la foto, non mi sembra ci siano abitazioni che permettano quella prospettiva.
Da dove è venuta?
L'hai scattata tu?
Se l'hai fatta te senz'altro hai usato la macchine di BB , quella ss (scussa scussa)

20/6/2021 - 7:45

AUTORE:
Toccato sul vivo!

Spiace sentir dire (scrivere) che certe foto si trovano perché ci sono “pagine fesbucche”. La foto in questione (mia) è stata pubblicata (da me) su questo giornale il 13 maggio 2018 in onore ai “Maggi” che furono, ed erano, 40 anni prima.
Gente e Paesi: Oggi, a Migliarino, tanti anni fa.
u.m.