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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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UN MUSEO DELLA MARINA
di Trilussa

27/6/2021 - 16:59

Vecchiano è un piccolo comune ma si è sempre dovuto confrontare con grandi problemi.
Negli anni 60 ha dovuto affrontare il problema delle acque Serchio, inquinato dai liquami e dalle fabbriche lucchesi che portavano, insieme ad una grande moria di pesci, cattivi odori, malattie e impossibilità della balneazione. Negli anni 70 si è dovuto confrontare con la grande speculazione edilizia del Porto Cristina che avrebbe trasformato il comune in un luogo di villeggiatura per pochi ricchi e tolta la possibilità dell’accesso al mare per tutti gli altri. Infatti proprio a Vecchiano, nello specifico a Migliarino, alla Casa del Popolo, nacque quel CIP (Comitato Iniziativa Parco) che portò attraverso raccolta di firme e una sensibilizzazione a livello nazionale alla nascita del Parco Regionale MSRM. Un Parco forse non ancora completo che per molti migliarinesi ha comportato sacrifici e perdite non compensate da un ritorno economico proporzionato per i cittadini. La spiaggia libera, acquistata a sua tempo dall’Amministrazione Comunale, è fonte di un reddito parziale tramite i parcheggi mentre l’idea più volte professata di una Porta del Parco (idea iniziale dell’architetto Cervellati e mai realizzata) poteva ipotizzare la possibilità di un pagamento all’ingresso della via del Mare con un doppio vantaggio: un maggiore introito per la casse comunali e la ritrovata consapevolezza di chi passava la sbarra di entrare in un Parco, in un’area protetta da rispettare e non di trovarsi solamente a percorrere una strada veloce per il mare. In Molti parchi italiani e stranieri si paga per l’ingresso e si può, in questo modo, controllare anche il numero di auto che si possono immettere nel rispetto delle caratteristiche naturali del luogo che si vuole tutelare. E’ un’idea che si è purtroppo persa nel tempo di fronte ad un più facile introito tramite i parcheggi alla marina.


Ma il comune di Vecchiano ha anche avuto una fortuna, anche se al momento non sfruttata. Fu scelto, infatti, dalla Regia Marina alla fine degli anni 30, come unica base operativa di un reparto di uomini speciali: gli Incursori di Marina famosi per aver realizzato i famosi “maiali”, nome in codice di piccoli siluri con cariche esplosive da trasportare e far brillare vicine alle navi nemiche nei porti del Mediterraneo.


Il luogo fu scelto per diversi motivi di cui il principale era la segretezza dato che la base operativa si trovava in una tenuta privata non accessibile ai comuni cittadini, poi si trovava vicino a La Spezia dove questi uomini avevano la loro base, il fondo marino era dolcemente degradante e adatto ad ogni prova subacquea, le principali aziende per i materiali di ricerca e costruzione erano a Livorno.


Fu scelta casa Coli, a Case di Marina, ed ora la vecchia abitazione appare piuttosto malconcia e in rovina. Servirebbero molti fondi per acquistarla dalla proprietà e per realizzarci un Museo della Marina con tanti reperti di quelle missioni che tanta eco ebbero sulla stampa internazionale e che condizionarono in parte la guerra navale nel Mediterraneo.


E’ stato fondato un Comitato che se ne sta occupando e in maniera molto attiva cercando di coinvolgere tutti coloro che possono dare un contributo alla realizzazione del progetto. Oltre alla Marina Militare sono state interpellate anche alcune aziende che contribuirono alla realizzazione dei tanti strumenti nautici dell’epoca, fra cui la Panerai di Firenze da cui nacquero straordinari strumenti per l’epoca come il Radiomir e il Luminor.


Oltre alla Marina Militare sono stati interpellati anche organi istituzionali e politici ma bisogna ammettere che l’appartenenza di questi uomini valorosi alla X° flottiglia Mas sta creando molti problemi. Chi sembra prestare ascolto al Comitato, e si dichiara interessato alla realizzazione di un Museo, sembra appartenere soprattutto a certi precisi partiti e gruppi politici.
 
Nasce quindi una domanda se sia corretto e giustificato che una parte politica non si dimostri interessata al riconoscimento di una fase storica tanto importante e che ha avuto origine proprio nel nostro territorio, nel nostro Comune. Da non scartare l’idea che un Museo a Vecchiano potrebbe avere anche un certo valore dal punto di vista turistico. Questo disinteresse sembra da attribuire soprattutto ai valori che ispiravano questi uomini e che sembra vengano considerati appannaggio esclusivo di una certa parte politica.


Non c’è dubbio che certi valori fossero sicuramente esaltati durante il periodo fascista ma da questo a doverne attribuire alla destra l’esclusivo possesso ce ne corre.

L’onore, il rispetto, l’impegno, la dedizione e anche il sacrificio sono valori universali che si dovrebbe sempre avere il coraggio di difendere, anche quando questi valori sono appannaggio di uomini che facevano parte di una formazione tristemente nota per i suoi atti di crudeltà. Pur non avendo avuto nessun rapporto col regime il fatto stesso della loro appartenenza agli occhi di molti ne sminuisce il valore e li pone sul piano comune di personaggi di cui non vale la pena occuparci per il pericolo di una strumentalizzazione non gradita.


Non sarà facile avere un Museo a Case di Marina, il costo stimato di 2 milioni di euro non è facilmente raggiungibile, ma che di questo si occupi solo una parte politica nell’indifferenza politico-istituzionale dell’altra continua a sembrarmi un grosso errore strategico di cui potremmo pagare le conseguenze.

 
 

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4/7/2021 - 14:12

AUTORE:
F.C.

L'opinione di PG e i riferimenti storici citati si scontrano con commenti, purtroppo, con la pochezza intellettiva di alcuni. Un edificio vincolato proprio perchè sede di un valore storico, che è nei libri di storia, che la Repubblica Italiana ha onorato con medaglia d'oro uno dei sui componenti del gruppo e infine un film di successo " I sette dell'orsa maggiore". Tutto questo non significa soluzioni fantasiose ma la conservazione del manufatto SI.

1/7/2021 - 14:23

AUTORE:
migliarinese anch'io

ma dove mai è scritto che i due milioni li deve/dovrebbe pagare il comune?

1/7/2021 - 12:44

AUTORE:
Don Bairo

Quel tale "lettore di Migliarino" ha veramente fatto il commento più bimbominkia nella storia del sito.
Rileggiti, e mettiti le mani nei capelli.

29/6/2021 - 0:17

AUTORE:
Parente alla larga di Vittorio Sgarbi

...mettiamo otto euro e 35 centesimi e cosi con tre euro e 35 in più gli proponiamo una scappatina anche il museo Arturo Cerratelli a Pugnano dei nostri cugini bagnaioli.

...Parigi val bene una messa*

* vale la pena sacrificarsi per ottenere uno scopo alto.

28/6/2021 - 23:30

AUTORE:
Lettore

Ed ecco che, come da manuale, dopo qualche commento salta fuori il logoro argomento del vittimismo dei camerati: poverini anche noi eravamo coraggiosi, solo dalla parte sbagliata della storia (Hitler). E vabbè, lasciamo perdere e rimaniamo al punto centrale. Il comune dovrebbe spendere due milioni di euro in un bene privato per realizzare una iniziativa di cui si dovrebbe occupare la marina militare (alla quale evidente non importa nulla di tutto ciò, della decima mas, di Teseo Teseo, dei maiali...) e farci un museo: no dico, due milioni di euro dei cittadini di Vecchiano per un museo. E chi quanto poi per allestirlo? E chi ci andrà a vederlo? A pagamento? 5 euro a persona? Aspettiamo l'ideona: portiamoci le scuole.

28/6/2021 - 20:45

AUTORE:
Italiano

...Repubblica di Salò e Brigate Partigiane pari sono perché ambedue entrambe usavano il fucile?
Buoni e cattivi tutti nello stesso calderone?

La guerra all'Inghilterra, Francia e Russia e lo sterminio dei popoli coloniali fu fatto da Gamba di Legno, da Pluto e Paperino?

...fa il paio "storico" di ierdilà dove l'aspirante capo della 5* tal Conte Giuseppe dice di essersi adoperato per l'arrivo di Mario Draghi al governo della Nazione Italia.
Ale...allegria...

28/6/2021 - 19:35

AUTORE:
bat 21

mio padre mi ha spesso raccontato le gesta di questi incursori della marina e anche se partigiano non ha mai offeso il ricordo di queste persone,,il momento storico era quello ,anche se la storia la scrive chi vince , poi vuoi per ironia del destino il mio servizio di leva nella marina militare lo svolsi proprio alla scuola incursori (comsubin) ,e durante una cerimonia ho conosciuto la base di marina di Vecchiano e non ho visto saluti fascisti ps mio padre ricordo che fu contento quando gli feci sapere dove ero stato destinato ,poi gli arrivo dal ministero un attestato e una decorazione per il coraggio dimostrato da partigiano , in quanto alla guerra fu una tragedia che travolse tutti ,i buoni e i cattivi

28/6/2021 - 17:36

AUTORE:
P.G_

Dispiace veramente che questi uomini valorosi siano vittima del senso comune e della loro sciagurata appartenenza alla X° Mas. Le loro azioni erano solo ispirate dalle loro missioni; il loro impegno cercare di trovare soluzioni ai tanti problemi legati ai loro maiali, agli strumenti da usare in acqua come una bussola e un orologio, le tute capaci di sopportare le tante ore da passare in acqua. Le loro pistole usate solo contro qualche cinghiale che si avvicinava per curiosità o per cercare qualcosa da mangiare. Il loro medico Falcomatà curava gratis i bambini malati dei contadini della tenuta.
Ho letto alcuni libri su di loro per scrivere la loro storia, che riporto in parte qui sotto. Se qualcuno vorrà leggerla ne saprà qualcosa di più e magari capirà perché a me piacerebbe che a casa Coli ci fosse un museo con i molti apparati da loro inventati, con qualche SLC presente ancora a La Spezia e non perché ho nostalgie del regime. Leggendo sono riuscito a scindere il loro valore dalla loro appartenenza e magari, leggendo la mia piccola storia, qualcuno potrà anche rivedere il proprio giudizio.

BOCCA DI SERCHIO storica.
Il 25 luglio del 1936 è la data dell’inizio delle esercitazioni militari in Bocca di Serchio per l’addestramento degli uomini e la messa a punto dell’S.L.C. o siluro a lenta corsa. Il mezzo navale è stato ideato dall’elbano Teseo Tesei per cercare di contrastare, mediante la distruzione delle navi alla fonda nei porti, la supremazia della flotta inglese nel Mediterraneo. Nel Mare Nostrum infatti la flotta inglese spadroneggia indisturbata. Con 15 grandi navi da battaglia armate con cannoni da 360 mm attorniate da incrociatori pesanti, leggeri, antiaerei, caccia, portaerei e fregate ben poco avrebbe fatto la nostra marina con le torri binate da 200 mm dell’unica divisione navale italiana efficiente.
L’idea di Tesei, ingegnere navale nato a Marina di Campo e laureatosi a Napoli con il massimo dei voti, era di riuscire a violare le difese nemiche e portare una carica esplosiva a breve distanza dalle navi nella sicurezza dei porti, dove anche “una nave da battaglia, con i motori al minimo e le tele sui cannoni, cessa di essere un mostro dei mari per diventare solo un ammasso d’acciaio facilmente vulnerabile”.
Il problema è la costruzione del semovente subacqueo ed anche il reperimento e addestramento di uomini tanto coraggiosi da rischiare la vita per condurre il mezzo oltre gli sbarramenti, le dighe messe a difesa dei porti, le tante difese erette a protezione delle navi.
Dopo alcuni tentennamenti la costruzione del mezzo inizia in un baraccone nell’Arsenale di La Spezia, con pochi mezzi e molta fantasia. Il problema del propulsore, che doveva essere piccolo e potente ma non c’era il tempo di progettarlo, viene risolto con l’adattamento di un motore di ascensore. Per gli accumulatori il problema è più semplice: vengono semplicemente utilizzati quelli dei locomotori delle ferrovie.
Nasce la necessità di un trasferimento in un luogo sicuro, lontano da sguardi indiscreti.
La proprietà Salviati a Bocca di Serchio, vicino Pisa, isolata da qualsiasi centro abitato sembra avere le caratteristiche richieste: un’immensa pineta di pini domestici ad alto fusto confinante a sud con il Parco Reale di S. Rossore e a nord con il Balipedio militare di Viareggio.
Il Serchio sbocca in mare in maniera naturale, nascosto da ampie dune sabbiose coperte da fitti canneti con dietro una folta macchia mediterranea. Nelle vicinanze non vi sono porti o altre opere murarie ed il mare degradava dolcemente, rendendo meno pericoloso l’allenamento dei novizi.
Il Duca Pietro Averardo Giacomo Salviati, memore della presenza fra i suoi antenati addirittura di Giovanni “Dalle Bande Nere”, non può rifiutar e concede il cascinale del guardiacaccia.
Nell’estate del ‘36 nella casa lasciata libera dal Coli arrivano strani oggetti insieme ad un gruppo di giovani ardimentosi ed entusiasti.
Fra loro il guardiamarina Giulio Centurione, personaggio esuberante e dalla vita turbolenta, che ben presto verrà forzatamente costretto alle dimissioni a causa del suo fidanzamento con la duchessina Salviati.
Il tenente medico ha ben poco da fare con questi giovani dall’ottima salute, ma invece di oziare nella casetta sul fiume si adopera per curare tutti i bambini della zona, senza prendere un soldo, talvolta addirittura pagando di tasca propria i medicinali occorrenti.
Cominciano così le operazioni previste di allenamento, messa a punto e verifica dei mezzi in attesa delle future operazioni.
Il posto è comunque deserto e gli unici spettatori sono i rari pescatori migliarinesi a cui capita di domandarsi, stupiti, come hanno fatto le loro reti a tranciarsi così di netto e cosa siano quegli strani oggetti, simili a siluri, che talvolta trovano arenati in Bocca.
Nal 1938 la situazione internazionale si sta aggravando e “gli Apostoli”, così vengono chiamati, alla guida di Tesei riprendono e intensificano gli allenamenti. I loro sforzi si concentrano in questa fase soprattutto sulla messa a punto del mezzo che, a bassa velocità, dimostra una certa difficoltà di manovra, una certa bizzarria. Pare che una volta lo stesso Tesei abbia indicato il mezzo con l’appellativo di “maiale” per una certa somiglianza con la forma tozza e corpulenta dell’animale, ma soprattutto per la sua imprevedibilità e testardaggine. Il nome piacque subito agli uomini che lo adottarono e lo usarono anche per motivi di segretezza. In una terra agricola potevano parlare liberamente tra di loro di “maiali” anche quando andavano a Viareggio al cinema per vedere l’attrice del momento, Doris Duranti, o a cena dal Buonamico, al tempo la trattoria più rinomata della costa, dove venivano considerati esperti allevatori e dove spesso incontravano anche Curzio Malaparte, confinato in quegli anni a Forte dei Marmi.
La messa a punto dei mezzi crea tuttavia qualche problema imprevisto poiché il maiale si dimostra molto instabile, specialmente nelle manovre a bassa velocità. Anche gli strumenti di bordo vengono curati in maniera particolare dovendo avere caratteristiche tali da funzionare anche in condizioni difficili. La bussola viene commissionata direttamente dal Tesei alla ditta Lazzerini, importante azienda del settore. Messa in opera tuttavia il quadrante non è perfettamente visibile a colpo d’occhio, viene allora aggiunta una lente graduata al posto del normale cristallo e nasce quello che rappresenta oggi il sogno di ogni collezionista: il Luminor.
La stessa attenzione vale per le maschere Davis, un’autorespiratore ad ossigeno a ciclo chiuso che veniva utilizzato per le fuoriuscite in emergenza dell’equipaggio dai sommergibili sinistrati. Aveva un’autonomia di soli 20 minuti ed anche una scarsa affidabilità. Il Tesei, con la consulenza tecnica di Angelo Belloni e della Scuola Sommozzatori di Livorno, riesce a portare questa autonomia a qualche ora e soprattutto a migliorarne l’affidabilità. Belloni risolve anche il problema della protezione dal freddo sperimentando un nuovo tessuto gommato che unito a grassi speciali da spalmare sulla pelle sembra anticipare il moderno neoprene. Altri esperimenti riguardano le cesoie pneumatiche per tagliare le reti metalliche, un fanale per illuminare alcuni tratti particolarmente bui, un martinetto idraulico. Ogni strumento necessario per la missione viene studiato, perfezionato, controllato e collaudato anche nelle condizioni più estreme.
Siamo arrivati al 1940 ed i tedeschi aggirano la Maginot e penetrano in Francia attraverso le Ardenne. Il 10 giugno la dichiarazione di guerra e nella cascina in Bocca di Serchio, non c’è euforia ma nemmeno paura, solo la certezza che l’attesa è finita.
Le prime missioni sono, a dir poco, disastrose.
Nell’aprile del ’41 viene ordinato e preparato un nuovo assalto a Gibilterra e a Malta.
In quest’ultimo assalto il comandante Teseo Tesei troverà la morte, all’alba del 26 luglio 1941, facendo esplodere volontariamente la carica del suo maiale nel tentativo estremo di aprire, mediante un esplosione, un varco fra le maglie metalliche della difesa del porto alle nostre motosiluranti veloci. Muore così l’ideatore del mezzo subacqueo, il punto di riferimento per tutti, una grande perdita per il gruppo.
La responsabilità di questi insuccessi è da addebitarsi soprattutto ai “capricci” del maiale e a quegli innumerevoli guasti tecnici che impediscono la riuscita delle missioni.
Arrivano nuovi uomini, stavolta è il Marchese Luigi Durand De La Penne a dirigere e preparare gli uomini per le nuove imprese.
Sono tutti grandi nuotatori ed hanno il compito di avvicinarsi a nuoto alle navi e piazzare una carica esplosiva, una mini-bomba di 3 Kg modificata perché scoppi quando la nave è in movimento e si trovi al largo. Questo perché in mare è più difficile riparare i danni ed anche più difficile capire in quale porto la carica esplosiva è stata posizionata, per non essere accusati di averla piazzata in un porto neutrale.
Alla fine del ’41 la Mediterranean Fleet aveva subito notevoli perdite e l’Ammiragliato Britannico era stato costretto a lasciare solo due navi da battaglia: la Valiant e la Queen Elizabeth, entrambe alla fonda nel porto di Alessandria.
E’ lì che bisogna colpire.
Con a capo il marchese Durand de La Penne nella notte fra il 18 e 19 dicembre del 1941 tre maiali riescono a penetrare silenziosamente nel porto di Alessandria con il loro carico esplosivo e a colpire la nave da guerra Valiant e la Queen Elizabeth dal cui fumaiolo escono pezzi di ingranaggi e macchinari per la carica posta sotto la caldaia.
E’ un colpo mortale per la flotta inglese nel Mediterraneo.
L’impresa avrà un enorme rilievo in tutto il mondo e il Sunday Express titolerà in seguito:
“Six men changed the face of the war in one night"

28/6/2021 - 16:58

AUTORE:
Lettore

Alessandria d'Egitto non Tripoli

28/6/2021 - 15:20

AUTORE:
GigiDiTeglia

............. dei maiali nel porto di Tripoli che affondò le navi britanniche ........... il primo ministro inglese dichiarò che avevano fatto più danni di tutta la marina italiana. ....... GigiDiTeglia

28/6/2021 - 11:46

AUTORE:
lettore di Migliarino

No ma poi parliamone dei "maiali"... leggetevi la storia delle loro incursioni.
Partivano in tre o quattro, uno si guastava subito, l'altro si bloccava il respiratore, il terzo non riusciva ad innescare, l'ultimo forse piazzava la carica e poi li catturavano tutti e quattro.
Ah, e la carica esplodeva ma con il fondale basso le navi rimanevano a galla. Dei geni chi comandava!
Poi c'è tutta una bella storia della X MAS dopo l'armistizio con la RSI, raccontiamo anche quella...

28/6/2021 - 11:13

AUTORE:
Migliarinese di stare

...con raduno di nostalgici nazi/fascisti (come è avvenuto ultimamente) con braccio alzato a mano aperta...saluta tutti eh...

27/6/2021 - 23:30

AUTORE:
Lettore occasionale

Idea brillante! Se al comune avanzano due milioni di euro potrebbe proprio investirli lì, un bene privato di interesse della Marina militare. Mica una scuola, o un distretto sanitario, no, una casa privata per farci un museo a favore della Marina militare a tema Decima Mas. Già, ottima idea perché già si immaginano i molti avventori di questo prodigioso e interessante museo: dal lunedì alla domenica, a gennaio o d'agosto, ecco numerosi visitatori!