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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
"Dante, una terzina per volta"
di Stefano Benedetti
LA FISICA DANTESCA

7/7/2021 - 12:16



Dante è un uomo medievale, anzi per dirla meglio è l'Uomo Medievale.
Un uomo, un poeta che si trova di fronte ad un problema (che noi uomini moderni abbiamo rimosso, eliminato) e cioè quello di unire, mescolare, conciliare l'immagine del mondo materialista pagano (quello greco, arrivato già con tutto il suo peso, nel medio evo) con il mondo della Rivelazione di Cristo.
Per Dante, questi due aspetti del mondo, sono paritetici, sono entrambi dogmi.

Esiste il mondo fisico, misurabile, il mondo dei sensi ed esiste con la stessa assoluta certezza Dio. 
Il Visibile e l'Invisibile sono presenti nel Creato simultaneamente e la sua straordinaria fertilità, la sua grandissima cultura, la sua incommensurabile Poesia, riescono a conciliare questi due aspetti.

Se c'è un momento, nella Comedia, ove siamo di fronte a questo contatto, a questo toccarsi tra le due certezze di cui sopra, il Mondo Fisico e Dio, è nelle terzine del Canto XXX del Paradiso.
È qui che le nove sfere materiali e visibili che ruotano attorno alla Terra, si specchiano nelle nove gerarchie angeliche che ruotano attorno a Dio e qui si passa sostanzialmente dal mondo materiale al mondo spirituale.


Dante immagina il passaggio oltre il nono cielo all'empireo come un "rivoltamento" dello spazio; ciò che nel mondo visibile appariva concavo (dato che ne eravamo all'interno), nel mondo invisibile appare convesso (in quanto ora lo guardiamo dall'esterno).
In pratica il mondo visibile si riflette capovolto nel mondo invisibile e già qualche canto prima ce lo aveva detto:

e questo cielo non ha altro dove
che la mente divina, in che s'accende
(Par. XXVII, 109)

Questo "ogni dove" non è più un luogo dello spazio fisico, ma un puro luogo della mente! 
L’universo dantesco appare dunque formato da due sfere, una formata a sua volta di sfere concentriche visibili e corporee, con velocità di rotazione crescenti man mano che si va verso l’esterno.
L’altra invece formata da sfere invisibili e incorporee con al centro Dio, e caratterizzata da velocità di rotazione crescenti man mano che ci si avvicina all’interno.

Tuttavia, la rappresentazione non è così semplice, l’universo infatti deve necessariamente essere UNO per poter esaurire l’intero spazio, pur essendo composto da due parti.
E qui si vede il tempo, con le sue varie gradazioni relative al movimento, che è scandito in maniera perfetta.

Una lettura di questo “dove” e’ sempre stata ardua per i lettori e i critici della Comedia ai quali mancava il tassello di comprensione, di una così complessa (ed elegante) visione del Creato.
Bisogna aspettare il 1854, affinché Bernard Rieman introduca il concetto di spazio-tempo nella Fisica e ci dia una visione scientifica di questa "allucinazione poetica" dantesca e bisogna aspettare un altro buon mezzo secolo ancora che tra un brevetto (altrui) e l'altro, Albert Einstein trovi il tempo (ah, ho detto il tempo) per andare ancora più in là.

parendo inchiuso da quel ch’elli ’nchiude” 
(Par. XXX, 12)

Il Sommo ci dice  in altre parole che l'empireo comprende ciò in cui è compreso! Non certo facile da capirsi.
La capacità di trovare un compromesso tra i vincoli teologici del cristianesimo e l’immagine dell’universo sferico greco la sua grande sfida nel compiere l'Opera.
Purtroppo per noi Dante non era affatto un fisico, era solo un Poeta.
Una chiara visione di Dio lo attende ora, una quasi allucinazione mistica.
Non a caso proprio adesso, Beatrice svanirà per sempre e mai Dante la vedrà più, infatti per l’Ultimo Passo davanti a Dio la Teologia e la sua incarnazione, a niente gli serviranno.


Basta la Poesia. Basta e avanza!

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