Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ma dove lo trovate voi un posto dove si fa “Scuola d’arsella”?
Ve lo dico io, ma è scuola a numero chiuso, e ve lo dico come urlavano le spose dei pescatori d’arselle di un tempo lontano andando per le strade con ceste e stadera:
“Ce l’ho bbelle vive, donne! ….vivee!!”
E non potevo non fare “un’ode all’arsella"!
Tu siei de’ nicchi regina e purzella.
È ‘ndove ‘r Serchio acqua dórce scudella
tu nasci a mmucchi da fanne corbella
e ‘ndove l’omo ti cerca e rastella:
carzoni rotti e ‘nfirtrita franella
e colla rete legata all’ascella,
‘ndell’acqua diaccia ch’a vòrte sbudella,
o sotto’r sole che ‘r capo sombrella.
Foss’anco solo con una giumella,
coll’agli’er pane da ffa’ nzupparella,
cor pumodoro sartata ‘n padella,
prezzembolino o, a chi vva, gniepitella,
peperocino pe’ ffa’ comunella,
ah ssì l’arsella,.. che bbona… che bbella!