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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
I GUFI

15/7/2021 - 11:35

Marzo 1964.

A Milano si incontrano, al Kapitan Kidd, Lino Patruno e Nanni Svampa. Lino lo aveva invitato la sua ex Didy Martinaz e Svampa era andato nel locale con Peo Borella che faceva la corte ad una amica di Didy. Insieme a Lei e a Roberto Brivio iniziano a fare Cabaret con il nome di Pipistrani..

Si trasferiscono al Boccaccio dove si unisce al gruppo Gianni Magni.

Poi Derby Club e stagione estiva a Castiglioncello dove Didy abbandona il gruppo.


In autunno al Lanternin viene scelto il nome definitivo: I GUFI.
Un gruppo che farà la storia del cabaret e dello spettacolo in Italia.


Roberto Brivio - il Cantamacabro
Gianni Magni - il  Cantamimo
Lino Patruno - il Cantamusico
Nanni Svampa - il Cantastorie 


Il Cabaret vero e proprio in effetti dura solo un anno e mezzo perché già nel 1966 I Gufi iniziano ad esibirsi in Teatro con Il Teatrino de I Gufi, e Milano canta con grande successo di critica e di pubblico in tutta Italia.

A Viareggio si esibirono alla Bussola e Remigio Paone propose loro un contratto teatrale triennale. 

Seguiranno due "riviste da camera" scritte da Gigi Lunari.

 

"Non so, non ho visto e se c'ero dormivo",  che affronta un disimpegno diffuso, l'atteggiamento da struzzo dell'italiano medio, che rincorre libertà fittizie e consumismi stolti mentre nasconde lo sguardo di fronte alle storture più gravi.


"E non spingete, scappiamo anche noi", che si inserisce nel filone antimilitarista e coglie anche gli aspetti assurdi, grotteschi e ridicoli della guerra.

E' una denuncia comica e drammatica ma, fondamentalmente, ottimistica.


Ho visto numerosi spettacoli ed esibizioni in vari locali sia a Milano che altrove Ho tutti i loro libri e numerosi dischi; ed ho questi ricordi personali:
Nanni Svampa (1938-2017) l'ho incontrato solo poche volte in teatro e ricordo la sua curiosità per il nostro vernacolo.

Da esperto studioso della musica e delle tradizioni popolari apprezzava molto il nostro vernacolo e parlammo brevemente anche della famosa Brigata dei Dottori e dei Legnanesi.

Ricordo che le due compagnie si erano esibite in una rassegna alla Bussola e che Montanelli stesso aveva partecipato ad alcune rappresentazioni studentesche della Compagnia.

Gianni Magni (1941-1992), non ho ricordi particolari salvo la sua tragica morte quando un infarto fulminante lo aggredì mentre stava entrando nell'ufficio dell'impresario Sergio Nanni, tanto da fargli esclamare." Ma non fare il pirla, dai, tirati su, che cosa scherzi".

E invece per il cantamimo più famoso d'Italia il sipario era calato per sempre

Lino Patruno (1935 -), dopo alcuni incontri continuati anche quando si esibiva in trio con Svampa e la Mazzola siamo rimasti in contatto via mail ricordando il meraviglioso mondo del cabaret ormai scomparso, parlando della sua Crotone e del mondo del jazz del quale è stato tra i maggiori protagonisti anche in ambito mondiale.

Gli ho ricordato il libro sul jazz del  nostro AFO ASARTORI  "Santi a dispetto del Paradiso" e del suo ristorante a Pisa ( l'Artilafo), mèta per anni di tutti i musicisti che si esibivano in Versilia..

A Pisa ero presente quando al termine dello spettacolo chiedemmo a gran voce "Sant'Antonio allu desertu" e il quartetto in nero guardando dietro le quinte univano le mani in segno di arresto.

Il Questore, presente, impedì l'esecuzione della canzone pur essendo la stessa già stata già assolta da una precedente accusa di vilipendio alla religione e turpiloquio.
Nella foto 2 è riportato il giudizio che Lino mi ha lasciato sull'accaduto e che conservo tra la mia corrispondenza:
"Quanti anni sono passati !!! Quando l'imbecillità italiota era peggio di quella di adesso."

Roberto Brivio (1938-2021). Con Roberto ho avuto un rapporto particolare perché ha operato anche nell'Operetta un tipo di spettacolo che io ho seguito a lungo.

Artista completo e all'occorrenza polemico (leggere il suo Cabaret di merda) ha scritto numerosi copioni, libri, inciso dischi e collaborato a La Notte il mitico giornale della sera famoso per le guide agli spettacoli che si svolgevano nella metropoli milanese.

Nel Dicembre scorso ci siamo sentiti per gli auguri e lui mi ha inviato il suo ultimo DVD Canzoni in remoto e dopo il volume Facce ...da spettacolo. (Vedere foto 2).

Dopo un mese ci ha lasciato, colpito dalla terribile pandemia che stiamo ancora vivendo. Che la terra ti sia lieve, Roberto. 

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