Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ugo Foscolo scrisse:
E uscir del teschio, ove fuggìa la Luna,
L’ùpupa, e svolazzar su per le croci
Sparse per la funerea campagna”
Eugenio Montale corresse:
“Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l’aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile, upupa, come
per te il tempo s’arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori”
e il Galletto Marzolo risponde:
Fior di giaggiolo,
per voi son galletto e poi marzolo,
la cresta mi dà il mio primo nome
e son già tre mesi che mi poso al suolo.
Fior di pungia,
l’Ugo agli scolari disse gran bugia,
mai son volata sopra un cimitero
e tanto meno il nido è mezognero.
Fiore di gighero,
Eugenio invece mi battezza aligero,
il cuor mi si gonfia e son contento
di beffare chi piscia controvento.
Fior di saggina,
quest’anno, come mi alzo ogni mattina,
un pensiero mi tormenta e mi assassina:
boia mi ci vorrà la mascherina?